Nerriere-Monica-Perna

Il passato e il futuro del Globish si incontrano tra Dubai e Parigi passando per l’Italia mettendo due generazioni a confronto.

Jean-Paul Nerrière, fondatore dell’inglese globale, ha nominato sua erede l’italiana Monica Perna in un meeting avvenuto il 28 novembre

Era la fine del ‘900 e Jean-Paul Nerrière, ingegnere informatico francese, manager dell’IBM USA, coniava il termine Globish svelando di aver scoperto una variante di inglese parlata dalla maggior parte della popolazione mondiale molto più semplice ed immediata della lingua dei native speaker, ovvero dai madrelingua inglese. Circa vent’anni dopo, dalla Francia l’attenzione nei confronti del Globish arrivò anche in Italia grazie alla giovane e promettente English Coach Monica Perna, allora poco più che trentenne.

Il 28 novembre alle ore 9 in punto del mattino, per la prima volta in assoluto, il passato e il presente, nonché futuro, di questa lingua globale, si sono incontrati in un meeting che molto probabilmente segnerà le sorti del Global English. Sono questi ultimi i due termini che, contratti, hanno dato vita al nome con cui oggi viene definito l’unico mezzo di comunicazione internazionale utilizzato dall’88% della popolazione globale. Un incontro, quello avvenuto la scorsa mattina, tra Parigi, città da cui Jean-Paul Nerrière si è collegato, e Dubai, dove ormai da cinque anni Monica Perna vive.

Nerriere-Monica-Perna

Monica, quando hai sentito parlare per la prima volta di Nerrière e quando hai capito che avresti seguito le sue orme?

Nel 2019 il mio arrivo a Dubai mi offre una prospettiva linguistica completamente nuova.

In Europa, a scuola ci insegnano che esistono solo due varianti della lingua inglese: quella perfetta, parlata in Inghilterra, e quella delle “parole mangiate e degli slang” parlata dagli americani.

In terra emiratina, circondata da oltre 200 nazionalità, ho subito realizzato quanto arcaiche fossero le mie convinzioni.

Mi sono ritrovata di fronte ad un inglese multiculturale, eletto a lingua franca di un villaggio globale, quale la città di Dubai.
Qui, ho avuto il privilegio di toccare con mano in prima persona quanto l’inglese venisse impiegato come mezzo di comunicazione tra persone di svariate provenienze, nella stragrande maggioranza dei casi non madrelingua, ognuna con il proprio accento, i propri pattern sintattici e lessicali più vicini ed affini alla lingua d’origine.
In quello stesso tempo svolgevo una serie di ricerche che avrebbero dato vita, un anno e mezzo dopo, al Metodo AUGE, il mio metodo esperienziale, immersivo, ed interattivo. Durante queste ricerche mi sono imbattatuta nel libro di Jean-Paul Nerrière, “Globish the World Over”.

Nerriere-Monica-PernaLeggendolo ho ritrovato nero su bianco i concetti che da Expat avevo da poco iniziato a vivere sulla mia pelle, ma soprattutto un’ideologia di fondo che ha sempre caratterizzato il mio rapporto con l’inglese e che ho sempre cercato di comunicare ai miei studenti: l’ingrediente fondamentale per parlare una lingua straniera è la fiducia in se stessi; se sei convinto di te stesso e di ciò che stai dicendo, troverai le parole giuste ed il modo di metterle insieme per comunicare al tuo interlocutore il tuo pensiero. 

Monica Perna, GoblishLa descrizione del Mindset del Globish Speaker tracciata da Nerrière ricalca esattamente i pattern comportamentali che nelle mie mentorship, in qualità di English Coach & Mentor e presto anche Life Coach, condivido con i miei studenti, così come l’approccio alla grammatica ed al vocabolario, un approccio pratico e pragmatico, che vuole premiare la correttezza, ma soprattutto la semplicità e l’immediatezza del messaggio.

È così che ho abbracciato il concetto del Globish teorizzato da Nerrière e ho deciso di portarlo avanti.

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Cosa ha significato per te incontrarlo ed essere nominata sua ‘erede’?

È stato un onore. Indipendentemente dal Globish, Monsieur Nerrière è una persona dalla biografia di estremo spessore. Sono rimasta affascinata dalla sua carriera, sia corporate che artistica, e come giovane imprenditrice, poter avvicinare un professionista del suo calibro, ricevere da parte sua dei consigli ed avere un confronto vis-a-vis credo sia solo un enorme privilegio.

L’aver ricevuto da Nerrière in persona l’incarico di portare il Globish al livello successivo è una grande responsabilità che mi investe di un entusiasmo ancora più intenso.
Un mondo social, che non ha paura di mettere l’intelligenza artificiale a servizio dell’uomo e di esplorare i confini del Metaverso rappresenta la nuova frontiera che intendo eleggere a nuovo trampolino di lancio del concetto di Globish, che, per arrivare ovunque nel mondo, non può esimersi dal diventare la nuova lingua degli influencer, della realtà virtuale e della didattica globale.

 

Quali sono gli elementi del Globish definiti da Nerrière e divulgati dal tuo metodo Auge?

Tra il Globish ed il Metodo AUGE esistono principalmente tre punti di congiunzione:
1. Il Mindset dell’English, o meglio, del Globish Speaker: il Globish Speaker non vive nella perenne sensazione di essere “inferiore” al Native English Speaker solo perché non è madrelingua inglese, ma, al contrario, sa di avere rispetto a quest’ultimo un enorme vantaggio competitivo. Rispetto al Native English Speaker, il Globish Speaker conosce almeno due lingue, il che lo rende una risorsa di maggior valore nel mercato internazionale.

  1. La Pronuncia: parlare inglese non significa dover letteralmente annientare il proprio accento e qualsiasi espressione della propria identità di origine, al contrario, significa essere in grado di pronuciare correttamente i suoni della lingua inglese in maniera pulita, comprensibile e chiara, con la responsabilità di esprimersi senza il rischio di misunderstanding.
  2. La Grammatica ed il Vocabolario: in inglese, “less is more”, ma anche, “the simpler, the better”, ovvero tanto più si è semplici, tanto più il nostro messaggio avrà maggiori possibilità di essere compreso. Questo significa che per esprimersi in inglese in maniera corretta è sufficiente conoscere le 4 grandi principali famiglie dei tempi verbali evitando strutture arzigogolate o passivanti che potrebbero risultare di scarsa immediatatezza per il nostro interlocutore ed un numero di parole pari a 1.500 sufficienti per articolare concetti di svariata natura risultando diretti e mai ridondanti.

I percorsi di formazione firmati Metodo AUGE congiugano questi 3 capi saldi messi a sistema con esperienza, interazione ed immersione con l’obiettivo di rendere lo studio del Globish un’esperienza completamente nuova.  

 

Nerrière ha prestato servizio nella Marina Francese, è stato vicepresidente di IBM USA, nonchè responsabile del marketing internazionale e successivamente vicepresidente Digital Equipment Europa presso Peugeot. Inoltre, è stato nominato Cavaliere della Légion d’honneur, il più alto riconoscimento ufficiale disponibile in Francia. La sua carriera lo ha portato a scrivere decine di libri sul Globish, come autore e coautore, in 4 lingue differenti, rendendolo famoso in tutto il mondo.

Ciò che ha reso unico ed importante l’incontro fra lui e la fondatrice del Metodo AUGE  nella storia del Globish risiede nel ‘passaggio di testimone’ che è avvenuto tra Nerrière e l’italiana Monica Perna

Jean-Paul Nerriere, ricorda il suo primo approccio con l’inglese?

Il mio rapporto con l’inglese fino all’università è stato praticamente inesistente.

Quando entrai in IBM, azienda americana, nella filiale francese parlavo solo la mia lingua, come è solito fare nelle filiali europee.

Un giorno mi accorsi che nel mio ufficio c’era un manager sulla quarantina che ogni sera, dopo il lavoro, si tratteneva in ufficio per incontrare un Coach che gli insegnasse l’inglese perché la scarsa conoscenza della lingua gli stava precluendo un importante avanzamento di carriera. A livello manageriale, se non hai un buon inglese, resti bloccato, ed io allora mi dissi: ”Questo non succederà mai a me!”

A quel tempo avevo 29 anni e decisi così che a tutti i costi avrei migliorato il mio inglese per poter essere promosso ovunque nel mondo avrebbero avuto bisogno di me, senza pormi alcun limite ed alcuna barriera, e così feci! Non seguii nessun corso, feci tutto da solo, utilizzando come mezzo di studio argomenti che mi appassionano da sempre, come la letteratura, i film ed i migliori giornali del mondo. Inoltre decisi di invitare per svariati mesi a casa mia una persona che parlava inglese: io offrivo buon cibo francese e del buon vino ed in cambio chiedevo di fare conversazione in inglese. Cena dopo cena il mio inglese migliorò!

Quando compì 37 anni, il capo della Divisione Europea mi nominò Executive Assistant del Presidente di IBM e di lì iniziò la mia carriera.

 

Cosa bisognerebbe fare per continuare a diffondere il Globish?

Il Globish, per sua natura, è destinato a diventare la lingua ufficiale della politica, del giornalismo e dell’informazione.

Io credo che debba essere eletto a lingua del Parlamento Europeo, a lingua dei giornali che, per almeno l’80%, dovrebbero essere scritti in Globish. Attenzione, non sto parlando della lingua inglese parlata dai Native Speaker, ma del Globish, ovvero quella versione globale dell’inglese che tiene conto dei limiti dei Non-Native Speaker che la usano, e che si elegge a lingua franca, mezzo di comunicazione globale.

 

Nerrière ha accolto con grande entusiasmo la volontà, espressa dalla Perna, di portare avanti la sua legacy e tra i due è nata una collaborazione che consentirà ai progetti passati di Nerrière, talvolta rimasti nel cassetto, di avere finalmente un futuro. Un tassello importante nel percorso di legittimazione di quell’inglese che oggi è parlato da 1.5 miliardi di persone nel mondo, se si considera che solo 400 milioni  sono madrelingua.

Jean-Paul Nerrière aveva capito, alla fine del Novecento, durante un’esperienza di lavoro in Giappone, che gli uomini d’affari non native speaker comunicavano tra loro in inglese  molto più facilmente che con i madrelingua americani. Questo accadeva perché, tra stranieri, parlavano un inglese più diretto, semplice e lineare, grammaticalmente e foneticamente corretto, ma molto più immediato e comprensibile a chiunque. L’ex dirigente dell’IBM ha individuato, infatti, un vocabolario di appena 1500 parole alla base del Globish rendendola una lingua davvero alla portata di tutti.

Oggi la popolazione mondiale in grado di parlarlo e comprenderlo è in grande espansione e il merito è proprio dell’English Coach Monica Perna che, come il suo ‘maestro’, durante un viaggio, nel suo caso a Dubai, si è resa conto qualche anno fa dell’esistenza di un inglese ben diverso da quello dei native speaker. Osservazione che l’ha portata a trasferirsi negli Emirati Arabi e a fondare qui AUGE International Consulting, (https://www.augeinternationalconsulting.com), l’accademia online in cui attraverso il Metodo AUGE, esperienziale ed immersivo, insegna al mondo il Globish.

Sono ben oltre 14.000 gli studenti attivi che frequentano i suoi corsi a cui si aggiungono circa 950 mila persone che hanno seguito fino ad ora i seminari gratuiti tenuti dalla Perna. Numeri importanti che consentono oggi di comprendere quanto la lingua franca di Nerrière si stia diffondendo a macchia d’olio proseguendo ininterrottamente il suo viaggio che, partito da Parigi, ha fatto tappa in Italia per proseguire dritto fino a Dubai. E d’ora in poi, a guidare il mondo in questa avventura chiamata Globish, ufficialmente, al fianco del suo padre fondatore, ci sarà Monica Perna, colei che ne è l’erede e di cui l’Italia può vantare i natali.

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