Dopo una vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto suo malgrado (clicca qui per approfondire), Alessio Lo Passo, ex protagonista di Uomini & Donne, racconta la sua esperienza in carcere: “traumatica e difficile, ora apprezzo le piccole cose e sono un uomo nuovo“.

Liberante, è così che ti hanno definito in carcere, ma cosa significa?

Liberante, cioè prossimo a terminare la pena. In parole povere chi non ne ha ancora per molto. Sono stato da subito bollato come “liberante”, e, proprio per questo, non potevo nè sfogarmi, nè piangere.

Non avevo diritto di lamentarmi, sebbene mi trovassi in quella circostanza senza conoscere il reale motivo della mia detenzione.

Qual è stata la prima cosa a cui hai pensato quando sei stato portato in cella?

La mia prima preoccupazione sono stati i miei genitori, parenti ed amici.

Non sapevo nemmeno come avvisarli di quello che mi stava succedendo. 

Sono stato catapultato, mio malgrado, in una situazione che mai avrei immaginato.

Piangevo, ma non potevo farmi vedere da nessuno. Ero il detenuto con la pena più breve, ero un privilegiato, a loro dire.

Ricordi la prima visita ricevuta in carcere?

La ricordo benissimo, come fosse ieri. Mi sono preparato come fosse il primo appuntamento con una ragazza. Vidi mio padre, nascondeva la sua preoccupazione, ma mi sono subito reso conto che era solo una maschera. In mia madre vidi lo stesso atteggiamento, ma meno convincente di mio padre.

Di li a poco siamo stati travolti da un pianto liberatorio, ero a pezzi.

E poi, cosa ricordi?

Poco dopo sono stato trasferito nel carcere di Bollate, insieme ai detenuti con pene meno gravi.

Ho iniziato ad apprezzare davvero la libertà che ognuno di noi ha ma che, purtroppo, spesso, diamo per scontata.

Ricordo chiaramente la mia uscita dal carcereLo Passo, prepara le tue cose che esci“, avevo la mente offuscata, non capivo, “esco”mi sono detto incredulo.

Il carcere ti fa capire quanto sia prezioso il tempo che abbiamo a disposizione.

Ora sono un uomo nuovo, apprezzo le piccole cose e cerco di rendermi utile al prossimo.

Vedo tutto con occhi diversi, mi ritengo una persona molto fortunata.

Fonte: Il Secolo XIX

A cura di Michele Di Tommaso