Nel programma della prossima settimana al cinema Trevi troviamo quattro brevi iniziative:

 

martedì 7 ottobre Eduardo visto da vicino

mercoledì 8 ottobre Julio Bressane: Dislimite

giovedì 9- venerdì 10 ottobre Ottobre Africano in Cineteca

sabato 11- domenica 12 ottobre L’Italia si racconta

 

 

martedì 7 ottobre

Eduardo visto da vicino

«Nei primi anni Settanta lavoravo al Banco di Napoli a Roma. Donato, uno dei miei nove fratelli […], frequentava il grande commediografo, cui lo legavano sentimenti di affettuosa stima e comunanza culturale, artistica e spirituale. Eduardo e Donato si amavano come fratelli. Un sabato chiesi a Donato di scegliermi come autista per accompagnarli a Positano, dove l’artista si raccoglieva nell’incanto dell’isolotto di Isca, suo paradiso. Fu allora che nella mia anima di puteolano doc scoppiò l’incendio del mio amore per il Maestro e di lì la passione e lo studio di tutta la sua arte teatrale e, soprattutto, poetica. […] Nella stagione del tramonto della vita ho dato sfogo alla realizzazione di un vecchio sogno: studiare tutta l’arte di Eduardo privilegiandolo particolarmente in quanto autore di poesie, meno conosciute, ma non per questo meno valide, rispetto al resto della sua produzione» (Mario De Bonis).

 

ore 17.00 La vita ricomincia di Mario Mattoli (1945, 87’)

Dopo anni di assenza, un reduce dalla prigionia ritrova la serenità dell’esistenza con la moglie e il figlio. Ma durante la lontananza del marito la donna ha attraversato un momento drammatico che giunge ora alla sua tragica conclusione. L’uomo trova però la forza di perdonare e di ricongiungersi alla sua donna. Con Eduardo De Filippo.

 

ore 19.00 Fortunella di Eduardo De Filippo (1958, 100’)

Nanda, conosciuta da tutti come Fortunella, è una ragazza di umili origini che vive nel quartiere dei rigattieri ed è innamorata di uno di questi, tale Peppino. Per salvarlo va in prigione, addossandosi la responsabilità di un reato di ricettazione. Quando finalmente è rilasciata, viene a sapere che Peppino è andato a vivere con un’altra donna. «Il napoletano ha spostato il centro di gravità del film dalla poesia alla fantasia e, soprattutto, dalla sceneggiatura alla messa in scena, o più precisamente, alla direzione degli attori. La storia immaginata da Fellini allora è diventata nient’altro che una incessante invenzione di gag per fornire agli eccellenti interpreti, diretti in modo meraviglioso, l’occasione di esibirsi in pezzi di bravura, spettacolarmente plateali o sommessi, che costituiscono comunque una festa per gli occhi e per lo spirito» (Bazin).

 

ore 21.00 Recital di poesie di Eduardo De Filippo

 

presentazione da parte di Alessio D’Egidio,

direttore associazione culturale “Eduardo poeta del 900”

del libro di Mario De Bonis Eduardo visto da vicino

(Ricerche&Redazioni, 2014)

Ingresso gratuito

 

 

mercoledì 8 ottobre

Julio Bressane: Dislimite

Michelangelo Antonioni e il fazzoletto di lacrime

«Il fondo dell’occhio è concavo, ed effettivamente noi abbiamo una visione curva. Incontrai Antonioni per la prima volta al Festival di Cinema di Taormina nel 1992. L’incontro, come tutto ciò che vi è di buono, fu fortuito. Arrivai al cinema e m’imbattei in un anziano signore che se ne stava in piedi appoggiato al corrimano della scala di accesso alla sala. Mi avvicinai e lo riconobbi. Mi rivolsi a lui già abbastanza emozionato e gli chiesi nella mia maniera autistica: “Antonioni?”. Egli mi rispose affermativamente con la testa. Sbalordito, domandai di nuovo: “Michelangelo Antonioni?”. Di nuovo quel gesto affermativo. Non riuscii a trattenermi. Lo abbracciai con passione e, quasi soffocando, gli dissi tra le lacrime: “Mio amore, mio idolo, mio dio”. Lo baciai più volte e notai che anch’egli piangeva. Furono alcuni secondi divini di passione. Poi qualcuno arrivò e lo portò fuori. Tuttavia, egli continuava a tenermi per il polso e mi trascinò via con lui. Ci sedemmo a un bar di fronte al cinema. Purtroppo la sua accompagnatrice si sedette bruscamente dandomi le spalle in un atteggiamento poco ospitale. Così me ne andai via triste. Passarono alcuni anni e Antonioni venne in Brasile. Walter Hugo Khoury mi telefonò per avvisarmi della presenza di Antonioni a Rio e mi disse che avrei dovuto cercarlo. Si ricordava del nostro incontro. Andai a prenderlo in hotel e organizzammo per lui una cena a casa mia. Dopo cena gli mostrai un numero dei “Cahiers du Cinéma” in cui era pubblicata un’intervista di Jean-Luc Godard durante le riprese di Deserto rosso. Egli guardò la rivista, si soffermò su una bella foto che lo ritraeva accanto a Carlo di Palma, nella nebbia. Allora vidi una lacrima scorrergli dagli occhi.

Il giorno dopo riuscii a procurarmi una lancia e facemmo una gita nella Baia di Guanabara. Al ritorno, mentre ci addentravamo nella Baia, dissi ad Antonioni che, esattamente in quel punto, davanti al Pan di Zucchero, nel 1898 due italiani, i fratelli Segretto, avevano girato le prime immagini cinematografiche riprese in Brasile. Quando mi sentì dire questo si alzò e rimase in piedi con gli occhi fissi sul mare carioca, sui suoi megaliti leggendari e… il volto si cosparse di lacrime. Gli feci compagnia. Non lo rividi mai più». Julio Bressane

Programma a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito e Donatello Fumarola

 

ore 17.00 Rua Aperana 52 di Julio Bressane (2012, 80’)

Fotogramma, fotodramma, fototrama, tre procedimenti concettuali per una fenomenologia della luce, della luce del Cinema, della comprensione e captazione della luce nel Cinema. Il visibile scompare. La memoria, posta in allerta, restituisce ai sottili grani di luce, la sua materia vitale, sbiadita dal grattare degli anni. Memoria che si ricostruisce essa stessa in questo vai e vieni della ruota della fortuna.

 

ore 19.00 O batuque dos astros di Julio Bressane (2012, 74’)

«Pessoa fa film, sperimenta film arguments, crea una specie di sceneggiatura-i-ching, penetra dentro il film nel suo spirito, vive il film, attua il montaggio, in cui diverse prospettive e soggetti si moltiplicano. E così, fin da subito, la forma del film, il ritmo del cinema, stilla nella sua poesia, si mescola ad essa, la abita per sempre, per tutta la vita. Trasportata nella traversata trans-atlantica da una corrente marina e da una corrente cosmica, la musica pessoana altera la propria sonorità, la propria strutturazione tettonica. Un film, una lettura extra-europea, trans-atlantica, dell’inesauribile segno Pessoa» (Julio Bressane).

 

ore 20.30 Incontro con Julio Bressane

nel corso dell’incontro sarà presentata la raccolta degli scritti

di Julio Bressane Dislimite (Caratteri Mobili, Bari, 2014)

 

a seguire Il grido di Michelangelo Antonioni (1957, 115’)

Abbandonato dalla compagna, l’operaio Aldo si mette in viaggio con la figlia per cercare un lavoro che non riesce a trovare. Vivrà brevi avventure sentimentali e proverà a tornare con la compagna che lo respinge di nuovo… «In questo film, in cui pure si ritrova la tematica che mi è cara, pongo il problema dei sentimenti in modo diverso. Mentre prima i miei personaggi spesso si compiacevano dei loro dispiaceri e delle loro crisi sentimentali, nel Grido abbiamo a che fare con un uomo che reagisce, che cerca di spezzare l’infelicità. Per questo ho usato più compassione nel tratteggiare il personaggio» (Antonioni). Con Steve Cochran, Alida Valli, Betsy Blair e Dorian Gray.

Ingresso gratuito

 

9- 10 ottobre

Ottobre Africano in Cineteca

Giunto alla sua dodicesima edizione, il festival Ottobre Africano tocca per il secondo anno consecutivo anche Roma, con una serie di eventi e spettacoli che investono le culture africane a 360 gradi, tra cui una “due giorni” al Cinema Trevi organizzata in collaborazione con la Cineteca Nazionale.

Nato a Parma su iniziativa dell’Associazione di promozione sociale “Le Réseau”, creata per favorire la reciproca conoscenza e la collaborazione fra immigrati e italiani e la convivenza fondata su rispetto, comunicazione e scambio culturale, Ottobre Africano continua a porsi come un festival delle culture e delle sinergie, itinerante e multidisciplinare, grazie all’impegno e alla passione di Cleophas Adrien Dioma.

Un’occasione da non perdere per riscoprire capolavori premiati ai festival internazionali, tra cui il Fespaco, il più antico festival di cinema creato nel continente africano, insieme alle JCC di Tunisi.

E momenti di riflessione sulla musica e sulle culture africane, oltre che sul presente e sul futuro del cinema africano e afrodiscendente in Italia.

Per maggiori informazioni: www.ottobreafricano.org

Rassegna a ingresso gratuito

 

giovedì 9 ottobre

Una serata all’insegna dei capolavori e dei grandi autori del cinema africano e di uno sguardo sul passato, presente e futuro del cinema afrodiscendente in Italia e nel mondo.

 

ore 17.00 Omaggio al FESPACO, in collaborazione con l’ambasciata del Burkina Faso a Roma

 

a seguire Tey di Alain Gomis (Aujourd’hui, 2012, 86’)

Senegal, ai nostri giorni. La voce di un griot narra la storia di Satché, un giovane tornato in patria dopo che era stato inviato negli Stati Uniti per studiare. È un giorno particolare per lui: entro sera morirà. La madre e i parenti sono al contempo disperati e orgogliosi di questa consapevolezza e lasciano che Satché compia un percorso (attraverso le strade della città che ben conosce) in cui ritroverà sia persone che lo amano sia quelli che ne criticano l’operato. Giungerà infine dalla moglie e dai figli ancora in età infantile. Lì attenderà che arrivi la sua ultima ora. Con un indimenticabile Saul Williams, il film ha vinto l’Etalon d’Or all’ultima edizione del Fespaco, nel 2013.

In collaborazione con il COE di Milano – Versione originale con sottotitoli in italiano

 

ore 19.00 Presentazione della campagna di crowdfunding

per il documentario Blaxploitalian di Fred Kuwornu,

sulla presenza e la rappresentazione degli africani e degli afrodiscendenti nel cinema italiano

proiezione del trailer

 

a seguire Incontro con Daniela Ricci

 

a seguire Imaginaires en exil. Cinq cinéastes d’Afrique se racontent di Daniela Ricci (2013, 53’)

Newton Aduaka, John Akomfrah, Haile Gerima, Dani Kouyaté e Jean Odoutan, cinque grandi registi afrodiscendenti, si raccontano: i loro percorsi artistici e personali da Parigi a Washington, da Ouagadougou a Londra, passando per Uppsala e Ouidah. Le loro lotte e il loro quotidiano risuonano con le sequenze dei loro film, i cui personaggi e situazioni sono l’espressione delle loro identità complesse. Attraverso lo sguardo di questi cinque cineasti, costantemente alla ricerca di un equilibrio tra le diverse culture, le maschere cadono e i miti si fracassano!

Versione originale con sottotitoli in italiano

 

ore 21.00 Incontro con Gianpaolo Bucci e Beatrice Ngalula Kabutakapua

 

a seguire (In)visible Cities di Gianpaolo Bucci e Beatrice Ngalula Kabutakapua (2014, 65’)

Questa è una storia che non ha fine. Inizia con una giovane donna, una guida di nome Beatrice. Beatrice è nata in Italia, ma il colore della sua pelle ha sempre richiamato all’attenzione di tutti la sua origine africana. Questa è la storia del suo viaggio alla ricerca delle sue radici. Per farlo non torna nel continente dal quale partirono i suoi genitori, ma va alla ricerca di altri “come lei”, seconde generazioni e migranti. E nel suo viaggio attraversa Cardiff, Los Angeles, New York e Istanbul. Come spiegano i due registi, (In)visible Cities «nasce come progetto indipendente e autofinanziato, fuori dal coro, con due obiettivi: raccontare i migranti africani in 13 città del mondo da un nuovo punto di vista; sfidare i canoni del giornalismo e del documentario». Anteprima italiana – Versione originale con sottotitoli in italiano

 

venerdì 10 ottobre

Una finestra sulla cultura, il cinema e la musica dell’Africa lusofona e della diaspora.

In collaborazione con le ambasciate dell’Angola, di Capo Verde, del Mozambico e del Brasile a Roma.

 

ore 17.00 Mini aperitivo e conferenza di presentazione della serata

 

a seguire Presentazione del libro e del cortometraggio di Marco Boccitto

Capo Verde, un luogo a parte. Storie e musiche migranti di un arcipelago africano (Exòrma, 2013)

Capo Verde non è verde: un arcipelago di dieci isole dove non piove mai. Isole dal cuore africano davanti a un dito di spelacchiata terra senegalese che le indicava già ai navigatori portoghesi del Cinquecento. Nel tempo, dalle isole di Capo Verde, l’emigrazione ha sparpagliato nel mondo molta più gente di quanta ne sia rimasta; e con la gente, la musica. La musica capoverdiana, la sua storia e i suoi colori. La voce della “diva a piedi nudi” Cesária Évora, la poesia del grande Eugénio Tavares, B.Leza, Bana e tutti gli altri. Un viaggio narrato tra ritmi e canzoni che racconta della morna, del “poeta senza tante parole”, di finaçon e coladera, della colonna sonora di Capo Verde oggi.

 

a seguire Intervento musicale capoverdiano

 

ore 19.00 Presentazione del progetto Axé

Il Projeto Axé nasce e si sviluppa in Brasile, a Salvador (Bahia), per iniziativa di un fiorentino, Cesare de Florio La Rocca, nel 1990. Una delle grandi realizzazioni è l’approvazione dello Statuto del bambino e dell’adolescente, nello stesso 1990, un documento di grande valore anche simbolico: il Brasile, dove il fenomeno dei bambini di strada, dello sfruttamento e della violenza sui minori è un problema gravissimo e antico, è stato anche il primo paese a dotarsi di uno strumento etico e giuridico per la tutela dei bambini. Iniziato come attività di Educazione di Strada, ovvero con educatori che lavorano direttamente nelle strade, successivamente, anche in base all’esperienza pratica e partendo dalle esigenze degli educandi stessi, il progetto ha creato spazi educativi e unità di accoglienza centrati su moda, stampa, danza, capoeira, musica, ecc.

 

a seguire ArtEducazione – Il cammino della cittadinanza di Paola Raguzzi e Nathalie Signorini (2012, 22’)

Il documentario illustra e mostra nella pratica i principi dell’artEducazione e della pedagogia del desiderio adottati da Projeto Axé a Salvador de Bahia per il recupero dei bambini e dei ragazzi di strada. In 22 anni di attività, Projeto Axé ha portato a una nuova vita circa 18.000 bambini, con una percentuale dell’85% di successo.

Versione originale con sottotitoli in italiano

 

ore 21.00 Por aqui tudo bem di Pocas Pascoal (Angola/Portogallo, 2011, 93’)

Alla fine dell’estate del 1980, Maria e Alda, due sorelle di 16 e 17 anni, si rifugiano a Lisbona per fuggire dalla guerra in Angola. Del padre, rapito quattro anni prima, non si sa nulla. Sopravvivendo senza denaro, tra dormitori e incontri casuali, Maria e Alda aspettano, inutilmente, il ritorno della madre dall’Angola. Premio Unione Europea al Fespaco 2013, Premio per il Miglior lungometraggio al Los Angeles Film Festival e TAP Award al Miglior film in lingua portoghese al Festival IndieLisboa.

In collaborazione con il COE di Milano – Versione originale con sottotitoli in italiano

 

11-12 ottobre

L’Italia si racconta

L’Italia è immersa da anni in una modifica profonda: fatti originati da una storia lunga e complessa agiscono insieme a elementi provenienti dall’esterno della nostra società. L’Italia si racconta nasce da questa consapevolezza. Le eterne questioni del rapporto tra eros e amore, il peso di un passato che stentiamo ad elaborare, le contraddizioni di una società ormai definitivamente aperta che non può più chiudersi nei suoi confini, le difficoltà dei nostri figli nel rapporto con la vita, il rapporto sempre più difficile con il potere e la responsabilità. Il Luce è orgoglioso di offrire, con il determinante aiuto della FICE e l’ANEC Lazio, un panorama della miglior produzione documentaristica italiana. Si rivolge agli spettatori che amano la sala cinematografica per sottolineare la potenza di una proposta ben diversa dalla banalizzazione televisiva. Per tali motivi la Cineteca Nazionale non poteva esimersi dall’accettare questa indagine sulla realtà contemporanea proposta dal Luce, selezionando dai 17 titoli disponibili, 10 documentari.

 

sabato 11 ottobre

ore 16.30 Nuovi comizi d’amore di Italo Spinelli (2014, 79’)

L’amore nell’epoca del Viagra e del porno diffuso. Sulle tracce dell’inchiesta di Pasolini con la sceneggiatura di Vincenzo Cerami. Dal Nord al Sud interviste e confessioni attorno alla domanda: è ancora possibile tenere insieme eros, passione e amore?

 

ore 18.00 Fuoristrada di Elisa Amoruso (2014, 70’)

La storia di Pino/Beatrice, meccanico, campione di rally, transessuale, e della sua Marianna. Un amore che unisce una famiglia non convenzionale, in un Paese spesso troppo convenzionale.

 

ore 19.15 Felice chi è diverso di Gianni Amelio (2014, 93’)

Un viaggio in un’Italia segreta, raramente svelata dalle cineprese: quella del mondo omosessuale così com’è stato vissuto nel Novecento, dai primi del secolo agli anni Ottanta. Storie di repressione, censura, dignità, coraggio… e felicità.

 

ore 21.00 Berlinguer di Mario Sesti e Teho Teardo (2014, 20’)

Il ritratto di un leader dai momenti di grandezza e felicità alle terribili immagini della fine

 

ore 21.30 Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno (2014, 88’)

Napoli e tre ragazzi, dalla fine degli anni Novanta a oggi. Fatica e bellezza di crescere nella città piena di speranza del ’99. Cominciare a diventare adulti in quella bloccata di oggi

 

domenica 12 ottobre

ore 16.30 Wolf di Claudio Giovannesi (2013, 61’)

Un padre, un figlio, precipitati nell’abisso della Storia del XX secolo. Dal ghetto di Terezin alla Roma di oggi, una tenace e commovente indagine sull’identità di un uomo, per ricostruire e liberare la propria

 

ore 17.40 Racconti d’amore di Elisabetta Sgarbi (2014, 78’)

La memoria, la Resistenza, la seconda guerra mondiale, declinate in storia di individui e sentimenti privati. Luoghi fisici e luoghi d’elezione diventano sacche di tempo incontaminato, teatro di fantasmi amorosi e di desideri tra la vita e la morte

 

ore 19.00 Lettera al Presidente di Marco Santarelli (2013, 69’)

Un viaggio nella storia recente e nei costumi degli italiani osservati da una visuale inedita: quella delle migliaia di lettere inviate dai cittadini ai loro Presidenti della Repubblica

 

ore 20.15 Lo sposo di Napoli di Giogiò Franchini (2014, 60’)

Grande imprenditore, presidente di una squadra di calcio, produttore cinematografico, ebbe una grande quantità di amanti che esibiva con orgoglio. Si buttò in politica e fu la sua fine. Si chiamava Achille Lauro

 

ore 21.30 Scandalo in sala di Serafino Murri e Alexandra Rosati (2014, 110’)

Serafino Murri e Alexandra Rosati parlano della censura, un meccanismo conservatore e di tutela dell’identità italiana a cui si contrappone talvolta il sogno e l’apertura del cinema. Tra strappi, resistenze e passioni, il cambiamento di un Paese

 

Cinema Trevi, vicolo del purratello 25 – Roma ingresso 4 euro – rid. 3 euro

 

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