Firenze 11 dicembre 2018 – Ieri sera il mio redattore mi chiama mentre stavo cucinando, anzi mentre stavo bruciando la cena, e mi propone il tema di un articolo. Inizialmente capisco che voleva parlassimo del tema del “tamarro”. Un po’ stupito gli dico “mai sei sicuro di voler parlare dei tamarri?”, esplode a ridere e mi scandisce così la parola che in realtà è “Tabarro”.
Mi chiede se lo conosco, e gli rispondo “certamente”, anche perché tra parentesi sto rivisitando per un’azienda questo capo d’abbigliamento per la prossima kermesse di Pitti Immagine. Molti di voi si staranno chiedendo cos’è il Tabarro. L’uso del termine è particolarmente diffuso nel Veneto, risentendo della diretta influenza veneziana. Il tabarro è una tipologia di antico mantello, ampio, rotondo, a ruota, in tessuto pesante spesso reso impermeabile. Di colore scuro, con bavero, ha un solo punto di allacciatura sotto il mento, un’unica cucitura sulla schiena e viene tenuto chiuso portando un’estremità sopra la spalla opposta in modo da avvolgerlo intorno al corpo.
Mi ricordo che una delle prime volte che lo vidi dal vivo ero al Mercante in Fiera a Parma, fui subito colpito da questo capo d’abbigliamento particolare ma a mio avviso se saputo abbinare oggi, un capo davvero “cool” e ricercato.
Chissà cari amici lettori se a voi potrebbe piacere questo indumento fuori dal tempo.
di Cristiano Gassani
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