INTERVISTA ESCLUSIVA A TONI PIPITONE: “SONO STATO, E SONO, IL PADRE DI DENISE. NON PUNTO IL DITO CONTRO NESSUNO: SONO TUTTI SOSPETTATI”
“Quarto Grado” – nella puntata in onda ieri sera, venerdì 14 maggio, su Retequattro – ha trasmesso un’intervista esclusiva a Toni Pipitone, oggi ex marito di Piera Maggio. Toni ha appreso di non essere il padre biologico di Denise, proprio il giorno della scomparsa della bimba, il 1° settembre 2004. Nonostante questo, l’uomo si dichiara a tutti gli effetti padre della bambina, che infatti porta il suo cognome.
Di seguito, stralci dell’intervista.
«La bambina si chiama Pipitone come me, è mia figlia e me la devono riportare indietro. Sono stato messo in mezzo, perché ero il padre della bambina e perché ero sposato con Piera Maggio. Denise stravedeva per me. Era felice quando la portavo in giro con la macchina decappottabile e la portavo in spiaggia. Abbiamo vissuto dei momenti bellissimi: fino all’ultima notte ha dormito insieme a me. Mi diceva: “papà ti voglio bene, tu non morirai mai e non diventerai mai vecchio”. Non voleva che mi addormentassi prima di lei, perché aveva paura del buio e si spaventava. Come potevo non vederla come mia figlia?».
C’era qualcosa che potesse lasciar presagire che qualcuno portasse via la bambina?
«Nella mia mente non esisteva niente del genere. Quel giorno, così come tutti gli altri, sono andato a lavorare. Ho smesso a mezzogiorno e sono andato a casa. In quel periodo lavoravo e studiavo: la sera ero sempre stanchissimo. Mi mettevo sul divano: veniva vicino a me e all’altro mio figlio Kevin, che all’epoca aveva sette anni. Denise era gelosa… diceva “papà è mio” e si metteva al posto di Kevin».
Denise non le ha mai detto che aveva paura di qualcuno?
«No, la bambina era sempre allegra. La facevo giocare, rideva e mi baciava. Stravedeva per me».
Con chi giocava di solito Denise?
«Con i cuginetti, non andava con estranei. Non era abituata a dare confidenza a chi non conosceva, giocava solo con chi conosceva».
Ma la bambina conosceva Anna Corona e Jessica Pulizzi?
«Non lo so».
A che ora è scomparsa Denise?
«Io sono tornato a casa alle 12.10 e la stavano già cercando. L’ultima volta è stata vista alle 11.30 circa. Stava giocando con i cugini e i parenti stretti: così mi è stato riferito. Subito abbiamo lanciato l’allarme e sono arrivati i carabinieri. Ho preso la macchina e ho cominciato a girare per Mazara, per cercarla. Andavo in giro a caso, per tutte le strade».
Quali piste si sono seguite all’inizio?
«Le piste erano tante. L’hanno cercata nei pozzi, l’hanno cercata tra le famiglie rom, nelle campagne… Sicuramente l’indagine non è stata organizzata nel migliore dei modi»
Lei di chi aveva il sospetto in quel momento lì?
«Non ho puntato il dito contro nessuno: per me erano tutti sospettati. So solo che Denise mi manca e non so chi sia stato. Quando la ritroveranno, la mia figura di padre dovrà esserci, perché sono stato, e sono, il suo papà».