Vladimir Luxuria un personaggio dalle mille sfaccettature: attivista, scrittrice, personaggio televisivo, opinionista, direttrice artistica, attrice, cantante, drammaturga ed ex politica italiana. Una donna dotata di un grande carisma, di sensibilità, e amante della cultura, oltre ad avere una profonda religiosità. Deputata della Repubblica Italiana dela XV legislatura, durante il governo Prodi II, membro della VII Commissione che si occupa di cultura. La sua elezione è un evento molto importante, è la prima persona transgender ad essere eletta al parlamento di uno stato europeo. Finalmente un cambio di rotta, una società che inizia a riconoscere che nella vita conta la professionalità, il patrimonio intellettuale e personale di una persona, rompendo ogni pregiudizio. Laureata in lingue e letterature straniere all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con 110 e lode. In occasione del “Premio Razionale”, che si è svolto a Crotone, abbiamo intervistato Vladimir Luxuria, per poter approfondire con lei alcune tematiche sociali importanti, e per poterla conoscere meglio.
D: Sei un’artista a tutto tondo, la tua è una carriera esemplare, hai avuto tantissime esperienze in molti campi da quello artistico-culturale, a quello politico. La parte che ti appartiene di più tra tutte queste?
R: “In realtà ho sempre amato fare spettacolo perché la fantasia per me è stato un rifugio. Nei momenti di sconforto io andavo nel salone, sai la tipica stanza dove c’era la credenza con il servizio di piatti buono e, c’era uno specchio grande, allora io prendevo una penna in mano e pensavo di essere una cantante, un’artista. Mi mettevo davanti allo specchio, evadevo dal mondo ostile e mi immaginavo un mondo tutto mio. Per me la fantasia, l’arte, è stata una grandissima arma di sopravvivenza, la cultura in particolare”.
D: Il modo con cui ti esponi e ti esprimi dimostra che appunto la cultura è insito nella tua persona…
R: “Io ho sempre amato la cultura, amavo amavo andare a scuola, la letteratura, mi ha dato la forza di andare avanti. Ancora oggi prediligo visitare musei perché rappresenta una fonte inesauribile e rinnovabile, giacché quando tu vedi un quadro e lo rivedi dopo 2 anni, provi sempre delle sensazioni nuove. Visto che mi trovo qui a Crotone sono stata al museo archeologico della città, mi sono molto emozionata a vedere, a sapere la storia del Tripode. Io ho fatto veramente di tutto, teatro, politica, ho scritto libri, ho fatto l’opinionista per i reality, ho partecipato ad un reality. Penso però che la cosa più importante è il contenuto del contenitore, cioè indipendentemente dalla situazione in cui ti trovi, devi dire quello che senti di essere, mai montarti la testa, mai sentirti superiore ad un altro perché sei sul palcoscenico”.
D: Cos’è per te il palcoscenico?
R: “Il palcoscenico è un mezzo per veicolare dei messaggi che devono essere utili per aprire le menti delle persone che a volte sono chiuse e puzzano di stantio”.
D: Molti giovani vogliono arrivare velocemente al successo, a volte affidando la loro immagine ai social oppure partecipando a reality, senza possedere capacitàartistiche. Tu hai parlato di un aspetto molto importante, ossia la cultura, è con essa che ti sei formata. Cosa ti sentiresti di dire a queste persone che invece non intraprendono uno studio e mettono da parte la cultura?
R: “Questo lo vivo in prima persona perché ovviamente sto in quel mondo, quindi conosco gli influencer, modelle. Gente che tu dici:”Ma questi che hanno fatto in vita loro e si tratta di qualcosa però di effimero”. In realtà poi però ti faccio un esempio Luca Argenterio, è stato un ragazzo che ha fatto il Grande Fratello, quindi ha partecipato ad un reality. Dopodiché lui non si è fermato lì, finito il programma ha incominciato a frequentare un corso di recitazione perché lo studio è importante, oggi è un attore affermato. Non bisogna pensare che basta fare un reality o fare l’influencer perché poi tanto dopodomani ce ne sarà un altro, con nuovi protagonisti e diventerai uno dei tanti del sottobosco degli ex partecipanti. Bisogna studiare, studiare…..”.
D: Immagina di poter condurre un programma, quale sceglieresti?
R: “Mi piacerebbe condurre un programma in cui si possa parlare di tematiche sociali, non con pesantezza ma con la leggerezza di cui sono capace”
D: Ogni giorno tantissime donne sono vittime di violenza fisica, psicologica e sociale, molte delle quali sono disabili ed hanno ancora meno possibilità di denunciare quanto accade nella loro vita. Te la senti di lanciare un messaggio?
R: “La violenza sulle persone disabili è veramente vomitevole. Guarda mi sale proprio la bile quando leggo le notizie in cui si parla di questi video che girano in rete e, mostrano atti di violenza sui disabili e in più si vantano pure di picchiare una persona che neanche si può difendere. È uno scempio, è veramente disumano, proprio non riesco neanche a commentarlo. Questa è gente che dev’essere recuperata perché fanno la cosa peggiore che si possa fare. Ma poi questa gente crede di essere normale? La disabilità ce l’hanno loro nel cuore, nella testa. Per carità, mamma mia, non vorrei mai essere come uno di quelli”.
Intervista a cura di Maria Vittoria Corasaniti