Uscirà nelle sale il 5 giugno l’opera prima di Massimo Piccolo, ASSOLO. Un film d’autore per l’esordio cinematografico dello scrittore e regista, dopo anni di teatro. Un viaggio onirico sospeso nel tempo, ambientato in una fumosa New York dal retrogusto partenopeo: la storia di un sogno, ma anche una storia d’amore e di musica. E’ proprio la musica che muove lo spettatore tra i piani inclinati della realtà, accompagnandolo nei flashback del passato, fino a perdere completamente la cognizione del tempo. Per interpretare il complesso ruolo del protagonista, un sassofonista jazz alle prese con i fantasmi del passato, il regista sceglie Antonio De Matteo (nel cast di Buongiorno notte e Bella addormentata di Marco Bellocchio e diOcean’s Twelve), giovane promessa del panorama cinematografico nazionale. A padroneggiare le scene, le musiche originali realizzate dal compositore Claudio Passilongo, sonorità multiformi che spaziano da melodie jazz contaminate al blues. Il film, prodotto dalla giovane casa di produzione napoletana Moon Over, sarà distribuito da Explorer Entertainment.
SINOSSI Un retropalco affollato di ricordi, musicisti e belle donne, qualche rimorso e pochissimi rimpianti. Danny Caputo prova gli ultimi passaggi per scaldare il sax, quando un amico, per ingannare il tempo, gli chiede se la sua donna è in sala. Mancano cinquanta minuti al grande debutto a New York, solo cinquanta minuti alla consacrazione in mondovisione, quando Danny scopre che “rispondere a una domanda è un po’ come aprire una porta: cominci a parlare e all’improvviso ti ritrovi in un altro luogo”. Le città e i luoghi si confondono nella sua mente, come in un dejà vu, momenti indefiniti, eppure nitidi e reali, si presentano ai suoi occhi, come se il passato e il presente si fondessero per far fronte a quell’ultima attesa. Passaggi di una commedia, a tratti brillante a tratti malinconica, sembrano costringerlo a rivivere sempre la stessa storia. Solo quando alla fine potrà esibirsi nel suo “assolo”, Danny comprenderà che non è il ritmo dei suoi desideri a dominare la scena, ma quello della sua inadeguatezza: il non riuscire a far coincidere la sua realtà interiore con l’insensatezza di quanto lo circonda. A un certo punto devi scegliere, cedere alle lusinghe della vita o continuare a inseguire un’impossibile perfezione.