Prosegue la ventinovesima edizione del Romaeuropa Festival con la sua fusione di linguaggi e sonorità diverse: dal 14 al 25 Ottobre riflettori puntati sulla visionarietà tecnologica di Digital Life, in mostra a La Pelanda/Macro fino al 30 novembre, e sulla scena musicale internazionale che vedrà avvicendarsi Alain Platel, The Irrepressibles, Le Luci della Centrale Elettrica, Frèderick Gravel, Motus, Adrian M e Claire B.
Musica e danza africana, melodia barocca e teatro contemporaneo si intrecciano nel concerto danzato di Alain Platel e Serge Kakudji, il 14 e il 15 Ottobre al Teatro Argentina. Un’ode ai “sapeurs”, i dandy congolesi, tra vestiti colorati, pomposità, oblianza e ironia per una fantasmagoria musicale che coinvolge cantanti, attori, musicisti, mimi e ballerini.
Sarà l’affascinante voce di Jamie McDermott, carismatico leader della band londinese The Irrepressibles, protagonista di due appuntamenti dal forte impianto spettacolare, entrambi in prima italiana al Teatro Eliseo: il 15 Ottobre Cabaret Songs (brani di Benjamin Britten su testi di Wystan Auden, Cole Porter, Kurt Weill, George Gershwin, fino ad alcuni inediti di Conor Mitchell), seguito il 16 Ottobre da Nude:Viscera, concerto-spettacolo sensuale, intimo e, appunto, viscerale. Mc Dermott, che molti paragonano ad Antony Hegarty degli Antony and the Johnons, si inoltra nei territori del rock e del grunge assieme alla sua band baroque-pop, una delle più creative e visionarie dell’universo british.
Cantautorato, questa volta italiano, con la voce ora carezzevole ora ruvida di Vasco Brondi, ovvero Le Luci della Centrale Elettrica, una delle personalità più amate nel panorama italiano. Negli spazi de La Pelanda, Brondi presenta il 17 e il 18 Ottobre Cronache Emiliane, una creazione pensata ad hoc per Romaeuropa Festival che lo vede coinvolto insieme a Federico Dragogna (i Ministri) in un viaggio geografico, sentimentale e artistico nell’Emilia a partire dalle fotografie di Luigi Ghirri.
Il rock si intreccia alla danza con il canadese Frèderick Gravel che il 18 e il 19 Ottobre al Teatro Eliseo presenta in prma italiana il suo Usually Beauty Fails, un potente omaggio coreografico all’universo della bellezza tra seduzione, vulnerabilità e ironia.
Per il loro debutto nel teatro musicale, i Motus hanno scelto il King Arthur (18 e 19 Ottobre, Teatro Argentina), un gioco raffinato di specchi, di tensione tra parola e canto, di lotte terrene e forze naturali, create dal testo di John Dryden e dalla musica di Henry Purcell.
Visionaria e tecnologica, infine, la coreografia di Adrian M e Claire B, Hakanai, in scena il 24 e il 25 Ottobre a La Pelanda (nella cornice della quinta edizione di Digital Life): un dialogo ad alto tasso spettacolare tra una danzatrice e la scenografia digitale che la circonda, un panorama in continua trasformazione, un paesaggio onirico che reagisce attraverso il movimento.
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