Domani, martedì 14 settembre, in prima serata su Italia 1, va in onda la seconda puntata di “Buoni o Cattivi”, il programma di Videonews condotto da Veronica Gentili, che racconta spaccati della realtà italiana, attraverso storie vere in presa diretta, senza filtri, al confine tra il bene e il male.
Nella seconda puntata, dal titolo Rosa Sangue, ci si concentra sulla violenza sulle donne, sui femminicidi che continuano ad essere una piaga sociale, in continua crescita, che colpisce il nostro Paese, da nord a sud, e che miete vittime senza distinzioni di classe, di reddito, di cultura o di età.
Nel film si ascolteranno le toccanti testimonianze dei familiari delle vittime, ancora increduli per quanto accaduto ai loro cari, ma anche dei medici e degli infermieri, che prestano il primo soccorso e che raccontano le condizioni di arrivo nelle strutture, il più delle volte disperate; i racconti di giovani ragazze che hanno deciso di svelare le loro fragilità in rete, diventando un bersaglio facile dell’odio più vigliacco, quello protetto da anonimato; le storie di donne che ogni giorno affrontano da sole le loro battaglie, cadendo e rialzandosi, contro lo sguardo indifferente del mondo. Parole come stalking, haters, revenge porn, body shaming saranno al centro della narrazione, una violenza che non fa distinzioni e che può colpire anche donne forti.
Come nel caso di Diletta Leotta, protagonista dell’intervista di Veronica Gentili, una donna di successo, considerata un vero e proprio sex symbol da molti, un’icona da milioni di like. Diventata famosa grazie al suo lavoro, alla determinazione e anche a una bellezza che le si è rivoltata contro più di una volta, Diletta è diventata un bersaglio, esposta agli insulti sui social network, all’urlo dei cori da stadio, all’invidia delle altre donne. Una bellezza che l’ha indebolita quando è stata vittima di revenge porn e che ha alimentato il suo senso di colpa, come se ne fosse stata responsabile: “Quel momento me lo ricordo benissimo. – racconta per la prima volta la Leotta – Un mio amico mi ha detto che stavano girando delle mie foto, foto strane, e io ho risposto che sicuramente non erano mie, che non ero io, pensando a dei fotomontaggi. Lui mi ha mandato la prima foto e io ho sentito un vuoto dentro, mi si è bloccato il respiro credo per più di dieci minuti, non riuscivo proprio a respirare. È stato un momento tragico. Ho pensato che la mia vita fosse finita, che non sarei più uscita di casa perché all’idea che le persone potessero guardarmi, anche se avevo i vestiti, mi sentivo nuda. Quelle foto, in alcune ero ancora minorenne, erano foto che una ragazza si scatta con l’ingenuità di vedersi davanti a uno specchio, dopo la doccia. Non le avevo mai mandate a nessuno, erano all’interno del mio computer che è stato hackerato.”