Si avvicinano le date della 72esima edizione del Festival di Sanremo e a poco meno di tre settimane dall’inizio della kermesse della canzone italiana abbiamo deciso di parlarvi dell’appello di Kevin Dellino al direttore artistico nonché anchorman dell’evento Amadeus:

“Il decreto festività, ha rimesso fuori gioco moltissimi operatori dello spettacolo e dell’intrattenimento, l’annullamento di feste, concerti e serate, ha creato un ennesimo grave danno. Con l’aumento dei casi di covid nel Paese, anche quest’anno il Festival di Sanremo dovrà adottare dei particolari accorgimenti e non sarà in ogni caso un ritorno alla normalità. Per questo chiedo un omaggio a Battisti con l’inno dei medici”.

Il settantaduesimo Festival della Canzone Italiana si svolgerà al Teatro Ariston di Sanremo dal 1º al 5 febbraio 2022 con la conduzione, per il terzo anno consecutivo, di Amadeus, il quale sarà anche il direttore artistico. Ed è proprio a lui che è rivolto l’appello lanciato dalle pagine del Settimanale TUTTO da Kevin Dellino, presentatore e autore Pugliese nonché responsabile del progetto Artisti uniti ai medici, nato in piena pandemia per rinforzare l’importante messaggio di speranza, che vede la partecipazione di oltre 30 artisti nazionali interpretando l’inno ai medici riscritto da Mogol sulle note de “Il mio canto libero.”

Incuriositi dalla sua idea, abbiamo contattato Kevin Dellino telefonicamente e, abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.

 

Kevin, oggi sei un professionista molto richiesto soprattutto negli eventi del Centro Sud Italia, quanto è stato difficile il tuo percorso?

Ho avuto il privilegio e la fortuna di cominciare prestissimo, nel 1995. Oggi dopo più di 25 anni gavetta posso dire che le difficoltà maggiori le ho trovate proprio negli ultimi anni, da quando mi sono trasferito a Milano. C’è ancora troppa poca meritocrazia, ma io continuo a crederci ancora.

Come mai  hai scelto di lanciare questo appello al direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo?

Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario de “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, quale miglior occasione per festeggiare questo grande capolavoro della musica italiana sul palco dell’Ariston, teatro di grandi emozioni che, grazie alla musica, riesce ogni anno a regalare nuove speranze. Questa edizione del festival per tutti rappresenta la rinascita, e, visti anche i nomi dei protagonisti in gara, ci aspettiamo un grandissimo spettacolo. Sanremo è il tempio della musica, ed oggi che questo brano assume un valore ancora più significativo e profondo, ho pensato di proporre proprio al direttore artistico, che ho conosciuto personalmente durante le registrazioni di “Cuore di mamma”, su Rai 2, sperando possa accogliere il mio grido. Attualmente siamo ancora costretti a rispettare un protocollo molto rigido che penalizza fra tutte la categoria dell’intrattenimento fino al 30 Gennaio. Le serate del Festival riporteranno inevitabilmente un po di sana normalità, quella che stiamo così tanto attendendo. Questa canzone invita alla prudenza e al rispetto delle regole, cose che oggi giorno in pochi realmente si impegnano a fare. Ed è per questo motivo che il messaggio diventa importante e spero davvero che possa stimolare un senso di responsabilità maggiore in tutti nei confronti del problema.

Come nasce la tua iniziativa?

Ho voluto rafforzare l’importante messaggio sociale che, proprio durante il periodo di pandemia, è stato lanciato grazie al grande Mogol. La Federazione Italiana delle Società Medico Scientifiche ha chiesto a lui, grande paroliere nonché presidente della Siae, di scrivere una canzone perché i medici volevano ringraziare in modo diretto gli italiani, è così il maestro ha rivisitato uno dei più grandi successi della storia della musica: “Il mio canto Libero!”. Il classico di Battisti e Mogol, datato 1972, è stato riscritto e adattato dal maestro e cantato dai camici bianchi in corsia nei giorni dell’emergenza coronavirus.

In cosa consiste il tuo progetto?

È un video clip del grande classico della musica italiana in una versione corale che rende omaggio al nuovo testo scritto da MOGOL realizzata grazie al contributo di tanti artisti che hanno fatto de “Il mio canto libero” il loro inno. A questo progetto è stata abbinata anche una raccolta fondi a favore di Croce Rossa Italiana.

Parliamo di 30 artisti nazionali coinvolti giusto?

Esatto! Grandi nomi come Viola Valentino, Rosanna Fratello, Stefania Orlando, Marco Armani, Mariangela Argentino, Gianni Drudi, Barbara Cola, Lighea, Haiducii, i Jalisse,  Mauro Coruzzi Platinette, Wanda Fisher, Gatto Panceri, Silvia Querci ma anche i giovanissimi Sonia Mosca, Davide Papasidero, i Desideri, Ida Elena de Razza, con la grande presenza del Maestro Carlo Morelli e le voci del Coro della città di Napoli.

Hai provato a inviare la tua richiesta ad Amadeus o a chi di competenza?

Certo, inizialmente ho provato a contattare direttamente lui tramite social e successivamente via mail anche la redazione del Festival, l’ufficio stampa di Amadeus e di Sanremo ed il direttore di Rai Uno Stefano Coletta ma non mi ha mai risposto nessuno.

Un lavoro prodotto in maniera indipendente durante un periodo in cui non si poteva uscire di casa, quali sono state le maggiori difficoltà nella realizzazione di quest’opera?

Tantissime soprattutto perché quasi tutti gli artisti non avendo in casa gli strumenti tecnici per realizzarne i contributi artistici hanno dovuto realizzare le loro parti tramite i loro apparecchi cellulari, ma la voglia di portare avanti l’iniziativa ha rotto qualsiasi barriera e ne è uscito un vero e proprio disco.

Da dove nasce la voglia di partire con questa iniziativa?

Io, come tanti altri, in quel periodo mi sono ritrovato completamente nel vuoto. Avendo perso il lavoro, non avendo più la possibilità di uscire di casa, l’unico modo di evadere era quello di creare e quando sono venuto a conoscenza di questo importante messaggio realizzato dal maestro Mogol ho pensato di rafforzarlo dando vita a quello che poi è diventato una missione, grazie a questo lavoro sono riuscito a mantenere attiva la mia creatività e grazie a questo probabilmente non sono caduto anch’io in depressione come tanti altri.


Hai ricevuto comunque apprezzamenti importanti giusto?

Assolutamente! Ho ricevuto tantissimi complimenti dal pubblico ma anche da grandissimi professionisti e maestri tra cui proprio da Giampietro Reverberi e da alcuni direttori di radio importanti;  uno in particolare, mi disse che temeva sarei stato sopraffatto da “Ma il cielo è sempre blu”  – singolo degli Italian Allstars 4 Life (iniziativa benefica ideata dal giornalista musicale Franco Zanetti sul sito Internet di Rockol, concretizzata e guidata dai produttori Takagi & Ketra e Dardust e promossa da Amazon insieme alle principali associazioni industriali del settore musicale italiano, AFI, FIMI e PMI.) Direi per me è stato un super complimento perché inequivocabilmente si stava paragonando il mio lavoro a un progetto realizzato da seri e grandi professionisti del settore.

Qual è stata la maggiore soddisfazione finora ricevuta da questo progetto?

Detto molto sinceramente la stima da parte di tutti gli artisti che hanno da subito creduto nel progetto e anche da parte di quelli che non sono riusciti a farne parte, tra questi la grande Iva Zanicchi, ad esempio.

Nonostante la finalità nobile dell’iniziativa la partecipazione di tutti questi artisti di fama nazionale e  internazionale però ci sono state difficoltà nella promozione?

Esatto. Non sono riuscito a offrire la giusta visibilità a questo messaggio e me ne dispiace moltissimo. Soprattutto perché purtroppo in questo settore anche le iniziative benefiche vengono ignorate se non hai gli agganci giuste per poterle promuovere.  Ringrazio di cuore Don Francesco Cristofalo per averci regalato un importante spazio nella sua trasmissione tv su Tele Radio Padre Pio. Abbiamo presentato in anteprima ed esclusiva il mio progetto a “Fatti per il Cielo” in onda subito dopo l’Angelus del Santo Padre Papa Francesco, un grandissimo onore!

Cosa ti aspettavi esattamente da quest’iniziativa?

Cosa mi aspetto ancora piuttosto! È un progetto che rispecchia l’epoca in cui ci ritroviamo a vivere e racchiude nel suo messaggio la chiave di uscita. L’invito alla Prudenza e al rispetto delle normative e dei protocolli, resta l’arma più potente per cercare di emarginare il problema e non esserne coinvolti. Mi aspetto attenzione e spero che portando avanti questo messaggio la gente possa finalmente capire che se non saremo veramente tutti uniti nei confronti del rispetto non ne usciremo mai.

Tu, come tantissimi altri, hai perso il lavoro proprio a causa della pandemia, cosa pensi immaginando al tuo futuro?

Sono in questo settore fin da tenera età e ho sempre sognato di fare questo lavoro. Oggi più che mai mi ritrovo ad alimentarli più che mai e sogno di poter tornare a farlo ancora malgrado il periodo non lo permetta. Immaginando il futuro mi piacerebbe tantissimo organizzare una grande festa quando sarà tutto finito. Una grande festa per dare inizio ad una nuova era.

Progetti per il futuro?

Si, tanti. Sto lavorando ad un nuovo format tv, che dovrebbe vedere la luce nella prossima stagione. Inoltre avrei alcune date in calendario nei prossimi mesi e spero davvero di tornare alla normalità. Per il futuro vorrei portare il progetto “Artisti uniti ai medici” in tour nei teatri d’Italia per raccogliere fondi a favore della comunità scientifica e per CRI .

 

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