CAROLYN SMITH La presidente della giuria di Ballando con le stelle svela la sua incredibile vita piena di emozioni

 

«Mia madre lavorava per la famiglia Reale, ho incontrato anche Lady D» E racconta: «Sono in chemioterapia da cinque anni»

di Stefania Zizzari – foto di Federico Guberti / LaPresse

«Carolyn Smith… diiesci!». Sembra di sentirla l’inconfondibile voce di Foxy John, che stavolta dà il voto alla presidente della giuria di “Ballando con le stelle”. Lei, amata dal pubblico e temuta dai concorrenti, si presta al gioco.

Carolyn che voto si darebbe?

«Il dieci me lo darei per la positività e per la mia gioia di vivere. E forse anche per il mio modo di giudicare: sono severa, certo, ma il mio è sempre un giudizio costruttivo, mai distruttivo».

E un quattro per cosa se lo meriterebbe?

«Sono una rompiscatole, esigente con me stessa e pure con gli altri. Mi rendo conto di essere insopportabile… Mio marito, che è qui accanto a me, dice che per questo mi darebbe un bello zero!».

Dica la verità. Suo marito ce l’ha con lei per un altro motivo…

«È vero (ride). Io sono incorruttibile, e anni fa in qualità di giudice gli ho fatto perdere il Campionato italiano. Tino (Michielotto ndr), che è stato anche mio allievo, e la sua ballerina avevano ballato bene, ma un’altra coppia aveva ballato meglio».

È nata a Glasgow: che cosa ha delle radici scozzesi?

«Gli scozzesi hanno un temperamento solare, quasi latino. Ci sono tante somiglianze tra noi. A Glasgow sono cresciuta con due amici italiani e una volta alla settimana andavo a casa loro a mangiare gli spaghetti. Li so arrotolare con la forchetta senza usare il cucchiaio, come invece fanno tutti gli stranieri! Dicevo sempre a mia mamma: “Un giorno sposerò un italiano!”».

Ed è venuta in Italia nel 1982 per amore…

«Sì. Ma per l’amore sbagliato! Poi però ho conosciuto Tino, è arrivato «Ballando”… sono contentissima di come è andata». Sembra legata al nostro Paese. «La prima vacanza all’estero con i miei è stata a 13 anni, in una pensione di Riccione. Lì abbiamo conosciuto Mino Reitano e la sua famiglia: è nata un’amicizia e ci siamo ritrovati l’anno successivo nello stesso posto. Non sapevamo fosse un cantante famoso».

Sua mamma lavorava in un luogo speciale…

«Quando decisi di andare a Londra per ballare i miei genitori si trasferirono con me. Mio padre vendette la sua società edile, mia mamma lasciò la sua sartoria e a 50 anni provarono a rifarsi una vita e trovare un lavoro a Londra. Non fu facile. Dopo tante ricerche la mamma trovò un impiego presso la Famiglia reale alla Clarence House. Ha cominciato in cucina, poi piano piano si è conquistata la fiducia di tutti e alla fine è arrivata a occuparsi delle stanze private della Regina Madre».

L’ha conosciuta?

«Sì, una donna dolcissima in privato. Mia mamma le parlava di me, sia lei che la Regina Elisabetta amavano il ballo e mi hanno scritto dei biglietti di congratulazioni per i miei risultati. Quando andavo a prendere al lavoro mia mamma avevo il permesso di aspettarla in cucina. Una volta Lady D entrò a prendere un tè. Mi vide, mi disse: “Hi”, e quella fu la sola volta in vita mia in cui restai senza parole. Non riuscii nemmeno a risponderle per l’emozione».

Lei balla da quando non aveva neanche 4 anni. A 15 era nella Nazionale scozzese di ginnastica artistica e in quella di atletica. È competitiva anche nella vita?

«Sono in competizione con me stessa ma non per vincere, per migliorare. Negli ultimi anni avevo una scelta da fare: piangermi addosso oppure andare avanti e trovare una soluzione. È ciò che ho fatto».

Parla della sua lotta contro “l’intruso”?

«Sì. Tutto è nato cinque anni fa quando, scoperto il tumore, ho iniziato il percorso di cura. Il medico mi disse: “Il farmaco potrebbe attaccare i nervi dei piedi e delle mani”. Io rimasi malissimo: i piedi mi servono per ballare! Mi sono detta: “Ok, sono Wonder Woman e non può succedermi”. Invece dopo il primo trattamento non ho sentito più i piedi e tuttora ho dei problemi. Da cinque anni sto facendo la chemio. Mi ha portato via la coordinazione del corpo e, dopo una vita passata a studiare danza, questa è la cosa più dura. L’eccellenza è rimasta nel cervello, nel corpo è rimasto ben poco: ho difficoltà a muovermi, ho dolori, cicatrici e non sento i piedi. Dopo la prima mastectomia mi guardavo allo specchio e non rivedevo la Carolyn di prima. Nessuno si accorgeva che mancava un pezzo, però io lo vedevo».

Ma ha reagito.

«Ricordo che ero a Padova e stavo facendo lezione con Stefano Oradei e Veera Kinnunen (maestri di “Ballando”, ndr). Dissi a Veera: “Prova a essere più femminile, guarda me”. Mi ha guardato con una espressione agghiacciata, mi sono rivolta allo specchio ed ero un disastro. La posizione sbagliata delle gambe, dei piedi, stavo perdendo l’equilibrio: sono andata in crisi. A casa ho pianto, poi sono tornata in palestra e mi sono detta: “Il ballo mi salverà”. Ho iniziato a fare esercizi per la coordinazione, davanti allo specchio e con una sedia per evitare di cadere. È nata così la “Sensual dance fit”, coreografie che aiutano le donne a riconquistare sicurezza, fiducia in se stesse e ad amarsi di nuovo».

A “Ballando” scrive dei messaggi per il suo collega Guillermo Mariotto su una lavagnetta. Cosa scriverebbe a Carolyn?

«Non perdere mai il tuo sorriso».

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