Non è un ristorante, non è una semplice casa, ma è qualcosa di più, per cui trovare una definizione esatta è un compito arduo, giacché Home For Creativity non è mai la stessa cosa. E’ un continuo divenire, la modernizzazione 2.0 del Panta Rei. Tutto scorre a Montalto Uffugo, a 1300 metri d’altezza, laddove lo scibile umano sembra aver trovato la giusta posizione sotto forma del primo co-living della Calabria.
Cos è un co-living? Si tratta dell’evoluzione del co-working in cui negli ambienti comuni le scrivanie possono essere affittate e condivise con altri professionisti; qui, invece, le imprese, i free-lance si ritrovano a vivere insieme. Una finestra sul mondo in cui si lavora a casa e si riposa nello stesso posto avendo la possibilità di collaborare con altri lavoratori che condividono la stessa filosofia. Vivere insieme per dare vita a una vera comunità di lavoro lontana dall’aria settica dell’ufficio e immersa in un brainstorming costante.
Home for Creativity è un esperimento sociale che fa parte di quella Calabria legata alle tradizioni e, al contempo, con un occhio sempre attento all’innovazione. Bisogna viverlo tout court per comprenderlo, magari iniziando da un pranzo domenicale con Roberto Caruso che vi accoglierà sull’uscio di casa in grembiule, proprio come se fosse un vostro amico. Ma l’anima di questo spazio creativo è Roberta Caruso, imprenditrice filosofica e cultrice a 360°gradi della sharing economy. L’idea è sua, avuta- racconta- dopo un periodo negli Stati Uniti. “Ho avuto l’illuminazione durante un lungo viaggio in pullman nel deserto californiano” dice la giovane ragazza la quale ha subito chiamato i genitori per esporre l’intuizione e coinvolgerli, così, in quest’ avventura. “A San Francisco mi colpì il modo in cui parlavano del nostro Sud Italia”, afferma Roberta e aggiunge: “Una volta contai tutte le persone con cui dovevo relazionarmi in una precisa giornata. Ben 19. Questo vuol dire che c’è una grande capacità di entrare in connessione con gli altri. Da questa visione i primi passi”. Una famiglia al completo coinvolta nell’impresa di Roberta, con il papà ingegnere, cuoco provetto, e la mamma, Alba, avvocato, che collabora nell’organizzazione logistica e che si ritiene soddisfatta “di questa continua compagnia”.
Dal Nord al Sud tutti vengono a vivere qui. E’ il caso di uno stilista milanese che ha alloggiato per quattro mesi in questo casolare. Quattro stanze dai nomi aulici (Didone, Socrate, Ipazia, Antigone) con i balconi affacciati sulle proprie visioni, sui bisogni dell’anima. Home for creativity è un’invenzione poetica necessaria, è la vita stessa quando si ha bisogno d’ispirazione, lentezza, autenticità e connessione. Un modello d’accoglienza che può essere facilmente implementato anche in altre zone della Calabria; una giovane modello, dunque, che grazie ai suoi studi ha scelto di fare della filosofia un’impresa. Roberta sperimenta e lo fa bene proponendo nel “Non Restaurant”: shake filosofici, cene con giudizio, cene linguistiche. In un anno a Montalto, una casa dall’alto valore emozionale è riuscita a diventare il luogo di scambio e condivisione per eccellenza, dove ogni giorno si abbattono muri per fare spazio al prossimo. Alla fine dell’esperienza, che sia una cena o un soggiorno più lungo, un pezzetto di cuore rimane lì di fronte la Valle del Crati.
Veronica Otranto Godano
post pubblicato su “Il Petilino”