Flavio Insinna chiede scusa, e lo fa dopo il servizio di Striscia la notizia nei quali sono stati letti alcuni passaggi del libro di Flavio Insinna Neanche con un morso all’orecchio (pubblicato nel 2012 dalla Mondadori), paragrafi scritti, meditati, corretti e confermati, certo non il frutto di uno scatto d’ira improvviso. Parole piene di violenza anti-femminile molto simili a quelle registrate durante le sue sfuriate in studio davanti al pubblico di Affari tuoi. Infatti definire una concorrente “nana di merda” non è stato un semplice sfogo dettato da un momento di rabbia. Nel libro, il conduttore di Affari tuoi scrive di essere andato, insieme alla sorella e alla loro madre, a visitare il padre ricoverato in terapia intensiva. A pagina 84, nel capitolo intitolato L’infermiera stronza, l’incontro con un’infermiera appunto «bassetta, bruttina, con gli occhiali… guarda e parla con l’inevitabile rabbia che hanno a volte in corpo le donne basse, bruttine e con gli occhiali». È lei che, da regolamento, vuol far entrare nella stanza del padre solo due persone. Poco dopo, nel capitolo Vedrai che andrà tutto bene, a pagina 88, Insinna descrive la sua possibile reazione dopo la decisione dell’infermiera di lasciarlo fuori: «Arriva alla sua auto, apre lo sportello e non fa in tempo a salire, arrivo da dietro, la prendo per il collo e le sbatto la faccia contro la sua automobilina nuova nuova, comprata in sedici comode rate. Perde sangue dal naso, ma non è svenuta. La giro verso di me perché mi guardi dritto in faccia. “Oh, mi senti? Allora senti bene brutta testa di cazzo, non ti azzardare mai più a lasciarmi fuori dalla stanza di mio padre. Il regolamento te lo ficchi dritto su per il culo e vedrai che provi anche un po’ di piacere… Ce l’hai un padre?… Rispondi brutta nana stronza!” … E se provi a denunciarmi io domani torno e ti ammazzo con le mie mani… Se domani incontro di nuovo la bassetta stronza con gli occhiali le offro un caffè e provo a parlarle con calma. E poi le spacco il naso sul bancone del bar». E intervistato da Michela Auriti per il settimanale Oggi nel maggio 2012, alla domanda «C’è un’insistenza sui difetti fisici dell’infermiera e una certa furia nell’immaginare per lei una punizione», il conduttore rispondeva senza mostrare ripensamenti: «Io non ritiro una parola. No». Ma se al posto di una donna piccola ci fosse stato un infermiere di due metri, Insinna si sarebbe lasciato andare a immaginare questo tipo di reazioni? Un bullismo, una violenza verso le donne che si spinge sino al femminicidio, un atteggiamento davvero ingiustificabile. Ma non molto lontano dalla frase di Insinna registrata in studio in cui, parlando della concorrente Rosaria Maria Seracusa, ha detto: «La si porta di là, la si colpisce al basso ventre e dici: “Adesso tu rientri e giochi! Perché è Raiuno non è Valle D’Aosta News mortacci tua!”».
«Io continuo a ritenere più oscene le puntate trasmesse di Affari tuoi degli sfoghi di Insinna, per quanto fatti in studio davanti al pubblico» commenta Antonio Ricci, ideatore e autore di Striscia la notizia. «Il gioco dei pacchi era qualcosa di veramente ignobile per la Rai. Il messaggio del servizio pubblico era questo: puoi non saper fare niente, non devi impegnarti, basta aprire il pacco e vinci 500.000 euro. Un Rai Educational andato in onda per troppi anni e con troppe complicità».
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