DevilsKnot_locandinaGrande attesa nei giorni nelle sale cinematografiche scorso per il film che racconta di un triplice omicidio che ha sconvolto l’America. Uno degli errori giudiziari più contestati degli ultimi anni. Devil’s Knot – Fino a prova contraria, diretto da Atom Egoyan e interpretato dai premi Oscar® Colin Firth e Reese Witherspoon, racconta l’agghiacciante odissea dei “Tre di West Memphis”, adolescenti tra i 16 e 18 anni, considerati “strani” al giudizio di una conservatrice cittadina di provincia, che nel 1994 vennero condannati per aver ucciso brutalmente tre bambini in un bosco. Nel 2011, dopo quasi 18 anni di prigionia, la svolta: vennero rilasciati, vittime di abbagli investigativi, confessioni piene di incongruenze, assenza di prove schiaccianti e soprattutto del pesante pregiudizio di un’intera comunità. Ad oggi il caso non è stato ancora risolto e c’è un assassino che non ha ancora un volto.

SINOSSI Tre bambini vengono rapiti e uccisi nei boschi del Tennessee. Pam Hobbs, madre di una delle vittime, non si dà per vinta fino a che non vengono individuati quelli che sembrano essere i colpevoli, tre adolescenti ribelli del paese con piccoli precedenti penali. Gli imputati, socialmente emarginati, si ritrovano, all’improvviso, a difendere a gran voce la propria innocenza sia contro una comunità intera, sia contro le autorità che erano convinte che gli omicidi erano causati da riti satanici occulti. Ron Lax, un investigatore privato del luogo (Colin Firth), e Pam Hobbs (Reese Witherspoon), la madre di uno dei bambini scomparsi, hanno entrambi il sospetto che non tutto è come appare, e mentre la polizia inneggia ai crimini satanici…la verità può fare ancora più paura. Ispirato ad un celebre fatto di cronaca che ha sconvolto un’intera nazione, il regista Atom Egoyan ci porta nelle aule di tribunale di uno dei casi più sconvolgenti degli ultimi anni.

E IN ITALIA? UN CENNO AI CASI IRRISOLTI E AGLI ERRORI GIUDIZIARI PIU’ ECLATANTI NEL NOSTRO PAESE Anche l’Italia è stata scenario di controversi casi giudiziari, balzati all’attenzione dell’opinione pubblica e seguiti quasi morbosamente dai media, per i colpi di scena che si sono susseguiti, nell’alternanza di prove messe in dubbio, errori sulle indagini, dichiarazioni ritrattate o estorte, pregiudizi sugli imputati. Come dimenticare, ad esempio, “Il massacro di Ponticelli” in cui tre ragazzi, proprio come i “Tre di West Memphis”, furono accusati dell’omicidio di due bambine. Tre gradi di giudizio che li hanno consacrati  come “i Mostri di Ponticelli”, un confuso valzer di accuse e smentite che non aiutò a fare luce su una verità che ancora stenta ad essere tale. O ancora, la vicenda di Francesco Baldussu, giovane allevatore di Dolianova ingiustamente incarcerato nel 2009 con l’accusa di aver ucciso il servopastore di Donori, Alberto Corona, ma assolto in via definitiva quasi 2 anni dopo. Casi in cui si sono alternate sentenze e motivazioni totalmente in contrapposizione, dubbi e cambi di scenari. Il celebre e inquietante delitto di via Poma che per troppi anni è stato segnato da errori gravi che ne hanno compromesso le indagini, impedendo di scoprire l’autore dell’omicidio di Simonetta Cesaroni e portando, addirittura, al suicidio di uno dei tanti accusati. Inquinamenti di prove, incertezze sui moventi, pregiudizi sui protagonisti, hanno di certo influenzato due tra i processi i più mediatici che della cronaca nera italiana degli ultimi anni: Alberto Stasi e il delitto di Garlasco e il giallo di Perugia in cui i protagonisti Raffaele Sollecito e Amanda Knox furono ritenuti colpevoli ancor prima della sentenza, per presunti comportamenti ambigui nella loro vita privata.

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