Nella sua replica l’étoile afferma di non essersi accorto che il taxi su cui si trovava avesse colpito Valerio Staffelli.

Un’affermazione smentita dai fatti, come racconta Staffelli stesso: «Il taxi con una manovra forzata mi è passato sul collo del piede sino allo stinco, mentre venivo strattonato dal portiere di casa Bolle. Il ballerino era seduto dietro a destra e mi vedeva perfettamente e tutti si sono accorti di quanto stesse accadendo, tant’è che il taxi alla fine ha dovuto fare marcia indietro. Impossibile che Bolle non abbia sentito le mie urla. Ma non solo, né lui né il tassista si sono interessati a me o si sono avvicinati per sincerarsi delle mie condizioni di salute quando l’ambulanza e le forze dell’ordine sono giunte sul posto».

Sempre Bolle poi afferma di essere stato inseguito da due macchine che lo hanno tallonato “spericolatamente” per chilometri. Anche questa affermazione è smentita da Staffelli stesso: «La macchina era una sola e per giunta guidata da una mia giovane collaboratrice, difficile immaginarla impegnata in una guida spericolata».

In tutto questo ci saremmo aspettati che Roberto Bolle desse una spiegazione credibile sulla vicenda del suo balletto registrato. La spiegazione di non aver potuto realizzare un filmato ad hoc, a causa delle restrizioni Covid che limitano l’uso del cosiddetto “fumo di scena”, appare strana. Come è possibile, infatti, che al Piermarini si siano accorti del divieto solo il 5 dicembre e che le restrizioni non fossero già state osservate durante la registrazione dell’esibizione di Bolle il mese precedente?

Insomma, prima la registrazione del balletto un po’ fasulla, poi la scusa del fumo e dei divieti Covid e ora una smentita piena di balle. Sarebbe il caso che Bolle si limitasse a ballare.

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