Con un saluto speciale il Santo Padre si è rivolto a tutti Cari fratelli Cardinali, ai fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cogliendo con entusiasmo un messaggio di accoglienza tutte le distinte Autorità e Membri del Corpo Diplomatico presenti sotto il Colonnato di San Pietro.
Il Papa con la sua Papa mobile ha attraversato tutta via della Conciliazione salutando i pellegrini venuti a Roma nella particolare occasione del Giubileo delle Confraternite.
La sua infinita gratitudine manifestata con il cuore pieno di gioia , in segno di quella riconoscenza per avergli affidato il grande ministero . Con coraggio si è fatto portavoce delle parole più sentite di Sant’Agostino: «Ci hai fatti per te, [Signore,] e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te» (Le Confessioni, 1, 1.1).
La città eterna e’ stata in grado di accogliere con premura tutte le delegazioni del mondo . In un passaggio del discorso il Vescovo di Roma ha sottolineato il ruolo del pastore con uno sguardo verso gli orizzonti più alti , capace di interpretare l’incontro delle domande, fino alle inquietudini e alle sfide attuali . Nella prima parte del suo discorso ha sottolineato come “ sia stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore” ..”vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia ! “ Un tema importante ricorrente ed attuale è certamente l’Amore e l’unità: queste sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù! Soprattutto la pace e l’armonia nel mondo.
Facendo riferimento a quel brano del Vangelo, che ci conduce sul lago di Tiberiade, lo stesso dove Gesù aveva iniziato la missione ricevuta dal Padre: “pescare” l’umanità per salvarla dalle acque del male e della morte. Passando sulla riva di quel lago, aveva chiamato Pietro e gli altri primi discepoli a essere come Lui “pescatori di uomini”; e ora, dopo la risurrezione, tocca proprio a loro portare avanti questa missione, gettare sempre e nuovamente la rete per immergere nelle acque del mondo la speranza del Vangelo, navigare nel mare della vita perché tutti possano ritrovarsi nell’abbraccio di Dio”! Prevost si chiede come può Pietro portare avanti questo compito? Dandosi una risposta “ il Vangelo ci dice che è possibile solo perché ha sperimentato nella propria vita l’amore infinito e incondizionato di Dio, anche nell’ora del fallimento e del rinnegamento.Per questo, quando è Gesù a rivolgersi a Pietro, il Vangelo usa il verbo greco agapao, che si riferisce all’amore che Dio ha per noi, al suo offrirsi senza riserve e senza calcoli, diverso da quello usato per la risposta di Pietro, che invece descrive l’amore di amicizia, che ci scambiamo tra di noi.
Quando Gesù chiede a Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?» (Gv 21,16), si riferisce dunque all’amore del Padre. È come se Gesù gli dicesse: solo se hai conosciuto e sperimentato questo amore di Dio, che non viene mai meno, potrai pascere i miei agnelli; solo nell’amore di Dio Padre potrai amare i tuoi fratelli con un “di più”, cioè offrendo la vita per i tuoi fratelli.
A Pietro, dunque, è affidato il compito di “amare di più” e di donare la sua vita per il gregge. Il ministero di Pietro è contrassegnato proprio da questo amore oblativo, perché la Chiesa di Roma presiede nella carità e la sua vera autorità è la carità di Cristo. Non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù.
Lui – afferma lo stesso Apostolo Pietro – «è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo» (At 4,11). E se la pietra è Cristo, Pietro deve pascere il gregge senza cedere mai alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri, facendosi padrone delle persone a lui affidate (cfr 1Pt 5,3); al contrario, a lui è richiesto di servire la fede dei fratelli, camminando insieme a loro: tutti, infatti, siamo costituiti «pietre vive» (1Pt 2,5), chiamati col nostro Battesimo a costruire l’edificio di Dio nella comunione fraterna, nell’armonia dello Spirito, nella convivenza delle diversità. Come afferma Sant’Agostino: «La Chiesa consta di tutti coloro che sono in concordia con i fratelli e che amano il prossimo» (Discorso 359, 9). In buona sostanza il Santo Padre ha voluto esprimere davanti ai giganti del mondo il suo primo grande desiderio ovvero quello di realizzare una Chiesa unita, dove sia possibile l’unità e la comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. Purtroppo assistiamo alle troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso e senza accettare confronti attraverso i dialoghi di pace.
Infatti lo spirito missionario che aiutarci a vivere socializzando e rispettando gli animi altrui e senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo. “Prevost sottolinea il percorso da seguire in quanto siamo tutti chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo.”
Nella sua citazione invita alla carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, come il suo predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio «prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace?» (Lett. enc. Rerum novarum, 21).
L’auspicio più grande è quello di dare la luce e con la forza dello Spirito Santo, arrivare a costruire una Chiesa fondata sull’amore di Dio e una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. L’invito è quello di costruire insieme un unico popolo, come fratelli tutti, camminando incontro a Dio e amandoci a vicenda tra di noi.Certamente il Santo Padre si è manifestato coraggioso e con grande determinazione forte della sua crescita interiore spirituale vuole essere guida per incoraggiare ad animi pieni di pace e ricordando le sue parole “ pace disarmante e disarmata “ !
Avv.Patrizia Valeri – Patrocinante in Cassazione – Giurisdizioni Superiori

Robert Francis Prevost