Balotelli a Belve: "La non esultanza in Italia-Germania ...

Seduto sul celebre sgabello del programma, l’ex attaccante di Inter e Milan si è raccontato senza filtri, offrendo al pubblico un ritratto inedito e autentico di sé, tra aneddoti, autocritica e riflessioni sul proprio percorso umano e sportivo.

Un Super Mario più umano che mai

Balotelli ha subito chiarito di non amare particolarmente le interviste, ma di essersi preparato per l’occasione. “Sono sempre stato Mario”, ha detto, togliendo idealmente quel “Super” che per anni ha accompagnato il suo nome. Ha ammesso di essere stato spesso troppo esaltato o troppo criticato, senza mai trovare un vero equilibrio nell’opinione pubblica: “Non c’è mai stato equilibrio con me”.

Alla domanda su che tipo di “belva” si senta, ha risposto: “Un uomo, perché è la belva più furba”. Ha poi descritto il suo carattere come difficile, buono, sensibile, protettivo e a volte incazzoso, ma soprattutto empatico. Ha confessato di essere vulnerabile, ma non insicuro, e di ridere spesso in privato.

Rimpianti e scelte di carriera

Balotelli non ha nascosto i rimpianti per alcune scelte fatte, soprattutto nell’ultima stagione al Genoa, definita “una scelta sbagliata per il tipo di società”. Dopo pochi minuti giocati e un ruolo marginale nella squadra, ha dichiarato di voler chiudere la propria carriera altrove: “Giocherò ancora due o tre anni, poi smetto. Ora mi piacerebbe andare in America”.

Sul confronto con i grandi del calcio mondiale, Balotelli ha detto: “Non ho nulla da invidiare a Messi e Cristiano Ronaldo. Forse non sono stato un professionista come Ronaldo, che si massacra di allenamenti, ma sono felice di quello che ho fatto”. Ha riconosciuto di aver peccato in costanza, ma ha respinto l’etichetta di “talento sprecato” come esagerata.

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Momenti iconici e confessioni personali

Durante l’intervista, Balotelli ha ripercorso alcuni episodi diventati iconici, come la mancata esultanza nella semifinale Italia-Germania (“una tamarrata”, l’ha definita) e il famoso fallo subito da Francesco Totti: “Gli ho scritto: perché mi hai dato un calcio? E lui: manco ti ho preso bene”.

Non sono mancati momenti più intimi, come la confessione della paura degli spiriti (“Una volta ho cambiato casa per questo motivo”) e il ricordo commosso del padre, l’unica persona che riporterebbe in vita per chiedere un consiglio.

Rapporti e polemiche

Balotelli ha parlato anche dei suoi rapporti con allenatori e compagni: “Io e Mourinho eravamo due teste di cavolo, ma lui è peggio di me come carattere”. Ha ricordato amicizie come quelle con Boateng, Neymar e Materazzi, e ha sottolineato di non essere mai stato un elemento negativo nello spogliatoio, contrariamente a quanto spesso raccontato dai media.

Sul fronte privato, Balotelli ha affrontato anche il tema della paternità e della relazione con Raffaella Fico, spiegando i motivi che lo portarono a chiedere il test di paternità dopo la nascita della figlia Pia: “Lo rifarei, perché Raffaella è stata fondamentale nella mia vita, ma ha sbagliato tanto con me. Che fosse incinta l’ho scoperto da mio fratello, lei negava”.

Il futuro e l’eredità di Balotelli

Guardando avanti, Balotelli ha dichiarato che il calcio giocato gli mancherà solo dal punto di vista atletico, ma non tutto ciò che gli ruota intorno. “Il calcio è un mondo finto”, ha detto, ribadendo la volontà di chiudere la carriera lontano dall’Italia e dall’Europa, forse negli Stati Uniti.

L’intervista a Belve ha mostrato un Balotelli maturo, consapevole dei propri limiti e delle proprie scelte, ma anche orgoglioso del percorso fatto, senza rimpianti e con il coraggio di raccontarsi senza maschere. Un ritratto che, forse più di tanti gol, restituisce la complessità e l’umanità di uno dei personaggi più discussi e affascinanti del calcio italiano.


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