SIMONE GIANLORENZI OSPITE DI RADIO GHIACCIO BOLLENTE

Simone Gianlorenzi ospite del programma “Ghiaccio bollente” attraverso una frizzante intervista con la simpaticissima Carla Lanzetta si racconta parlando della sua passione per la musica, delle sue conquiste, dei suoi sogni e con molta umiltà dispensa consigli a tutti i giovani che vorrebbero affacciarsi al mondo della musica.
Nella parte iniziale dell’intervista la conduttrice come da rito chiede al musicista come e’ nata la sua passione per la musica e Simone con un sorriso smagliante risponde:

“la passione è nata in maniera del tutto casuale,nel senso che la mia famiglia non ha niente a che vedere con la musica addirittura i miei genitori non avevano nemmeno lo stereo in casa quando ero bambino, devo dire che è stata la mia salvezza,la mia fortuna perché potermi esprimere poter tirar fuori tanta energia attraverso la musica, attraverso l’ascolto, ma anche attraverso la pratica lo studio e mi ha portato a sfogare tutta quella energia che avevo dentro.

Un energia Che quando sei giovane hai bisogno di tirar fuori e per me è stata una grande valvola di sfogo ma è anche stata una cosa che mi ha insegnato molto nella vita cioè il fatto di studiare in maniera seria uno strumento dedicarsi con cura con costanza perseveranza e raggiungere obiettivi Cioè per me è stata una grande è tuttora una grande scuola di vita quindi la chitarra la musica In generale mi hanno salvato la vita più di una volta durante la mia vita quindi posso solo venire cose bellissime”.

Simone prosegue l’intervista dicendo di aver iniziato anche a studiare canto come strumento terapeutico dal potere liberatorio :

 

“Negli ultimi tempi ho preso lezioni di canto per imparare un po’ a cantare un po’ la tecnica eccetera Perché poi tanto è molto molto una cosa molto più intima di suonare uno strumento perché uno strumento per quanto sia stata una cosa esterna ed è una cosa che viene da dentro quindi è una cosa proprio super liberatoria è quasi come andare in palestra,come andare a correre,in qualche modo il canto esprime e tira fuori tutta una serie di cose interiori che che è difficile tirar fuori con con uno strumento esterno al proprio corpo.
Quindi io se posso consiglierei a tutti di cantare”.

La conduttrice facendo riferimento ai genitori di Simone gli chiede come hanno reagito quando hanno saputo della sua scelta lavorativa nel mondo della musica

“L’hanno presa benissimo perché ovviamente non mi hanno detto assolutamente nulla.
Per anni si sono tenuti dentro questa angoscia perché avere un figlio in giro per il mondo che cercava di fare una cosa una cosa che per loro impensabile, bisogna comunque pensare al fatto che quando ho preso questa decisione era il 1997/8 Quindi era un’altra epoca non era come oggi, dire ai propri genitori mamma Io voglio fare il musicista e anche perché non esistevano degli Studi accademici riconosciuti dallo stato come si sono oggi non esisteva era una professione ancora un po’ strana no che magari poteva praticare solo chi viveva una grande città e per chi invece come veniva da un piccolo paesino sperduto dell’Umbria era molto difficile immaginare un futuro da musicista però i miei genitori mi hanno sempre sostenuto con tanto affetto tanto entusiasmo e hanno sempre creduto in me erano sfiduciati nel resto del mondo nel fatto che proprio fosse un lavoro così inesistente tra virgolette ma credevano sicuramente nelle mie Nella mia forza d’animo nella mia bontà d’animo nel mio impegno e alla fine sono così orgoglioso di avergli averli in qualche modo rassicurate aver dato ragione sia a loro che a me facendo questo lavoro.
Faccio questo lavoro dal 1997 quindi stiamo parlando di 24 anni ,sono un sacco di anni considerando che io ho 45 anni,quindi la mia gioia più grande è essere riuscito a fare quello che ho sempre sognato di fare e allo stesso tempo sono riuscito a rassicurare i miei genitori che si meritavano comunque di essere rassicurati per tutto quello che hanno fatto per me”.

L’intervista continua con dei ricordi legati alla musica e Simone fa’ un po’ di fatica ad elencarne qualcuno perché a detta sua tutti i ricordi legati alla musica sono belli:

 

“Ho tantissimi bei ricordi ,ne ho una marea ,per me qualsiasi ricordo legato alla musica in qualche modo è bello faccio fatica a trovare un ricordo brutto però è chiaro che attualmente in questo momento il mio ricordo più bello è quando l’anno scorso ho condiviso il palco con Anastacia durante il tour europeo di “We will rock you”.
Questo tour è durato 4 mesi Europa suonare e che accompagnare suonando la musica dei Queen un artista internazionale internazionale così famosa E forte come la specie o immaginare che è una di quelle cose che in qualche modo ti riempiono il cuore della vita anche se mi auguro di fare tante altre cose e sicuramente sarà sempre più belle e più grandi però allo stato attuale probabilmente la cosa che più di tutti Mi ha entusiasmato di questo lavoro”.

 

Non mancano i sogni per Simone che fantastica ad occhi aperti:

“Vorrei essere il chitarrista degli U2 almeno per una notte ovviamente non succederà mai lo so già. Però ci sono tanti sogni invece che possono essere realizzati ne sono più che certo.
Mi piacerebbe riuscire ad organizzare un piccolo tour,una cosa molto piccola con il mio trio e poter fare alcune date in giro per l’Italia.
Un sogno così Non è così complesso e impossibile,una cosa abbastanza semplice,sarebbe bello poter portare la mia musica in giro per piccoli club e magari incontrare persone che possono appassionarsi ascoltandomi suonare le mie canzoni.
sarebbe molto bello!”

Simone con la grande umiltà che lo contraddistingue conclude l’intervista cercando di dispensare dei consigli a tutti coloro che sognano di intraprendere la strada della musica:

“Il consiglio che posso dare è di non rinunciare mai ai propri sogni di perseverare sempre e cercare di dare sempre il massimo restando umili e determinati.
Bisogna cercare di raggiungere i propri obiettivi,cercare in qualche modo di realizzare i propri sogni.
Io spesso quando parlo ai miei allievi paragono la vita ad un viaggio in Cina.
E’ chiaro che se io pensassi di dover andare in Cina adesso penserei o Dio come faccio? ti prende l’ansia e hai paura.
In realtà’ la prima cosa che devi pensare e’ quella di alzarmi dalla sedia arrivare fino alla porta di casa.
Quindi bisogna creare delle piccole tappe per arrivare in Cina,probabilmente non ci arriveremo mai in Cina ma l’importante è partire perché poi il bello del viaggio e viaggiare”.

Luigi Raimondo Migliaccio

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