Focus”, la rete tematica Mediaset diretta da Marco Costa, lunedì 23 novembre, alle ore 21.15, propone la seconda parte della produzione inedita e originale «Gladiatori: tra storia e leggenda», a cura Laura Pepe.

Con l’antichista e docente all’Università degli Studi di Milano, numerosi storici e archeologi, tutti coinvolti in un viaggio che va da Pozzuoli al Colosseo, per dare conto di come vivessero, si allenassero e combattessero questi lottatori dell’Antica Roma.

Il documentario rilegge quel mondo, documentando – a partire dalle fonti storiche più sicure – l’origine dei giochi gladiatori, e come e perché i Romani abbiano assegnato loro valenza sociale, politica e culturale, facendone uno svago tra i più popolari: con un tifo organizzato e appassionato, a tratti violento, paragonabile a quello odierno per il calcio.

Molte informazioni storicamente fondate – però – risultano in contrasto con le convinzioni che un po’ tutti hanno sui gladiatori. L’inchiesta di Laura Pepe rivela che innanzitutto non erano schiavi, se non raramente. Che non erano soldati, semmai ex soldati fatti prigionieri. Che di fatto erano atleti contrattualizzati e con obblighi precisi di condurre una “vita da atleta”. Che erano assistiti da medici capaci e seguivano una dieta prevalentemente vegetariana.

I gladiatori, poi, non dovevano darsi la morte nelle arene. Potevano morire, ma erano incidenti. Erano molto simili ai nostri wrestler, solo che la loro funzione sociale andava ben oltre lo spettacolo e aveva implicazioni religiose, identitarie e politiche. Per certi aspetti, funzioni più assimilabili a quelle del nostro calcio. Erano veri divi: i loro allenamenti erano seguiti dal pubblico e sui loro incontri fiorivano le scommesse.

Condividi