Beppe Convertini si racconta a starpeoplenews.it

 

Nonostante spesso il mondo dello spettacolo riesca a cambiare gli artisti e molti dei quali non sanno gestire al meglio la popolarità, Beppe Convertini ha sempre gestito e tutelato la propria vita e la propria personalità. Ne sei consapevole?

Sono nato a Martina Franca in Puglia da una famiglia dai grandi valori che sono rimasti inculcati dentro di me e mi sono serviti ovunque andassi… I miei mi hanno insegnato che L’educazione e il rispetto altrui sono alla base della vita, e da sempre sono per me elementi fondamentali che applico tutti i giorni. La consapevolezza nasce dal fatto che mi sono sempre guadagnato con i sacrifici e tanto impegno tutto quello che sono riuscito ad ottenere dal punto di vista personale e professionalmente parlando.

Ad un certo punto del tuo percorso professionale grazie al piccolo schermo sei diventato popolare?

Si, Il personaggio di Giulio Stocchi in Vivere e l’esperienza al Festivalbar mi hanno dato una grande popolarità. Poi sono arrivati i due film ‘ Belle al bar’ con e di Alessandro Benvenuti e ‘Una Milanese a Roma’ con Nino Manfredi
mi hanno fatto conoscere al pubblico del grande schermo…
Inoltre ho lavorato in altre pellicole come ’Io che amo solo te’ con Michele Placido, Luciana Littizzetto, Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti. Sono stato apprezzato dai telespettatori che per me rappresentano tutto, anche per le serie tv come “Fratelli detective” con Enrico Brignano, “Le tre rose di Eva”, “Non dirlo al mio capo” con Vanessa Incontrada, le conduzioni de “L’estate sul 2”su Rai 2 e “L’Italia in vetrina” su Sky

Da almeno 4 anni hai sposato un progetto umanitario per aiutare il popolo Siriano. Come mai la scelta del volontariato?

Parte tutto ben prima del mio lavoro e risale a quando ho perso mio padre a 17 anni per un tumore ai polmoni. Mia madre era sempre sveglia per assisterlo, mentre lui si spegneva pian piano, a causa di metastasi che gli occludevano anche la bocca impedendogli di nutrirsi. Ero adolescente non ancora consapevole di quanto la vita ti metta a dura prova e a qualsiasi età ma tutto sommato ho saputo gestire il problema anche se non posso negarlo Ho sofferto tanto…Ricordo che girai tutta l’Italia per cercare una soluzione per mio padre. Andai anche dall’oncologo Umberto Veronesi. La decisione del volontariato l’ho maturata soprattutto quando vedevo come nella mia a casa, mio padre riceveva assistenza domiciliare costante di volontari, dottori che, tutti i giorni venivano gratuitamente per alleviargli le sofferenze fisiche e psicologiche… Erano diventati parte della famiglia.

La tua ultima missione umanitaria è stata lo scorso luglio in Siria come volontario per “Terre des Hommes”.
Che situazione hai riscontrato sul campo?

In Siria c’è una guerra civile a cui nessuno ha interesse a mettere fine perché sia i russi che gli americani sono interessati a vendere le armi rispettivamente ai ribelli e all’esercito di Assad. Alla popolazione siriana non resta da fare altro che scappare dalla morte e distruzione per cercare un futuro approdando magari in Europa, anche se naturalmente vorrebbero restare nella propria terra. centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi sono il risultato di una cultura basata sulle armi e distruzione. Ciò a cui tengo soprattutto sono i bimbi orfani che hanno perso i genitori. I piccoli, nonostante tutto, ti riempiono il cuore con i loro sorrisi, e tu cerchi di dedicarti a loro giocandoci, dandogli un’istruzione, un’assistenza sanitaria, cibo, vestiti, un posto per dormire. Bisogna garantire una sorta di normalità a questi bambini che hanno tutto il diritto di vivere una vita dignitosa e di distrarsi si vivere la loro età, perché no… anche con attività sportive, ludiche e ricreative, pensando al futuro nonostante l’orrore della guerra.

Quali sensazioni hai provato stando a contatto con il popolo Siriano?

Una grande dignità e compostezza nel racconto di ogni memoria vissuta seppur nel dolore. Nel dramma, sono stato rapito dalla gioia e dalla tenerezza dei più piccoli che mi hanno regalato, con i loro sorrisi, dei momenti indimenticabili. Il mio tempo l’ho dedicato ad aiutare gli uomini e gli straordinari volontari e cooperanti, ma soprattutto l’ho dedicato a loro, i bambini. I gesti dicevano più di mille parole, alcune volte è bastato soltanto uno sguardo o una carezza per sentirsi dalla loro parte. Ero emozionato quando facevano “la gara” per stringermi la mano o per darmi un bacio, in quel momento pensi di aver perso del tempo nella tua vita dietro alla futile quotidianità.

Tuo padre che ruolo ha avuto nella tua vita?

Un ruolo di guida e esempio d’amore Era un uomo molto allegro e divertente ma un papà anche severo ed esigente… Mia madre dopo la sua morte e’riuscita a colmare la mancanza della figura paterna. Mamma e’una donna forte, non avrei potuto desiderare una madre migliore.

Ti piacerebbe, un giorno, diventare papà?

Diventare papa’sarebbe l’emozione più grande della mia vita..Ho perso mio padre da ragazzo quindi sarebbe ancor più forte il legame che mi legherebbe a mio figlio avendo vissuto un vuoto incolmabile con la prematura morte di mio padre..

Ultimamente molte donne dello spettacolo hanno dichiarato di essere state molestate da registi o colleghi…tu hai mai ricevuto abusi o proposte sessuali?

Fortunatamente non ho subito abusi ma ho ricevuto delle proposte intime che puntualmente ho rifiutato ma questo ha compromesso il lavoro che al mio rifiuto veniva annullato

Da anni ti destreggi tra la tv, il cinema, la radio e il teatro… che cosa preferisci?

La scelta va soprattutto sul teatro: quando sei a contatto live con il pubblico quindi calcando un palcoscenico teatrale come attore o presentatore di spettacoli con migliaia di persone che con le loro reazioni immediate e dirette ti regalano emozioni continue e adrenalina a “go go” per me è ciò che di meglio si possa provare. Il sale della vita di un’artista..

Un sogno professionale che vorresti si realizzasse al più presto?

Ormai ho un’eta’ di mezzo per la quale ho smesso di sognare già da un po’ e sopratutto avendo perso mio padre a 17 anni sono stato molto realista, disincantato, pratico e poco sognatore dovendosi occupare di me e della mia famiglia.
Da quando ero ragazzo ad oggi l’Italia e’ sempre stato un paese non meritocratico e non per i giovani di conseguenza sognare non costa nulla ma sicuramente non da frutti.
Ci sono tanti talenti straordinari che sono scappati dall’Italia perché incompresi, la fuga dei cervelli e’ una costante.
Non e’ un caso che la disoccupazione giovanile sia ben oltre il 35 %..Bisognerebbe offrire un’opportunità a tutti i giovani, sono loro il nostro futuro..
Comunque mi piacerebbe fare un film in costume in modo da poter vivere vite completamente diverse dalla mia. Mi vedrei anche come conduttore di un talk show o un programma di viaggi e sul turismo.

Questo mese sarai al cinema con due film… Chi interpreti?

Si sarò tra qualche giorno nelle sale italiane con “Un figlio a tutti i costi”, una commedia diretta da Fabio Gravina, e “Le grida del silenzio”, un film thriller di Alessandra Sasha Carlesi. Sono due pellicole completamente diverse tra loro: nel primo interpreto Nettuno Tritone un artista sui generis che si offre alle coppie che hanno difficoltà ad avere figli, come inseminatore professionista, non attraverso la donazione classica ma “direttamente” con rapporti sessuali con mogli, un film dove non mancano equivoci e situazioni surreali. Nella seconda pellicola invece interpreto Maurizio un bancario che è alla ricerca di alcuni ragazzi scomparsi in un bosco. A teatro, invece, sono in tournée per tutto il 2018 con la commedia “Ricette d’amore” di Diego Ruiz dove interpreto Luca, un viaggiatore conteso tra 4 donne, una sorta di Casanova che le ama tutte e alle quali ne migliora la vita

Come va la tua vita sentimentale oggi?

L’amore fa parte della mia vita del mio mondo da sempre.

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