Philip John Casagrande

Philip John Casagrande sorprende con la sua scrittura ed emoziona grandi e piccini, di professione non si definisce ” uno scrittore”…ma scrivere è per lui fonte di gioia e di entusiasmo. I messaggi che trasmette nel suo ultimo libro Pupazzolandia sono universali: tutti possono ritrovarsi nei suoi personaggi e apprendere una vera e propria lezione di vita o quantomeno fermarsi a riflettere su come situazioni a volte “così banali” non lo siano affatto. I protagonisti del libro sono i Pupazzi, come si può intuire dal titolo ma non sono pupazzi qualunque bensì possiamo definirli “I Pupazzi”…

Pupazzolandia

Lo stesso autore, definisce PUPAZZOLANDIA una favola che parla di emozioni, autostima e LIBERTÀ.

“Questo racconto è l’espressione della ricerca della libertà, uno stato mentale essenziale per poter raggiungere i propri obbiettivi. Senza libertà sarebbe impossibile poter raggiungere importanti traguardi. E questo traguardo è il tema centrale che i Pupazzi dovranno riuscire a conquistare.
Il loro mondo è schiavo, tutti gli abitanti di PUPAZZOLANDIA sono prigionieri dell’ego e delle condizioni che lo stesso ha creato. Ma non parliamo solamente di una libertà esterna, ma di una condizione interna. Una convinzione creata dagli eventi e che con gli anni si e calcificata all’interno dell’animo dei nostri eroi. Infatti dovranno per prima cosa, LIBERARSI dalle catene che imprigionano le loro personalità.
E come ho detto più volte, questo è un riflesso della nostra società attuale.
Crediamo di essere liberi, ma in realtà siamo prigionieri delle nostre convinzioni e degli stimoli che questo sistema ci ha imposto.
Possiamo raggiungere la vera libertà, solamente lasciando andare vecchi schemi, diventando noi stessi padroni della nostra vita e artefici del nostro futuro, senza catene.
Catene Invisibili all’occhio umano, ma ancorate nel profondo del nostro animo.” – afferma Casagrande.
Tra i messaggi più importanti del libro c’è sicuramente il voler affermare che:
LA LIBERTÀ È QUELLO STATO MENTALE  CHE PERMETTE DI REALIZZAZIONE DI SE STESSI, PER POTER CREARE UN MONDO MIGLIORE.

In un passo del libro scrivi: 

«Potrei chiamare Arturo!» Disse Burro, tirando fuori da una tasca la
sfera magica donatagli dal mago.
«Forse è meglio aspettare domani e vedere che cosa ci deve dire il re di
questi pupazzi, magari parlando riusciremo a trovare un accordo.»
Asserì Felice.
«Si hai ragione pagliaccio, faremo così. Aspetteremo domani…»

JOHN Quante volte è capitato a te di voler “aspettare” il domani piuttosto che intervenire subito in una situazione?

“Aspettare solitamente può essere un modo per procrastinare, rimandare un impegno o una decisione, per paura di sbagliare, per la poca voglia di fare.
Anche questa è una prigione che ci siamo costruiti.
Solitamente si dice…
“Non rimandare a domani, ciò che puoi fare oggi”
Ma in questo caso, il saper attendere, si rivela una decisione azzeccata.
Non è facile capire quando aspettare e quando agire nell’immediato, ma a volte, aspettare, analizzare e poi agire, e la cosa migliore per attuare il gusto comportamento, e ottenere il massimo dei risultati.”

Pupazzolandia

In un altro passo invece scrivi:

“Erica, in un giorno di fine estate, era andata a gettare la spazzatura e lui
era comparso all’ improvviso, sfregandosi sulle sue gambe. Da lì il
piccolo gatto nero e spelacchiato, aveva seguito la ragazza fino a casa e
da quel momento non se ne era più andato: dopo averlo portato dal
veterinario, fu adottato come un secondo figlio.”

Chi è Erica? E il gatto nero?

Erica è mia moglie, l’amore che mi sostiene ogni giorno, la mia amica più fidata.
Baghera, il gatto nero, è una guida per Ravih, un faro acceso nel buio, la via da seguire.
Questo gatto è stato molto importante per tutta la famiglia, ma soprattutto per Erica perché avevano un’unione profonda, non era solo un gatto, ma qualcosa di più.
Era sempre al suo fianco, al punto che quando entrava in banca o in altri negozi, teneva Ravih in un braccio e Baghera nell’altro.
Erano inseparabili.
Quando Ravih, (che al tempo aveva due anni), dormiva, il gatto nero, appoggiava la zampa nella sua mano e dormiva assieme a lui.

Ad un certo punto del racconto i Pupazzi incontrano le “Scimmie Pam Pam”…sono forse la metafora di qualcosa?

“Le scimmie Pam Pam, rappresentano quei popoli, che fortunatamente abbiamo ancora sulla Terra.
Popoli che custodiscono una saggezza antica, che ricordano insegnamenti importanti, da noi dimenticati.
Sono l’energia che alimentano l’aspetto positivo del mondo e che irradiano lo stesso con pensieri positivi, conoscenza, LIBERTÀ e coraggio.
Le scimmie Pam Pam, rappresentano quelle comunità, ecosostenibili, che hanno saputo creare una realtà, al di fuori di questa società, 
Riuscendo a mantenere le proprie tradizioni.”

Proseguendo il loro viaggio, i  pupazzi si imbattono nell’osteria bombardina…Metaforicamente parlando cosa rappresenta questo luogo?

In realtà l’osteria Bombardina, non ha un riferimento particolare. È un punto di ritrovo per tutte le scimmie, un luogo dove poter mangiare in compagnia, condividere pensieri e passare del tempo di qualità.
Forse ora, pensandoci bene, rappresenta, quelle cene con amici, quei momenti passati a chiacchierare, divertirsi ed esprimersi, essendo se stessi, con persone che ci conoscono veramente.
COME DICEVO, ABBIAMO BISOGNO DI PASSARE DEL TEMPO DI QUALITÀ…
E CON CHI, SE NON CON VERI AMICI?

Philip John Casagrande nasce il 24 .09.1987 nello Sry Lanka. Vive a Zoppola via Conti Camillo di Panciera 60. (PN)

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