Cari lettori oggi vi parlerò di rinoplastica uno degli argomenti che mi riguarda personalmente in quanto ho fatto, per un errore medico, ben cinque interventi chirurgici.
Qualche cenno di anatomia del naso, ritengo debba essere conosciuto da parte di chi vuol rifarsi il naso.
Il naso ha la forma di piramide con la base rappresentata dalla punta ( narici ) e l’apice che si trova a livello dell’angolo naso frontale. Tutti i vari componenti della piramide nasale sono oggetto della rinoplastica e possono essere modificati per raggiungere gli obbiettivi richiesti da da parte di chi vuol rifarsi il naso.
Essi sono:
– Il dorso del naso dove abitualmente è presente il gibbo, oggetto principale della rinoplastica estetica e sede dei crucci maggiori da parte di chi vuol rifarsi il naso.
– Il lobulo o punta del naso, a sua volta distinguibile in:
– columella ( struttura che separa le due narici ), ali nasali, narici.
L’unità estetica della punta costituisce il banco di prova più difficile nella rinoplastica estetica e rappresenta le cause delle maggiori soddisfazioni e delle maggiori delusioni per chi vuol rifarsi il naso.
La rinoplastica è l’intervento chirurgico che permette di rimodellare il naso o funzionale ed estetico insieme prende il nome di Rinosettoplastica. Il naso è una posizione centrale del viso ed influenza in maniera marcata l’intera immagine dello stesso. È un’intervento che richiede grande esperienza da parte del chirurgo estetico che dovrà analizzare la morfologia del viso del paziente, procedere con il rimodellamento del profilo e correggere eventuali problemi respiratori ad essa associati. Due sono gli approcci per la rinoplastica.
– Rinoplastica chiusa:
prevede, con accesso dalle narici, l’effettuazioni di piccole incisioni all’interno del naso con le quali il chirurgo ha la possibilità di intervenire su ossa e cartilagine modificando la struttura dello scheletro.
-Rinoplastica aperta:
più invasiva della tecnica chiusa e riservata a correzioni più complesse, la rinoplastica aperta viene eseguita incidendo la cute della columella alla base del naso e vengono quindi totalmente esposte le cartilagini della punta ed il dorso del naso.In questo modo é possibile per il chirurgo controllare più direttamente l’esito dell’intervento. La rinoplastica con tecnica aperta comporta un’intervento leggermente più lungo rispetto alla tecnica chiusa e la presenza di una piccola cicatrice esterna.
L’avanzamento raggiunto dalle tecniche chirurgiche utilizzate, oggi sempre più conservative, garantisce la guarigione ossea e cartilaginea in circa una settimana, ma per il completo ripristino della mucosa nasale sono necessari di solito altri dieci giorni. Per problemi tecnici il mio blog non è stato completato la scorsa settimana. Da lunedì il blog ESTETICA-MENTE di Asquini Samanta sarà attivo.
Seguitemi a presto….