Intervista al dottor Carmine Mele
Sui social sta facendo rumore e attrae attenzione. Un bell’uomo che alle falde del Vesuvio con un camice bianco si prende cura delle sue pazienti con metodi innovativi. Chi è il dottor Carmine Mele? Chirurgo estetico, specializzato in chirurgia plastica estetica e ricostruttiva, Mele ha coniato il metodo Mele, che crea, trasforma e plasma la bellezza, in un protocollo per piacere e piacersi che in molti chiamano “Meletouch”.
Chi è il dottor Carmine Mele
Il protocollo della nuova chirurgia estetica è made in Campania, il Meletouch assicura un effetto naturalezza a qualsiasi età. Risultato assicurato ,senza particolari dolori, fastidi o complicanze nel post-operatorio.
Il dottor Mele, definisce la salute come “stato completo di benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia” ed è proprio da questo presupposto che nasce la sua opera che fonde chirurgia plastica ed estetica e i dettami della psicologia. Un paziente può rivolgersi al chirurgo per esigenze fisiologiche, ovvero nel caso in cui vi sia un difetto fisico che ostacoli funzioni vitali dell’organismo (nel caso di una rinosettoplastica funzionale per il miglioramento della respirazione) ma spesso le esigenze sono di tipo puramente estetico basandosi su motivazioni psicologiche atte a rispettare dei canoni di bellezza tali da ottenere un cambiamento non solo “esteriore” ma soprattutto interiore, configurando una rielaborazione della propria psiche.
A detta del dottor Carmine Mele, tutti questi concetti così come la continua ricerca del “bello”, hanno sempre trovato terreno fertile in un ambiente ricco di storia e di cultura come quello napoletano, dove il piacere, ma soprattutto il piacersi, sono alla base della filosofia di vita della maggior parte delle persone.
Come spesso accade, i numeri giocano un ruolo fondamentale nell’avvalorare questa sua tesi: nell’ultimo anno, infatti, in riferimento alla Regione Campania, si è registrato un aumento di pazienti (il rapporto uomo – donna è di 1 a 6) che decidono di sottoporsi a interventi di chirurgia e medicina estetica, ma anche di chirurgia secondaria.
Nell’ambito della chirurgia estetica la percentuale di chi si è sottoposto ad additive e sostituzioni protesiche è del 60%; rinoplastica il 40%; otoplastica il 15%; blefaroplastica il 30%. Per quanto riguarda la medicina estetica gli interventi al viso si concentrano su botox (botulino) e filler (acido ialuronico) con una percentuale del 65%; mentre per il corpo la percentuale è del 50% per carbassiterapia, radiofrequenza e microonde.Infine, per la chirurgia secondaria le correzioni e gli interventi eseguiti in altra sede per mammelle e naso parlano del 50% del totale.
Un dato sorprendente riguarda anche il boom che ha conosciuto la chirurgia plastica nell’epoca del “lockdown” dovuto alla pandemia e al vedersi proiettati in piccoli e grandi schermi per motivi di lavoro o semplicemente come metodo alternativo di socializzazione. Queste nuove modalità di comunicazione hanno accentuato la percezione di quei piccoli e grandi difetti con i quali non eravamo così soliti approcciarci venendo a definire quello che molti chiamano la “Zoom Face” proprio dal programma che ci permette di comunicare. Questo boom ha riguardato soprattutto il volto con tutti gli interventi di chirurgia e medicina estetica ad esso correlati.
A fronte di questa aumentata richiesta di interventi, Carmine Mele ha risposto con una rinnovata attitudine agli interventi: “Il concetto di “bello” non può distaccarsi da quelli di eleganza, raffinatezza e naturalezza ed è proprio da questo pensiero che ha avuto origine il Protocollo Mele: un modo innovativo di fare chirurgia dove si pone al centro la naturalezza del risultato, improtnato comunque alla ricerca della bellezza”. E così oggi, l’effetto naturalezza è da ricercarsi anche in medicina estetica.
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