Essa si configura come uno schema di riferimento concettuale che orienta in modo scientifico e razionale l’intervento, garantendo una pratica professionale coerente, efficace e valutabile.

Modelli teorici e paradigmi del Servizio Sociale

I modelli teorici sono fondamentali per indirizzare l’osservazione e l’interpretazione dei fenomeni sociali e per guidare l’intervento. Essi si basano su principi e valori specifici, teorie della pratica e contesti temporali e spaziali. I primi modelli storici che hanno influenzato lo sviluppo del Servizio Sociale sono:

  • Case-work: intervento focalizzato sull’individuo e la sua situazione personale;
  • Group-work: lavoro con gruppi per favorire dinamiche di supporto e crescita collettiva;
  • Community work: intervento a livello comunitario per promuovere cambiamenti sociali e inclusione.

Questi modelli si sono evoluti integrando approcci più recenti come quelli basati sui diritti umani, sulla giustizia sociale, sulla persona e sulla comunità, che pongono l’accento sulla partecipazione attiva e sull’empowerment delle persone e dei gruppi.

Il procedimento metodologico

Il procedimento metodologico è il percorso logico e razionale che guida l’azione dell’assistente sociale, articolato in fasi che si susseguono in modo unitario e circolare, anche se nella pratica possono sovrapporsi. Le fasi principali sono:

  1. Individuazione e definizione del problema: analisi approfondita della situazione e dei bisogni, compresa la valutazione preliminare e l’identificazione delle risorse disponibili;
  2. Pianificazione: progettazione dell’intervento, definizione degli obiettivi generali e specifici, elaborazione del progetto e stipula del contratto con l’utente;
  3. Attuazione: realizzazione degli interventi diretti o indiretti, mobilitando risorse personali, sociali e istituzionali;
  4. Valutazione: monitoraggio e verifica dei risultati raggiunti, con eventuale revisione e adattamento dell’intervento.

Questa metodologia è caratterizzata da processualità, unitarietà e circolarità, e si applica in modo coerente sia all’intervento individuale sia a quello comunitario o organizzativo, variando solo strumenti, conoscenze e risorse.

Dimensioni distintive e riflessività

La metodologia del Servizio Sociale non è solo un insieme di tecniche, ma include una dimensione etica, valoriale e riflessiva. L’assistente sociale deve bilanciare la rigorosità metodologica con la valorizzazione della dimensione umana del processo, promuovendo inclusione, solidarietà e autodeterminazione degli utenti. La riflessività professionale consente di adattare l’intervento alle specificità del contesto e delle persone, integrando ricerca e valutazione come componenti essenziali della pratica.


In sintesi, la metodologia del Servizio Sociale è un sistema articolato di modelli teorici e fasi operative che orientano l’assistente sociale nel suo lavoro di aiuto e supporto, garantendo un intervento professionale, etico e centrato sui bisogni reali delle persone e delle comunità.

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