La cornice in Piazza San Pietro , ha visto la  partecipazione di circa 250 mila persone da tutto il mondo, tra cui diversi capi di Stato e di governo. Una celebrazione che segnerà la storia in quanto ha saputo ripercorrere i momenti salienti dell’uomo Francesco e del suo Pontificato  , intervallata dai continui applausi di tutte le persone arrivate da lontano  fino a Castel Sant’Angelo. Toccante il tono della voce e delle parole pronunciate dal cardinale Re. Da un lato espressione di commozione per chi ha visto evolversi un processo di rivoluzione sociale nella Chiesa e nella società . Ripetutamente come ha detto l’Onorevole Matone Simonetta nel suo discorso al Senato in ricordo di Papa Francesco , e il suo continuo impegno  per la pace di fronte all’infuriare delle guerre. Così oggi lo stesso Cardinale Re ha ribadito con forza che siamo tutti fratelli e dobbiamo essere uniti nella comunicazione e nell’amore gli uni verso gli altri . L’amore per Papa Francesco è stato immenso , si sentiva ovunque risuonare come una melodia . A testimoniarlo la presenza di tutti e il pellegrinaggio del feretro tra le vie di Roma verso Santa Maria Maggiore. Li troveremo Franciscus con lui continueremo a pregare per l’umanità intera  e per la sua salvezza . 

Con chi gli era più vicino scherzava sul fatto di aver detto a Dio che era disponibile ad arrivare “fino a cento anni”, ma poi aggiungeva di non vedere l’ora di incontrare Cristo e la Madonna, la madre, e che in questo giorno del distacco dalla vita terrena avrebbe voluto una “festa”. Oggi possiamo dire con gioia che abbiamo assistito ad una vera festa, intrisa di tutta la sua solennità, la Messa esequiale che si è celebrata questa mattina, 26 aprile, in Piazza San Pietro con oltre 250 mila persone venute da ogni parte del mondo, tra cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, suore, ambasciatori, rappresentanti di ebraismo e islam, famiglie, poveri, migranti, giovani e bambini, capi di Stato e di Governo , tra cui anche i presidenti di Stati Uniti e Ucraina, Donald Trump e Zelensky, che si sono  incontrati prima  dei funerali nella Basilica vaticana per dialogare e confrontarsi e poi con Emmanuel Macron e Keir Starmer. Gli occhi del confronto in un posto così unico : la basilica di San Pietro costituisce un messaggio di vero rispetto e una speranza per la pace nel mondo . La posizione delle due poltroncine poste una di fronte l’altra per consentire a questi leader di potersi parlare e guardare negli occhi per costruire la pace . Il messaggio di Papa Francesco si è pienamente realizzato e’ arrivato ai loro cuori e alla loro mente . Quella volontà di unirsi per trovare la soluzione migliore per poter convivere e progredire . Un passato che viene abbandonato in vista di un futuro pieno di luce lungo il cammino. 

In fondo l’uscita dalla Basilica di San Pietro per arrivare alla Basilica di Santa Maria Maggiore ha raccolto “ tutti da ogni luogo “ con l’entusiasmo 

di venire a dare l’ultimo saluto a un Papa sempre “in mezzo alla gente” e “con il cuore aperto a tutti”, come ha precisato il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, durante l’omelia della Messa. Cosa possiamo dire di più . Le emozioni sono fortissime ed indimenticabili, un mix di rinnovamento spirituale . Ad ognuno di noi ,  restano in via esclusiva delle immagini particolari ed irripetibili che rievocano con tanta nostalgia

Franciscus . Indimenticabile il suo donarsi e i suoi gesti di altruismo lche hanno costellato questo pontificato durato 12 anni . Non possiamo non ricordare la vicinanza e la commozione con le mani poggiate sulla bara dei membri di quella che è stata la sua “famiglia”. La luce e la melodia si sentiva  a Santa Marta . Mi ritengo fortunata di aver potuto respirare quell’amore verso gli ultimi che si sentiva attraverso l’operosità di chi coadiuva il Santo Padre , come Francisco Madeiro Frojan e Pietro Parolin , poi segretari argentini don Daniel Pellizzon e don Juan Cruz Villalón, quasi due “figli” conosciuti dalla giovinezza a Buenos Aires, e il fedele segretario italiano, il diplomatico don Fabio Salerno; poi gli aiutanti di camera, Piergiorgio Zanetti e Daniele Cherubini e, infine, Massimiliano Strappetti, l’assistente sanitario personale, al suo fianco in tutto il difficile tempo della malattia fino all’ultimo respiro, che ha dato un bacio al feretro prima della uscita sul sagrato. Che dire di più della amata piazza , baciata dal sole che sorgeva da dietro l’obelisco e che ha illuminato la bara poggiata su una pedana nel centro della piazza, con sopra il Vangelo sfogliato dal vento ! Un momento unico come avvenne al funerale del predecessore, Giovanni Paolo II, circa vent’anni fa. Franciscus ha saputo unire noi tutti in una unica famiglia . Rimarrà scolpita la bandiera dei ragazzi con la scritta: “Adios padre, maestro y poeta”.

La piazza piena di colori! Dalla porpora dei cardinali, alle mitre dorate dei patriarchi delle Chiese orientali, alle velette nere delle consorti di sovrani e diplomatici, fino al copricapo piumato bianco e rosso degli indigeni del Canada. Le melodie e i canti tra cui  il Requiem della Schola Cantorum e l’Ora pro eo intonato dalla moltitudine di gente in risposta alle litanie in latino. 

Gli applausi all’uscita del feretro partiti dal fondo della folla e arrivati fortissimi fino all’altare all’uscita della bara dalla Basilica di San Pietro, alle 10.08, portata in spalla dai sediari pontifici in una processione silenziosa. Il reale  desiderio di Jorge Mario Bergoglio era quello di creare una Chiesa che fosse “casa aperta a tutti”, il suo primissimo viaggio a Lampedusa per regalare sollievo in mezzo ad una delle più tremende tragedie migratorie, il suo richiamo a doveri e responsabilità per la Casa comune; l’incessante appello tra la pandemia di Covid e il dramma della guerra: “Nessuno si salva da solo”, implorando pace, pace, pace contro una guerra  “è sempre una sconfitta”.

Il cardinale Re con parole semplici si è soffermato sull’intenso periodo del pontificato. Mettendo in evidenza la personalità di Jorge Mario Bergoglio, del suo afflato pastorale, della sua “spiccata attenzione alle persone in difficoltà” e della sua effettiva capacità di spendersi “senza misura”! Il decano ha ringraziato anzitutto quanti sono venuti da numerosi Paesi “ad esprimere affetto, venerazione e stima verso il Papa che ci ha lasciati”, a cominciare dalla gente accorsa numerosissima in questi tre giorni di esposizione della salma del Pontefice nella Basilica vaticana, e ancora più numerosa oggi in Piazza.

Il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti ed i cuori e quanti “ cantieri “ operosi sono stati aperti   ! A partire dalla  attenzione verso gli ultimi e le persone più fragili che voleva assolutamente proteggere . 

Il cardinale Re ha fatto riflettere sull’ultima immagine pubblica di Francesco la domenica di Pasqua, quando, nonostante i gravi problemi di salute, ha impartito la benedizione Urbi et Orbi dalla loggia di San Pietro e poi è sceso in piazza per salutare dalla papamobile la grande folla che lo aspettava . Un gesto che esprime una piena volontà di continuare a manifestare amore verso tutti . Il suo donarsi senza riserve , nonostante la sua precarietà . Rimarrà scolpita la sua piccola voce e il suo affanno nel pronunciare la benedizione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena”. Inarrestabile la voglia di amore e di amare un esempio che dovremmo conservare a futura memoria . Infatti parlando di passaggi nel tempo tra “ metafore e memorie” il Cardinale Re ha ricordato il giorno del 13 marzo 2013, giorno dell’elezione sul Soglio di Pietro dell’arcivescovo di Buenos Aires che si presentò con il semplice nome di Francesco. Inutile dire , con la scelta del nome ,  ha voluto indicare sin da  il simbolo “di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo pontificato, cercando di ispirarsi allo spirito di San Francesco d’Assisi”,  desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati e i detenuti . 

“È stato un Papa in mezzo alla gente con il cuore aperto verso tutti” e anche un Papa “attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa”! Questa attenzione e questa vicinanza si sono rese visibili nel vocabolario attraverso il quale il Papa “ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo”. “Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa”, ha precisato nella sua omelia  il cardinale Re ! 

Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, con la sua profonda sensibilità si è donato nel confortare ed incoraggiare con un messaggio semplice  capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato. Le parole chiave del suo Pontificato sono sempre state : “Accoglienza, ascolto, evangelizzazione”. Agevolmente si ricorda quanto fosse forte il suo 

autentico carisma, inteso nell’ accoglienza degli ultimi e nell’ascolto che  “ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali”.

“Il primato dell’evangelizzazione” è stato poi la guida del pontificato, così come “la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte”. Più volte Papa Francesco ha fatto ricorso all’immagine della “Chiesa come ospedale da campo”. Una Chiesa “desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo” e “capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite”. Indimenticabili gli innumerevoli suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi. La sua missione  è sempre stata rivolta  nell’operare a favore dei poveri”! Basti ricordare i suoi viaggi a Lampedusa, a Lesbo, al confine tra Messico e Stati Uniti. Luoghi, tutti, feriti dal dramma delle migrazioni. Poi l’Iraq, viaggio compiuto nel 2021 “sfidando ogni rischio” e che “resterà nella storia” perché “balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’Isis”. Un viaggio anche importante per il dialogo interreligioso, “un’altra dimensione fondamentale della sua opera pastorale”.

Sin dall’inizio del suo Pontificato Papa Francesco ha sempre messo al centro il Vangelo della misericordia,  ripetutamente diceva che Dio non si stanca di perdonarci! Egli perdona sempre qualunque sia la situazione “di chi chiede perdono e ritorna sulla retta via”! Con parole piene di stimolo invitava  alla fraternità! Così come la invocazione continua alla “Misericordia” e “ alla gioia del Vangelo” altre due parole chiave di questo intero  pontificato. Usava dire molte volte che si trattava di due vocaboli in netto contrasto con quella che ha definito “ la cultura dello scarto”! L’importante era per Franciscus la cultura dell’incontro e della solidarietà”. Infatti il tema della “fraternità” ha attraversato tutto il pontificato con toni decisi e vibranti, con il suo intento di “far rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità” e ricordare che “apparteniamo tutti alla medesima famiglia umana”. Un’altra enciclica rimane simbolica ed è la Laudato si’, per richiamare doveri e corresponsabilità nei riguardi della casa comune, ha detto Re. “Nessuno si salva da solo”, il messaggio centrale, e il Papa lo ha declinato anche nel dramma delle guerre infuriate in questi anni, “con orrori disumani e innumerevoli morti e distruzioni”. Davanti a questo, “Papa Francesco ha incessantemente elevato la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra sosteneva con convinzione “ è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole”! 

La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente! Pensandoci :  essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta ed è un vero insuccesso ! 

Certamente la rievocazione delle diverse emozioni non finisce qui . Significativo ed emozionante commovente il passaggio  della vettura scoperta con la bara di Papa Francesco per le strade di Roma ! Franciscus che ha voluto a tutti i costi ritornare a pregare in un luogo a cui teneva tantissimo . Proprio in questo momento si avverte ancor di più la sua assenza ma sappiamo confortarci perché da domani possiamo portare un nostro fiore nella dimora ultima che ha scelto per se . 

“Ora chiediamo a te di pregare per noi”! 

Un’eredità enorme, dunque, quella lasciata da Papa Francesco. E oggi tutti pregano “perché Dio lo accolga nell’immensità del suo amore”.

Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi ed i suoi incontri dicendo: “Non dimenticatevi di pregare per me”. Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza e del dialogo con rispetto e amore . Emozioni continue ed incessanti manifestatesi all’udire degli  applausi a fine omelia, e anche preghiere in arabo, in cinese, portoghese, polacco. Vedere il feretro cosparso di incenso e acqua benedetta, il rito della “Ultima Commendatio e della Valedictio” ,  la “Supplicatio” di patriarchi, arcivescovi maggiori e metropoliti delle Chiese orientali cattoliche tutti vicino  alla bara ma verso alla bara, con il suggestivo canto: “Concedi il riposo all’anima di questo tuo servo defunto Francesco, vescovo, in un luogo verdeggiante, in un luogo di beatitudine dove non sono più sofferenza, dolore pianto”.

Infine il gesto pieno di slancio di alcuni  bambini che  portano dei fiori nella Basilica di Santa Maria Maggiore che fanno da sfondo alla processione del feretro verso Santa Maria Maggiore. 

Le campane di San Pietro che hanno suonato alle ore 12 in punto. Così sul finire , almeno meno di venti minuti dopo si è conclusa la celebrazione e in tanti dalla Piazza sono corsi, mentre i sediari portavano il feretro di nuovo all’interno della Basilica, verso la Porta della Preghiera da dove la bara chiusa è uscita sopra una vettura scoperta bianca. Quasi una papamobile ad accompagnarlo nel suo ultimo giro in mezzo al popolo che lo ha atteso numeroso ai lati delle strade di Roma – 150 mila le persone che  secondo le stime hanno avuto modo di salutare e applaudire con le lacrime Franciscus . Infatti dall’ingresso del Perugino, passando per il centro storico, fino a San Giovanni in Laterano e, infine, via Merulana e Santa Maria Maggiore. La “sua” Basilica, quella della madre, la Salus Populi Romani, la Vergine che da secoli veglia su Roma e, da oggi, su questo figlio che quando sostava dinanzi a Lei ha sempre avuto sulle labbra una sola parola: “Grazie”.

Speriamo che quei cantieri di dialogo e di amore possano continuare ad accogliere le persone più bisognose , a risolvere i problemi dell’umanità intera . Dobbiamo mettere in pratica in ogni settore , quello che diceva Papa Francesco per continuare a vivere sapientemente! Una società che si intende progredita deve coniugare tanti elementi diversi al proprio interno . Quella diversità che va rispettata e amata e non deve essere motivo di discordia . La pace nei nostri cuori e nelle nostre azioni . La volontà di donare senza limiti per costruire un futuro glorioso ! La vera rinascita e rinnovamento nello spirito e nel cuore. Bisogna fermarsi a riflettere e chiedersi come possiamo essere migliori e come impegnarsi in un mondo difficile.


La testimonianza dei fedeli rappresenta questo grandissimo legame a Franciscus per tutto ciò che ci ha donato , la sua esistenza per salvare l’umanità intera.

 

La giornata di oggi nella città di Roma , è testimonianza di che cosa e’ il vero amore e il dialogo . Due pilastri per il vivere sociale ! 

Avv.Patrizia Valeri  – Patrocinante in Cassazione – Giurisdizioni Superiori

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