Tik Tok attualmente è uno dei social network più utilizzato, non solo dai giovani ma anche dagli adulti. È una piattaforma che nasce nel 2016, assorbendo l’applicazione “Musical.ly”. Tik Tok dà la possibilità agli utenti di poter dare libero sfogo alla loro creatività, consentendogli di realizzare video con sottofondi musicali o labiali. Il mondo del web continua sempre di più a far conoscere i giovani talenti, i quali diventano veri e propri personaggi pubblici, non poteva mancare all’appello Tik Tok. Ho deciso di intervistare uno dei Tik Toker più amati e che ha numerosi followers, ossia Gabriel Canella. Un ragazzo avvezzo al mondo della recitazione e del doppiaggio, il quale attraverso i suoi Pov, cerca di lanciare messaggi sociali e spera di poter diventare un bravo attore e doppiatore, senza sottrarsi ad un attento studio. Gabriel è un bellissimo ragazzo, uno sguardo dolce che sta conquistando il mondo femminile, non fatevi però fuorviare dal suo viso da cucciolo, ha un carattere ben deciso e molto misterioso. Il suo estro artistico è diventato uno strumento per abbattere i pregiudizi sulla dislessia, prima di lasciarvi alla sua intervista riporto una frase di Luisa Ingravalle, che racchiude anche il pensiero di Gabriel:
“Non permettete agli altri di decidere chi voi dovete essere. Soltanto a voi spetta farlo. Quelli che agli occhi degli altri oggi sembrano limiti, vi serviranno per dimostrare domani quanto proprio loro erano limitati”. (Luisa Ingravalle)
D: Ciao Gabriel, sei uno dei Tik Toker più seguiti in Italia, com’è iniziata la tua passione?
R: “Occorre fare una precisazione, il primo social network con cui mi sono interfacciato è stato Instagram, su cui facevo le collaborazioni con degli amici influencer famosi. Ad un certo punto non erano più attivi, ho chiesto delucidazioni e mi hanno detto che avevano scaricato e si erano iscritti su Tik Tok. Incuriosito ho deciso di intraprendere pure io l’esperienza. Sono partito da zero, in quel periodo lavoravo come marinaio, ragion per cui non avevo molto tempo a disposizione per fare video. Piano piano ho raggiunto numeri alti di followers, superando i 170 k. In alcuni periodi mi sono dovuto fermare non solo per motivi lavorativi, ma anche familiari, è morto un mio parente e questo avvenimento mi ha demoralizzato, ma successivamente ho trasformato questo episodio in forza e mi sono dato nuovi input. Ho cambiato format, ho rivoluzionare il mio profilo, da video “Lip-Sync” a “Pov”, ci sono varie categorie. Io sono partito da zero, i primi video totalizzavano circa 1.000 visualizzazioni, fino ad arrivare ad avere il boom come oggi. Il successo è arrivato anche attraverso una collaborazione con un’amica, ho duettato un video, quindi in realtà non è una vera e propria collaborazione. Mi ha dato la spinta giusta di cui avevo bisogno per ripartire. Come ho già detto mi sono dedicato ai “Pov”, che sono video parlati, quindi utilizzando la mia voce o di altra gente”.
D: Come nascono i tuoi video?
R: “Parliamo della mia categoria attuale, come ho detto sono i “Pov”, delle scene recitate, nascono da varie ispirazioni, dipende dal mio umore, dall’andamento della giornata, è correlata da tante cose. Ogni tanto guardo qualche video americano, ma attenzione prendo spunto ma non copio, amo personalizzarli inserendo nuovi contenuti. In quei video posso trovare l’ispirazione che serve come punto di partenza, come input, occorre poi tirar fuori la propria originalità, attivare altri passaggi che sono: l’elaborazione, la ricerca, l’ impegno”.
D: Per ogni video quindi dietro c’è uno studio?
R: “Si, innanzitutto c’è uno studio approfondito sul contenuto, sul tema che voglio affrontare, l’ipotetico messaggio da trasmettere. Non è a caso la scelta del personaggio, devi sempre proporre qualcosa che attiri l’attenzione, il particolare che rimanga impresso. Ad esempio ho fatto un “Pov” sul tema della mamma affetta da cancro, un argomento molto delicato, che mi stava a cuore ed ho voluto proporlo per sensibilizzare i giovani. Ho cercato di esporlo in maniera delicata, ha totalizzato un numero altissimo di visualizzazioni e complimenti, molti si sono commossi e mi hanno inviato i video in cui piangevano. È importante anche saper abbinare il look, devi saper ricreare il personaggio. Per contraddistinguermi dagli altri io indosso una collana a catenella, è un simbolo che le persone ricollegano a me”.
D: Avrai sicuramente tante fans che ti scrivono, rivelaci la domanda più frequente che ti fanno?
R: “In mi chiedono la mia età, poiché sembro molto più piccolo. Ho 21 anni, sono nato il 4/11/1999, spesso mi dicono che dimostro di avere 16 anni, difficilmente mi credono. Altre volte mi propongono di approfondire la conoscenza in privato”.
D: Parteciperesti a qualche reality?
R: “Mi piacerebbe partecipare ad un reality, ma in realtà il mio sogno è un altro, ossia quello di fare l’attore, ancor di più il doppiatore. Utilizzo Tik Tok anche per questo motivo, attraverso i “Pov” faccio conoscere la mia voce. A volte occorrenti affidarsi al fato, magari sarò fortunato e potrebbe capitare che i miei video vengano visti qualche produzione che mi sceglierà per doppiare qualche film. Diciamola tutta,v inizialmente scarica il tiktok per trovare l’anima gemella, avendo visibilità avevo più opportunità di trovarla, purtroppo in passato ho avuto tante delusioni”.
D: Se ti chiedessero di manipolare la tua personalità, in cambio della popolarità, accetteresti?
R: “Dipende il tipo di personaggio in cui vogliono identificarmi, in ogni caso credo che difficilmente riuscirei a tradire me stesso. Ad esempio risulterebbe difficile interpretare la parte del duro, prima o poi crollerei. Sarebbe molto più gratificante riuscire ad ottenere il successo mantenendo la mia personalità e, sentirmi dire che sono una bella persona più che un bel ragazzo”.
D: Il tuo rapporto con lo studio?
R: “Ammetto che non ero un secchione, studiavo il giusto. Sono dislessico ed a scuola non hanno mai facilitato le cose, non sono stati messi in atto strategie e strumenti adeguati, soprattutto alle superiori. Occorreva pensare un intervento adatto, che rispettava i miei tempi di apprendimento, senza cambiare i contenuti del programma scolastico della classe. Solo alle medie per venirmi incontro mi hanno dato la possibilità di utilizzare il computer e calcolatrice. Alle superiori è stato più difficile, mi sono rimboccato le maniche e non mi sono fatto turbare e condizionare. Bisogna però sfatare alcuni miti, abbattere i pregiudizi nei confronti dei ragazzi dislessici, non siamo diversi. La dislessia è un disturbo caratterizzato da una difficoltà nella decodifica del testo, quindi legato alla lettura ed a volte al calcolo numerico. Un bambino dislessico non possiede deficit neurologici, né di intelligenza e né sensoriali. Legge e scrive ma per farlo deve impegnarsi un po’ di più rispetto agli altri. Ciò nonostante sono intelligenti, molto più creativi, ed hanno molto più memoria. Io ad esempio, ho imparato a memoria tutta la storia del quinto anno di superiori, soprattutto quella attinente alla tesina che ho portato agli esami. Rimpiango di non aver studiato bene l’inglese, ne approfitto per lanciare un messaggio, dedicate più tempo a questa materia perché è molto importante In ogni caso agli esami di quinta sono riuscito ad ottenere il 9. Si dovrebbero sensibilizzare le insegnanti e la pubblica opinione su questo tema”.
D: Progetti futuri?
R: “Mi piacerebbe riprendere il lavoro come marinaio, ed inoltre intraprendere un importante carriera nel mondo dello spettacolo. Vorrei diventare un personaggio pubblico, avere molti fans per poter ricevere da loro molto affetto”.
D: Quali tipologie di “Pov” ti piacerebbe proporre?
R: “Una volta ho fatto un po’ in cui ho parlato della Prima Guerra mondiale, la mia idea era quella di farne molti altri. A volte la creatività aiuta ad assimilare meglio alcune nozioni importanti. Purtroppo quel video ha ottenuto meno visualizzazioni rispetto agli altri, ragion per cui ho abbandonato il progetto, poiché sui social devi adeguarti a quello che piace alla gente”.
D: Un messaggio che vorresti lanciare?
R: “Quando avete un sogno andate dritti per la vostra strada, non abbiate paura delle difficoltà che incontrerete. Siate coraggiosi, amate voi stessi e non siate delle copie”.
A cura di Maria Vittoria Corasaniti
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