Lou (Jake Gyllenhaal) non riesce a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un’illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi.
La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l’arresto di due assassini…
CAST ARTISTICO
Jake Gyllenhaal Lou Bloom
Rene Russo Nina Romina
Bill Paxton Joe Loder
Riz Ahmed Rick
Kevin Rahm Frank Kruse
Ann Cusack Linda
Eric Lange Cameraman
Anne McDaniels LA Weather Girl
Kathleen York Jackie
CAST TECNICO
Regia Dan Gilroy
Prodotto da Michel Litvak
David Lancaster
Jennifer Fox
Tony Gilroy
Jake Gyllenhaal
Produttori Esecutivi Gary Michael Walters
Betsy Danbury
Sceneggiatura Dan Gilroy
Direttore della Fotografia Robert Elswit
Montaggio John Gilroy
Scenografie Kevin Kavanaugh
Costumi Amy Wescott
Musiche James Newton Howard
Supervisione delle Musiche Brian Ross
Nic Ratner
Casting Mindy Marin
Distribuito da Notorious Pictures
Ufficio Stampa ManzoPiccirillo
IL FENOMENO YOUREPORTER
Da qualche anno si sta sviluppando un fenomeno molto interessante che è quello del Citizen Journalism: i grandi mezzi di comunicazione ufficiali attingono ai video e materiali di utenti privati per i loro servizi di informazione di massa.
YouReporter è il caso più esemplificativo di questa tendenza: è la prima piattaforma italiana di videogiornalismo partecipativo, seguita e ritrasmessa dai principali mezzi d’informazione italiani (tv nazionali, carta stampata, portali di news) e internazionali.
Scaricando un’applicazione mobile, gli utenti possono pubblicare foto e video legati a notizie o fatti di cronaca di cui sono stati testimoni. La clip resta disponibile sulla piattaforma e aperta a commenti, condivisioni e geolocalizzazioni, come in un social network.
“L’utente non sostituisce il giornalista – dice Cimarosti, co-fondatore della piattaforma, – ma contribuisce ad allargare l’orizzonte dei possibili punti di vista.”
Il sito ha vinto i #MIA 2012 (Macchianera Italian Awards, gli oscar italiani del Web) durante il BlogFest 2012. Il premio, attribuito dalla Rete come miglior community, va proprio ai 40.000 citizen journalist che ogni giorno danno il loro contributo al sito.
SINOSSI
Lou non riesce a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un’illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi.
La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l’arresto di due assassini…
LO SCIACALLO
Tutte le notti, mentre la città dorme, bande eterogenee di persone alla guida di macchine veloci, muniti di videocamere costose e di rumorose radio della polizia, si aggirano per i vasti meandri di Los Angeles in cerca di una storia. Questi giornalisti freelance, conosciuti come gli sciacalli, vanno a caccia di incidenti, incendi, omicidi e altri disastri nella speranza di vendere le riprese alle TV locali. Schizzando da una zona del crimine all’altra, sono mossi dalla semplice equazione che converte crimini e vittime in dollari e centesimi.
“So che la cultura del lavoro dei giorni nostri non garantisce più l’affidabilità del posto di lavoro che poteva essere promessa alle generazioni precedenti. Ciò che credo, signore, è che le cose belle succedono a coloro che lavorano come dei pazzi, e che le brave persone come lei, che raggiungono la vetta della montagna, non ci sono capitate per caso. Il mio motto è: se vuoi vincere la lotteria, gudagnati i soldi per il biglietto”
Louis Bloom, Lo sciacallo
NOTE DI PRODUZIONE
Per il regista e sceneggiatore Dan Gilroy la sottocultura notturna del cacciatore reietto di notizie è il mondo perfetto in cui gettare il protagonista Lou Bloom. Incarnazione di una giovane generazione alienata, Lou ha di fronte a se un futuro in cui gli stage ed il salario minimo hanno rimpiazzato la promessa di un lavoro a tempo pieno e di una carriera. “Cosa sono l’assunzione e le possibilità di fare carriera per la generazione di Lou quando le opportunità sono svanite a causa della globalizzazione del salario minimo?” si chiede Gilroy. “Questo è l’ambiente in cui è nato il personaggio di Lou. Vive in un mondo di crescente disparità economica. Porte chiuse. Praticantati che creano servitori per necessità. Questa è la realtà del lavoro per Lou e altre milioni di persone”.
Approfittando dell’opportunità di fare un’istantanea di questa sottocultura losangelina, Gilroy ha iniziato il lavoro con diversi aspetti chiave dei personaggi. “Lou è una persona che non cambia e piuttosto manipola il mondo intorno a sé”, dice il regista. “L’ho visto come un’opportunità di creare un personaggio che fa da specchio alla società”
L’ascesa di Lou nel mondo del giornalismo televisivo è una classica storia di successo all’americana – con una svolta dark. “Inizia cercando lavoro e finisce per essere il proprietario di un business in espansione. È un happy ending per il nostro eroe ma una conclusione da incubo per la società”. Gilroy afferma che ha voluto “instillare la terribile consapevolezza che il vero orrore non è Lou, è il mondo che lo ha creato e che lo premia”.
La parte difficile per Gilroy è stata mantenere una connessione tra Lou ed il pubblico, mettendo in evidenza continuamente l’umanità del personaggio. “La bibbia di Lou sono le linee guida delle multinazionali scaricate da internet, in cui crede profondamente”, spiega Gilroy. “Lou è sempre ricettivo, impara e assorbe le cose come una spugna. Queste sono qualità umane con cui ci si può identificare, così come la sua impresa di arrampicamento. Crea empatia per la sua causa dato che è in cerca di un lavoro e di una relazione. Queste qualità, combinate con la sua solitudine, rendono Lou umano”.
Colpito dalla forza della sceneggiatura di Gilroy, Jake Gyllenhaal si è imbarcato nel progetto sia come attore che come produttore di Lo sciacallo. Durante il loro primo incontro, Gilroy e Gyllenhaal hanno convenuto di tenere un approccio collaborativo al materiale. “Ho sempre voluto dare a Jake l’opportunità di fare un’intensa esplorazione”, dice Gilroy. “È un talento talmente straordinario che non volevo soffocare o restringere il suo istinto creativo”.
Una volta arruolato Gyllenhaal nel ruolo principale di Lo sciacallo, la direttrice del casting Mindy Marin ha assemblato il resto del cast, con sostanziali suggerimenti di Gilroy e Gyllenhaal.
“Jake ha voluto molto essere coinvolto nel casting”, spiega Gilroy, “e io volevo molto che lui fosse coinvolto”.
NINA, LO SQUALO DELLA NOTIZIA
L’ascesa di Lou nel mondo dello sciacallaggio è aiutata da Nina, interpretata da Rene Russo, meglio nota per le sue coinvolgenti performance in Il caso Thomas Crown e Get Shorty. “Nina è da trent’anni una veterana in quel sanguinoso sport che è il giornalismo televisivo”, dice Gilroy. “È una bellezza cinquantenne logorata e troppo imbellettata che ha cominciato davanti alla telecamera ed ora, solo con la sua tenacia, è diventata la direttrice della rete”.
Gilroy stabilisce una similitudine chiave tra il personaggio di Rene Russo e Lou. “Entrambi sono pienamente sviluppati, dice. “Non c’è sviluppo in Nina se non per il fatto che il suo lavoro è più sicuro alla fine del film che non al principio. Le regole giornalistiche che Nina infrange con Lou diventano più estreme, ma non ha fatto che infrangere regole per anni. Alla fine del film, come Lou, viene premiata per le sue scelte”.
Gilroy ha scritto la parte per Russo, sua moglie, “perché sapevo che ce l’aveva dentro di sè”, dice. “Rene ha la straordinaria capacità di mostrare durezza esteriore e sensibilità interiore, che era cruciale per il personaggio”.
Nell’ambiente del giornalismo televisivo in cui l’apparenza spesso è più importante della sostanza, la Nina della Russo doveva comunicare l’aspetto di una donna che ha cominciato davanti ad una telecamera ed ora si aggrappa alla sua posizione con le unghie. La costumista Amy Westcott ha concettualizzato un guardaroba che riporta allo splendore di Nina 20 anni
prima, quando era una personalità della televisione.
“Ci siamo molto rifatti a quello che avrebbe dovuto essere il suo momento migliore”, spiega Wescott, “Le donne nella sua posizione spesso si scelgono un look e lo mantengono. Il suo look è femminile con una punta di potenza dato che sta ancora cercando di scalare le gerarchie nella difficoltosa redazione. Abbiamo dato anche un accenno sexy al suo guardaroba, che è assai diffuso tra le giornaliste televisive di Los Angeles.
Sotto la facciata di glamour, Nina lotta per tenere il passo con un mondo connesso su internet in cui gli smartphone forniscono informazione ed intrattenimento 24 ore su 24. Nina è entrata a far parte di una razza in via d’estinzione sul punto di diventare un dinosauro dei vecchi media. Per essere competitiva, forza i limiti etici fino al punto di rottura e spinge Lou a portarle video rivoltanti. La disperazione di Nina emerge dalla sua descrizione della stazione televisiva: “Pensa al nostro programma come ad una donna urlante che corre per strada con la gola tagliata”.
LA SPALLA
Gyllenhaal si è appassionato alla ricerca della persona giusta per il ruolo della sua spalla street-smart Rick. “Abbiamo fatto i provini per il ruolo di Rick probabilmente a 60 o 70 persone e abbiamo fatto provare Jake con molti di questi attori”, racconta Gilroy. Ma dal momento in cui ha visto la registrazione del provino di Riz Ahmed, Gilroy è stato convinto che l’attore inglese di origini pakistane sarebbe stato in grado di dare una performance a 360 gradi dell’uomo rimasto senza casa alla disperata ricerca di un lavoro. “Riz ha stupito tutti con il suo primo provino e poi ci ha lasciati stupefatti la secondo volta che l’abbiamo fatto provare. Jake era lì a leggere con Riz numerose battute prima che lo scritturassimo”.
Per fare ricerca sul suo personaggio, Ahmed ha passato del tempo con dei giovani senza casa a Los Angeles. “Rick ha avuto una vita dura e ha dovuto confrontarsi con problemi legati all’abbandono”, dice Ahmed. “Si aggrappa a Lou perché lo vede come un protettore ed un mentore”.
“Rick è fondamentalmente una persona buona, ma è caduto così in basso che le sue scelte vanno contro i suoi istinti migliori”, spiega Gilroy. “Come gli altri personaggi del film, Rick si muove in un mondo di assassini ridotti a transazioni. I confini vengono varcati e bisogna pagarne il prezzo”.
LA TV LOCALE
Lou snocciola dati sul potere della tv di informazione locale e sulla sua bramosia di storie di crimini terrificanti. A sentire Gilroy questi fatti sono veri. “Nonostante la diminuzione dei tassi di criminalità, la televisione locale crea e perpetua il mito della criminalità urbana che minaccia i sobborghi. Le storie della televisione locale sono affascinate dai moniti. I crimini vengono falsamente ricollegati a degli schemi, dando l’idea di una serie crescente e pericolosa di minacce. Le notizie vengono confezionate in un prodotto che serve a vendere pubblicità”.
Lou porta le sue idee sul palinsesto ad un nuovo livello quando si getta nella sua nuova carriera. Come con ogni altra cosa della sua vita, Lou si approccia al lavoro dopo molta ricerca e preparazione. Le tracce dei discorsi di Lou sono ravvivate da fatti, consigli di auto-aiuto e sul business che ha raggranellato su internet. “È una strana combinazione di società primitiva e moderna mischiati insieme in questo essere umano”, dice Gyllenhaal. “Fa ricerche di ore ed ore su internet con lo scopo di scoprire cose sul mondo come di scegliere le parole da usare. Lou prende le informazioni che trova come se fossero scritte sulla pietra. Comunica sempre la sua idea, e tutto ciò che dice ha un aspetto di verità”. O come lo descrive Gilroy, “Tutto ciò che Lou dice è un’emulazione di un apprendimento meccanico o di un comportamento percepito, tutto scaricato e perfezionato per aiutarlo nella caccia necessaria a sopravvivere e arricchirsi”.
La costumista Amy Wescott ha sottolineato la personalità predatoria di Lou selezionando dei vestiti che riflettono la sua mentalità da cacciatore-accumulatore. “L’aspetto importante di Lou è che raccoglie informazioni e tira fuori cose da diverse persone basandosi sul modo in cui lui vede le cose. Ha questa sorta di mentalità animale, così nello sviluppo di Lou si è trattato di trovare un oggetto o un colore luccicante, qualcosa che avrebbe potuto simboleggiare il personaggio stesso”.
Gyllenhaal paragona Lou ad un coyote. “È in costante ricerca e fruga sperando di trovare UNA qualsiasi cosa”, dice l’attore. “È sempre affamato e pronto a distruggere qualunque cosa gli ostacoli il cammino. Riuscirà nella sua impresa a qualsiasi costo”.
IL BRIVIDO DELLA CACCIA
La caccia frenetica al materiale violento per le notizie dà forza alle sequenze d’azione piene di ritmo di Lo sciacallo. Gilroy dà il merito al regista della seconda unità Mike Smith per aver dato vita a quelle scene con una squadra di prima classe di guidatori stuntmen. “Si può pianificare qualcosa quanto si vuole”, dice Gilroy. “Quando hai tre macchine che vanno a 90 miglia all’ora in Ventura Boulevard a Los Angeles e stai per farle schiantare, potresti pensare di sapere dove atterreranno ma in realtà non è così. È stato incredibile vedere Mike pianificare tutto perfettamente e far andare le scene di inseguimento proprio come volevamo. Parte dell’azione è stata inaspettata, ma in un senso molto positivo”.
Gilroy si è affidato allo scenografo Kevin Kavanaugh per trovare location adatte agli inseguimenti che sarebbero state visivamente adatte alle tre del mattino. “Abbiamo fatto molte ricerche iniziali di notte per calibrare le luci stradali, le luci d’ambiente e la natura del suolo”, spiega Kavanaugh. “Poi abbiamo chiuso le strade per il nostro grande inseguimento con relativo incidente. Sono i momenti divertenti che non vedi l’ora che arrivino”.
Gilroy ed il suo team hanno girato Lo sciacallo nelle strade di Los Angeles principalmente tra mezzanotte e le sei del mattino. Gli orari si sono dimostrati faticosi sia per il cast che per la troupe ma Gyllenhaal è stato ispirato dal lavoro notturno. “Credo che girare di notte abbia aiutato a tirare fuori il subconscio”, afferma Gyllenhaal. “Ho cominciato a pensare di meno e a lasciare che le mie emozioni prendessero il sopravvento. Credo davvero nell’idea che tutte le sensazioni che hai e tutto ciò che accade durante la produzione finisca per essere profondamente incorporato in ogni inquadratura che vedi sullo schermo”.
LA BANDA DI FRATELLI GILROY
Lo sciacallo segna il debutto di Gilroy nel ruolo di regista, dopo aver visto altri registi portare le sue precedenti sei sceneggiature sullo schermo. “Da sceneggiatore sul set, ho osservato molto il lavoro degli altri registi”, racconta Gilroy. “Arrivi a un punto in cui ti senti pronto a provare tu stesso”.
Per produrre Lo sciacallo, Gilroy ha reclutato suo fratello Tony Gilroy, i cui lavori come sceneggiatore e regista includono il film nominato agli Oscar Michael Clayton. “È stato vantaggioso avere mio fratello Tony come produttore”, dice Gilroy. “L’esperienza di Tony e la sua posizione gli hanno concesso di aiutarci in molti aspetti cruciali e basilari di ciò che facevamo, o ci era concesso di fare”.
Tony Gilroy è coproduttore insieme alla sua produttrice di lunga data Jennifer Fox (Michael Clayton, Bourne Legacy). “Jen è stata inestimabile nel portare tutto ciò sullo schermo”, dice Dan. “Infatti è stata una delle prime persone ad incoraggiarmi a fare il regista. Jen ha guidato la sceneggiatura attraverso il casting, la pre-produzione, ed è stata sul set tutte le notti a darci input creativi ed assicurarsi che avessimo tutto ciò che ci serviva. Il suo lavoro è stato reso molto più difficile dal nostro budget e dal nostro programma di riprese molto serrato. Ciò che ha gestito e ottenuto è straordinario”.
Il regista indica suo fratello, il montatore John Gilroy, ed il direttore della fotografia Robert Elswit come collaboratori chiave. “Sono stato incredibilmente fortunato ad essere in grado di lavorare con loro, Robert durante la produzione e John nella post”, dice il regista.
Dan e John sono fratelli gemelli che collaborano molto strettamente. “C’eravamo solo John ed io in sala montaggio”, dice Gilroy. “John ha un ottimo occhio per il materiale, che controlla benissimo. Gli passavo una sequenza complessa e ciò che ne faceva costituiva di solito la base per ciò che è nel film”.
Un aiuto per la fase iniziale è venuto anche dal produttore David Lancaster, che si è interessato alla sceneggiatura di Gilroy e ha fatto da portavoce per il progetto presso la Bold Films. “Dan aveva un punto di vista molto forte e ponderato sul film, che ha portato al fatto che lo girasse lui”, spiega Lancaster. “Era molto preciso sul tono del lavoro, che è molto importante per un film come questo”.
UNA VISIONE DIVERSA DI LOS ANGELES
La città di Los Angeles ha un ruolo centrale in Lo sciacallo. Gilroy, che vive a Los Angeles da 20 anni, voleva opporsi all’immagine stereotipata della città come deserto di autostrade. “Los Angeles ha un potere e un’energia primitive”, dice Gilroy. “In mezzo agli oceani, le montagne, i venti di Santa Ana, i terremoti e gli incendi, ha un elemento primitivo, uno spirito indomito, specialmente la notte. L.A. Ha una bellezza intensa quando sali su una collina e vedi per venti miglia attraverso una luminosa notte nel deserto”. Pochi film si sono serviti della città così estesamente, con la storia ambientata in oltre 75 location a L.A.
Il direttore della fotografia Elswit ha usato grandangoli ed una gamma di colori vividi per rendere la visione di Los Angeles di Gilroy come un’isola nella natura selvaggia in cui l’uomo è un outsider. “Niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza Robert Elswit”, dice Gilroy. “Ha contribuito moltissimo dal punto di vista produttivo. Il suo occhio, la sua sensibilità ed energia costante – Robert era sempre presente creativamente”.
Lo scenografo Kevin Kavanaugh (The Dark Knight) ha trovato delle location a Echo Park, Angelino Heights e Downtown L.A che rendono il genere di atmosfera selvaggia in un modo che raramente si trova nei ritratti cinematografici della città. “Volevo mostrare L.A in modo che si vedessero colline a perdita d’occhio e natura lussureggiante”, dice Kavanaugh. “C’è tanta vegetazione, vecchie case e colline a Los Angeles – parti della città molto interessanti che non si vedono spesso”.
Gilroy nota che “Kevin ha trovato molte location straordinarie che non avevo mai visto prima ma che erano perfette per le scene”. “Abbiamo lavorato a stretto contatto e Kevin non ha mai fatto un passo falso nel trovare location o organizzare i set. Ha davvero compreso il materiale e l’ha fatto suo creativamente”.
Kavanaugh ha realizzato uno schema di colori dettato dalla storia che si evolve attenendosi alla progressione della carriera di Lou. “Quando introduciamo Lou sta guidando una Toyota Tercel blu e restiamo su questo colore utilizzando dei toni di blu nel suo appartamento”, dice Kavanaugh. “Tutto è low tech come se il suo equipaggiamento fosse vecchio di 10 anni. Ma poi vediamo Lou con la Challenger rossa e diventa un film completamente diverso. Quando fa quel primo gruzzolo e acquisisce sicurezza, tutto accelera ed il film diventa da quel momento un’avventura completamente nuova”.
UNA QUESTIONE DI ETICA
Lo sciacallo ritrae Lou come parte di un sistema di offerta e domanda in cui le televisioni locali esagerano i reportage sui crimini per aumentare gli ascolti. “È l’idea di vendere paura per tenere alti i tassi di pubblicità”, spiega Gilroy. “I telegiornali delle TV locali si approfittano delle persone instillando un senso pervasivo di pericolo”. Detto questo, Lo sciacallo resiste alla tentazione di giudicare. “Abbiamo sempre cercato di rimanere cinematograficamente neutrali”, dice Gilroy. “Non sottolineiamo mai nessun giudizio morale. Auspicabilmente il film comunicherà cose diverse a diverse persone. Lo scopo è che gli spettatori vedano delle parti di se stessi in Lou e nel mondo in cui si muove”.
IL CAST
JAKE GYLLENHAAL (Louis Bloom / Produttore) è stato nominato agli Oscar e ai Golden Globe e ha vinto un BAFTA ed al National Board of Review per le sue performance più intense.
Gyllenhaal ha ricevuto ottime recensioni per il suo ruolo nei due film in successione di Dennis Villeneuve: Prisoners, in cui recita al fianco di Hugh Jackman, Melissa Leo e Paul Dano, e che è stato accolto sia con grande plauso della critica che con successo al box office, vincendo il premio della National Board of Review per Miglior Cast; e Enemy, che ha fruttato a Gyllenhaal grandi riconoscimenti per la sua interpretazione in entrambi i ruoli principali.
Gyllenhaal sarà visto prossimamente al fianco di Josh Brolin e Jason Clarke in Everest di Baltasar Kormákur. Il film, che uscirà nel 2015 è basato sulla vera storia del tragico disastro sul Monte Everest nel 1996.
Inoltre, Gyllenhaal sta prendendo parte anche a Southpaw di Antoine Fuqua. La vicenda segue un campione di boxe (Gyllenhaal) nel suo viaggio fino in cima, nella sua lotta per mantenere una carriera mentre tutto intorno a lui sta andando a pezzi. Subito dopo, Gyllenhaal inizierà a lavorare per Demolition di Jean-Marc Vallee.
Al momento, Gyllenhaal sta lavorando al suo debutto a Broadway per Constellations, in cartellone solo per un periodo limitato. L’attore ha debuttato nei teatri di New York nel 2012 con If There Is I Haven’t Found It Yet, per la Roundabout Theatre Company, che gli è valso le nomination della Drama League e dei Lucille Lortel Awards. Si è trattato della sua prima performance a teatro dal 2002, in cui ha recitato nel remake di This is Our Youth di Kenneth Lonergan al West End di Londra, e per cui ha vinto un premio dell’Evening Standard Theatre come “migliore promessa”.
Lavorando con alcuni dei più grandi registi di Hollywood in grandi produzioni come in film indipendenti, Gyllenhaal ha recitato nel classico di Ang Lee Brokeback Mountain, per cui ha ricevuto una nomination agli Oscar; in End of Watch – Tolleranza zero di David Ayer, per cui è stato inserito in numerose top 10 dei critici per i film del 2012, inclusa la top 10 dei dieci migliori film indipendenti della National Board of Review; il film di culto di Richard Kelly Donnie Darko; Brothers di Jim Sheridan; Zodiac di David Fincher; Jarhead di Sam Mendes; Proof – La prova di John Madden; The Good Girl di Miguel Arteta; Moonlight Mile – Voglia di ricominciare di Brad Silberling; Lovely & Amazing di Nicole Holofcener; Cielo d’ottobre di Joe Johnston. Gyllenhaal ha anche recitato in Love and Other Drugs, per cui ha ricevuto una nomination come miglior attore in una commedia o musical ai Golden Globe.
RENE RUSSO (Nina Romina) continua a dar prova della sua versatilità di attrice in ognuno dei suoi ruoli, dando vita a performance ricche di passione, cura e verità emotiva. Prima del suo ruolo al fianco di sir Anthony Hopkins nei panni della Regina Frigga in Thor e Thor: The Dark World, Rene ha recitato nella commedia campione di incassi I tuoi, i miei e i nostri insieme a Dennis Quaid.
Quando Rene Russo è apparsa al fianco di Pierce Brosnan nel remake di un classico della United Artists del 1968, Gioco a due, i critici hanno apprezzato la sua performance sexy ed accattivante. Russo ha anche dimostrato la sua vocazione per la commedia recitando con Kevin Costner e Don Johnson in Tin Cup della Warner Bros, così come la sua versatilità come attrice drammatica per il suo ruolo, al fianco di Mel Gibson, Gary Sinise e Delroy Lindo, di madre il cui figlio è stato rapito nel thriller di successo della Touchstone Ransom, girato da Ron Howard.
Russo ha anche recitato con Robert De Niro ed Eddie Murphy nell’action comedy della Warner Bros Showtime, su un produttore di reality show che crea un programma di successo per un’improbabile coppia di poliziotti (De Niro e Murphy). L’abbiamo vista anche nella commedia Disney Big Trouble – Una valigia piena di guai, girato da Barry Sonnenfeld e basato su un romanzo del giornalista premio Pulitzer Dave Barry.
In Arma Letale 3, Russo ha recitato per la prima volta con Mel Gibson e Danny Glover, conquistando grande attenzione dagli spettatori. La sua interpretazione di una detective degli Affari Interni che è la controparte femminile del personaggio di Mel Gibson ha ricevuto un gran plauso dalla critica. Nel 1998, Russo è tornata al personaggio di Lorna, il primo a farla conoscere alle audience di tutto il mondo, in Arma letale 4, che l’ha riunita con Mel Gibson, Danny Glover e Joe Pesci.
Anche i suoi film precedenti sono stati un successo di pubblico e critica. Nel 1994 ha recitato con Clint Eastwood e John Malkovich in Nel centro del mirino, grande successo al box office, in cui interpreta l’energica agente dei servizi segreti che ha una relazione con Eastwood. In seguito quella performance ha avuto un ruolo al fianco di Dustin Hoffman e Morgan Freeman nel thriller della Warner Bros Virus letale, in cui veste i panni di un dottore sulle tracce di un virus mortale che minaccia di annientare il mondo intero. In seguito, è stata incensata dalla critica per il successo della MGM Get Shorty, in cui interpreta un’attrice di film di serie B al fianco di John Travolta, Gene Hackman e Danny De Vito. È stata Gertrude Lintz in Buddy – Un gorilla per amico, una storia commovente ambientata negli anni Venti e Trenta su una donna dell’alta società che allevava animali esotici in casa sua. L’abbiamo anche vista insieme a Robert De Niro e Jason Alexander in Rocky and Bullwinkle, film d’azione ed effetti speciali della Universal basato sul classico d’anmazione di Jay Ward.
Dal suo debutto nel 1989 con Major League – La squadra più scassata della lega, è apparsa anche in La giustizia di un uomo con Anthony LaPaglia ed in FreeJack – In fuga nel futuro con Emilio Estevez.
Quest’anno Russo ha appena terminato di lavorare insieme ad Oliver Platt nella commedia indipendente Frank & Cindy. Il film è stato scritto dal vero figlio di Cindy Brown, G.J. Echternkamp. Prima di Frank & Cindy, Rene Russo ha ripreso le vesti della Regina Frigga nel sequel di Thor, Thor: The Dark World, uscito nel novembre 2013.
Californiana di nascita, Rene Russo è cresciuta a Burbank. A 18 anni, è stata scoperta ad un concerto dei Rolling Stones ed incoraggiata a diventare una modella. Poco dopo, si è trasferita a New York ed è diventata una top model della Ford Agency. È apparsa sulle copertine di qualsiasi rivista di moda nel corso della sua carriera di successo come modella alla fine degli anni Settanta e nei primi Ottanta. Lei ed il marito, lo sceneggiatore Dan Gilroy, vivono a Los Angeles con la figlia, Rose.
RIZ AHMED (Rick) è stato nominato tre volte come miglior attore ai British Independent Film Awards per i suoi ruoli da protagonista in Shifty, Four Lions ed Ill Manors. Recentemente l’abbiamo visto in Il fondamentalista riluttante (di Mira Nair), insieme a Kate Hudson e Liev Schreiber ed in Closed Circuit di John Crowley con Rebecca Hall. Ha anche recitato al fianco di Freida Pinto in Trishna di Michael Winterbottom.
Oltre che per la sua carriera da attore, Ahmed è anche conosciuto con il suo pseudonimo da musicista, Riz MC, con il quale si è più volte esibito al Festival di Glastonbury, ha fatto dei tour degli Stati Uniti e aperto i concerti di artisti come i Massive Attack, Mos Def e i Wu-Tang Clan- Ha co-fondato l’Hit &Run, evento di musica underground di Manchester, e nel 2011 è uscito il suo album di debutto molto apprezzato dalla critica MICroscope.
BILL PAXTON (Joe Loder) ha recitato di recente nella miniserie di History Channel Hatfield & McCoys al fianco di Kevin Costner. Lo show ha stabilito un nuovo record come trasmissione più votata di sempre nella tv via cavo (for ad-supported basic cable). È stato nominato ai Primetime Emmy Award e ai SAGA Award per il suo lavoro.
I suoi film più recenti includono Edge of Tomorrow – Senza domani di Doug Liman, insieme a Tom Cruise, e The Colony di Jeff Renfroe, con anche Laurence Fishburne.
Paxton è stato onorato da tre nomination ai Golden Globe per il suo lavoro nella serie incensata dalla critica Big Love, prodotta dalla HBO per cinque stagioni. Il suo personaggio, Bill Henrickson, è un padre affettuoso e marito di tre mogli, interpretate da Jeanne Tripplehorn, Chloë Sevigny e Ginnifer Goodwin.
Dopo aver attirato l’attenzione della critica nella commedia di John Hughes, La donna esplosiva, e nel film di fantascienza di James Cameron Aliens, la performance di Paxton come lo sceriffo di una piccola cittadina in Qualcuno sta per morire di Carl Franklin ha segnato il suo debutto come protagonista. Ha continuato con una sfilza di blockbuster, tra cui: Titanic, Apollo 13, Twister, Tombstone, True Lies, Il grande Joe, U-571 e Vertical Limit.
Nel 1998 Roger Ebert ha citato Paxton come suo attore preferito per la sua performance nei panni di Hank Mitchell in Soldi sporchi di Sam Raimi. Inoltre, quello stesso anno Paxton ha ricevuto una nomination ai Golden Globe per aver interpretato il Colonnello John Paul Vann in A Bright Shining Lie della HBO.
Nel 2001 Paxton ha approfittato della sua esperienza davanti alla macchina da presa per il suo debutto da regista nel thriller gotico Frailty – Nessuno è al sicuro, in cui recitava anche al fianco di Matthew McConaughey. E nel 2005 ha diretto il film drammatico a tema sportivo Il più bel gioco della mia vita, con Shia LaBeouf. Entrambi i film sono considerati dei classici moderni dei rispettivi generi, e Frailty ha ricevuto la menzione speciale della National Board of Review nel 2002 per eccellente filmmaking. Inoltre, Paxton è stato il produttore di The Good Life e Mister vendetta, in cui recita insieme a Mark Wahlberg e Julianna Margukies. Nel 2012 ha prodotto, insieme a Tom Hanks e Gary Goetzman, Parkland, un film sull’omicidio del presidente John F. Kennedy.
Paxton ha iniziato la sua carriera a metà degli anni Settanta come arredatore dei set in F.B.I. E la banda degli angeli del produttore Roger Corman. Dopo aver lavorato nella scenografia di diversi film, Paxton si è trasferito a New York per studiare recitazione con Stella Adler. Tornato a Los Angeles nel 1980, ha incontrato James Cameron mentre lavorava in nero come arredatore a Il pianeta del terrore, un film di fantascienza a low budget. In seguito, ha iniziato ad avere ruoli da attore in film quali Obitorio e Night Warning. Paxton è diventato oggetto di culto per aver lavorato in una serie di film tra cui Il buio si avvicina, Boxing Helena, Destino trasversale e Club Dread in Broken Lizard. Gli altri film in cui ha recitato includono I trasgressori, Ritorno a Tamakwa, Conflitti del cuore, Strade di fuoco, Frank e Jesse, Navy
Seals – Pagati per morire, Predator 2, Il cannibale metropolitano, Assalto al network e Knockout – Resa dei conti di Steven Sodebergh.
Nato a Fort Worth, in Texas, ora risiede con sua moglie e i figli in California.
IL REGISTA
DAN GILROY è un diplomato del Dartmouth College. Come sceneggiatore ha scritto The Fall, Rischio a due, Real Steel con Hugh Jackman, e ha cosceneggiato The Bourne Lecacy insieme al fratello regista e sceneggiatore Tony Gilroy.
Gilroy viene da una famiglia artistica di cui fanno parte il padre Frank D. Gilroy, vincitore ai Tony Award e del premio Pulitzer (La signora amava le rose), e l’acclamato fratello montatore John Gilroy (Miracle, Michael Clayton, Salt, Warrior).
Gilroy è nato in California e vive a Los Angeles con la moglie, l’attrice Rene Russo, e la loro figlia Rose.