
L’Associazione “ Girolamo Tartaglione” il cui Presidente Prof Avv Antonino Battiati e il Segretario Generale Avv Patrizia Valeri , hanno voluto fortemente ricordare la figura e l’opera in un ricordo particolare nello sfondo della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Roma.
E’ stato ricordato Tartaglione, magistrato e dirigente di via Arenula
quale testimonianza umana e francescana e uomo e grande giurista .

L’Onorevole Dott.ssa Simonetta Matone relatrice alla commemorazione ha saputo ricostruito con le parole più incisive il percorso di vita e professionale di Girolamo Tartaglione , ripercorrendo tutto fino alla tragica morte .
Alle 14.00 del 10 ottobre 1978 Girolamo Tartaglione sta salendo le scale di casa, mentre rientra dalla sede del Ministero di Giustizia. Lo attendono i suoi tre assassini alla porta del suo appartamento a Roma, quartiere Prati, in viale delle Milizie.
I colpi inferti con armi da fuoco non lasciano scampo al magistrato, allora Direttore Generale degli Affari Penali presso il Ministero di Grazia e Giustizia di via Arenula. La rivendicazione dell’omicidio, firmato Brigate Rosse, perviene alla sede romana del Corriere della Sera.
Girolamo Tartaglione, nato a Napoli il 27 settembre del 1913, diventa un obiettivo del terrorismo brigatista per la sua attività riformatrice del sistema penale, avendo contribuito alla elaborazione della legge sull’ordinamento penitenziario e delle riforme del 1975. Inoltre, durante i convulsi giorni del rapimento di Aldo Moro, si oppone alla ventilata scarcerazione della brigatista Paola Besuschio, che potrebbe favorire la liberazione del Presidente della Democrazia Cristiana.
Come ha saputo ricordare l’Onorevole Matone , Girolamo Tartaglione era entrato in magistratura nel 1939, viene assegnato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE) come Sostituto Procuratore , poi alla Procura di Napoli. Diviene successivamente Procuratore Capo a Sant’Angelo dei Lombardi (AV).
Solo nel lontano 1956 ottiene il primo incarico alla Direzione Generale degli Istituti di prevenzione e di pena del Ministero, allora di Grazia e Giustizia, come direttore dell’Ufficio III. Tornato in ruolo, viene nominato consigliere della Corte di appello di Bari, quindi consigliere di Cassazione. Nel 1974, rientra a Napoli alla Procura generale della Corte di appello con funzioni di avvocato generale.
Nel 1976 il ritorno al Ministero di Grazia e Giustizia come Direttore Generale degli affari penali, delle grazie e del casellario. Il magistrato napoletano collabora attivamente alla preparazione del nuovo ordinamento penitenziario e contribuisce all’elaborazione del primo disegno di legge di riforma del sistema penale cogliendo le criticità del periodo e per arrivare alla soluzione di ogni problematica . Studio attento del diritto e grande uomo di statura ed elevatura morale. Girolamo
Tartaglione in questo ultimo ufficio, come ricordato nella biografia presente nel volume “Nel loro segno” del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), “lavora con entusiasmo e passione alla preparazione della nuova legge sull’ordinamento penitenziario, convinto com’era della necessità di applicare compiutamente il precetto costituzionale secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e convinto altresì che il trattamento penitenziario dovesse essere differenziato e quindi rispondente alle reali necessità di ciascuno. Non si ferma davanti alle difficoltà ! Intende superarle con quella dovizia ed intelligenza doti intellettive straordinarie .
Nella Direzione Generale degli Istituti di prevenzione e pena, Tartaglione aveva poi organizzato una struttura di assistenza ai detenuti e alle loro famiglie, collaborato al sostegno dei figli dei detenuti, insistito perché la pena fosse “differenziata e commisurata alle peculiari soggettività in campo”.
Nel 1978, come ricorda il 10 ottobre del 1998 l’allora presidente della Camera, Luciano Violante, il magistrato napoletano “ha 65 anni e da oltre quarant’anni in magistratura, ma rifiuta il pensionamento scegliendo di continuare a lavorare sui temi a lui più cari: il reinserimento sociale degli ex-carcerati, il rafforzamento delle misure a favore delle famiglie dei detenuti, le misure penali alternative alla carcerazione per la piena attuazione dell’articolo 27 della Costituzione e della riforma carceraria varata nel 1975. È stato il terzo magistrato assassinato […].
Sino al 1978 già cinque giudici che lavoravano al Ministero di Grazia e Giustizia erano stati vittime di agguati rivendicati dai gruppi che praticavano la lotta armata. Ma negli anni del terrorismo i magistrati uccisi dalle formazioni di destra e di sinistra sono stati 11, fu ucciso perché credeva nello Stato e nelle istituzioni democratiche, perché ne rappresentava l’aspetto umano e credibile.
Da magistrato e da operatore del diritto non smise mai, neanche nel 1978, dopo l”uccisione del giudice Palma e di Aldo Moro, di lavorare per l”attuazione della riforma carceraria, per l’umanizzazione della pena, per il miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri. In quanto terziario francescano Tartaglione era animato da una religiosità intensa che viveva in una sua dimensione individuale, senza nessuna ostentazione, ma che segnava fortemente la sua etica quotidiana, la sua moralità ed il suo impegno professionale. L’Associazione Girolamo Tartaglione unica esistente , che porta con orgoglio il suo nome e creata all’indomani del suo assassinio da un cenacolo di studiosi suoi allievi , non ha mai smesso in tutti questi anni di ricordare il suo impegno e il modo in cui operò come magistrato e come massimo dirigente del ministero intese il suo impegno non come esercizio di un potere personale, ma come servizio reso ai cittadini prima ancora che allo Stato, mettendoci il cuore e l’anima . La sua vocazione era fortissima e vivace e non si arrestava dinanzi alle difficoltà dei tempi .
Possiamo dire che Tartaglione non fu un uomo pubblico. Egli preferì realizzare ciò in cui credeva svolgendo con coraggio la sua vera missione all”interno dell”amministrazione dello Stato, riuscendo a tradurre i propri pensieri e riflessioni in alcune proposte di legge davvero concrete sul piano dell’organizzazione amministrativa e su quello tecnico-legislativo.
Tanto è vero questo aspetto si coglie dalla concretezza delle sue proposte legislative da cui derivata dalla sua profonda conoscenza del diritto penale e della criminologia, ma soprattutto dall’esperienza maturata in campo in ogni ambito processuale e penale quale magistrato, da una conoscenza analitica della situazione effettiva delle condizioni di vita dei reclusi, delle difficoltà dei loro familiari”.
Ancora oggi l’amore per questo grande martire rimane vivo a testimonianza della sua profonda sensibilità per i temi toccanti e che sono di punta . Basti ricordare che nell’ottobre del 1998, durante la giornata di commemorazione per i 20 anni dall’uccisione, il Presidente Violante nel suo discorso fece riferimento alle parole espresse da Girolamo Tartaglione che consigliava ai magistrati di “guardare ai problemi della giustizia penale da un particolare angolo visuale, ispirato a ideali umanitari di solidarietà sociale oltre che a vedute tecniche di innegabile valore scientifico”, avendo “riferimento fondamentale l’interesse a riconciliare il cittadino che ha pagato il suo debito con la giustizia con la società di cui è parte”, continua la terza carica dello Stato” !
In fondo appare evidente che il pensiero di Tartaglione si costruisce nella realizzazione per arrivare “ alla piena attuazione dell’art. 27 della Costituzione e ad insistere sul dovere dello Stato di dare alla pena un contenuto rieducativo”! Infatti l’allora Presidente della Camera, Tartaglione decide di avviare nel 1978 un’indagine speciale di misurazione dell’efficacia dei benefici di clemenza sulla giustizia penale, trovando correlazioni tra i provvedimenti di clemenza e il fenomeno della recidiva. L’Associazione Girolamo Tartaglione ha voluto ricordare a distanza di 47 anni dalla morte, la sua figura di magistrato, operatore del diritto, professionista che viveva il suo impegno nelle istituzioni con una forte tensione etica e morale, senza ostentazione e ricerca del potere personale. Personalità di spicco e autorevoli magistrati hanno condiviso con viva partecipazione questo momento di rievocazione onorando con la loro presenza la commemorazione . Momenti particolari e salienti nel ricordo da parte dei familiari di Girolamo Tartaglione Alessandro Capone e Antonella Capone . Adorabile partecipazione dell’Onorevole Caterina Chinnici intrecciata dalla sua storia personale con il dolore della Ambra Minervini . Mi riferisco a donne coraggiose , un esempio da ricordare e da tenere fermo nel nostro cuore per essere donne e operatrici del diritto nel modo migliore . Una guida da cui prendere esempio nella nostra vita di ogni giorno ! Molteplici autorità hanno partecipato all’evento a partire dal Dott Stefano Amore , magistrato brillante e studioso attento del diritto che ha rievocato nel suo libro Ritratti di un coraggio , lo Stato italiano e i suoi magistrati i 27 giudici vittime del terrorismo e della mafia . Considerevole l’impegno da parte del Capitano dei Carabinieri applicato alla Corte Suprema di Cassazione il Dott. Raffaele Vinci persona di grande spessore morale! Sempre vicino alla nostra associazione e rendendosi operatore attivo di tantissime iniziative.

Per concludere non sono mancati momenti toccanti da parte di alcuni artisti intervenuti quali il Direttore Artistico dei Teatri di Siena figura brillante ed entusiasmante bravissimo nella persona di Vincenzo Bocciarelli il quale ha interpretato le letture di Charles Peguy , Speranza la Virtù bambina .

Inoltre la Dottoressa Antonella Pagano sociologa , poeta , critico letterario accreditata all’Aicl UNESCO con Valdrin Gashi eccezionale baritono e la musicista hanno mostrato le loro capacità rendendo viva la piece di San Francesco Patrono d’Italia e Sant’Agostino per omaggiare il Santo Padre . A concelebrare la Santa Messa Mons. Francisco Madeiro Frojan venuto dalla Galizia . Persona dotata di grande spiritualità . E’ rimasto scolpito nei cuori di tutti l’intervento del Presidente Prof Avv Antonino Battiati capace di esprimere nella profondità la vocazione più grande del suo maestro Girolamo Tartaglione . L’Associazione è nata per dare gioia e non tristezza . Illuminare il cammino di tanti giudici dello Stato e avvicinarli sempre di più alla vocazione massima per rendere adeguata ai tempi della attuale giustizia . Tempi molto sensibili proprio negli ultimi periodi , le situazioni carcerarie in Italia e la vita dei detenuti . Dobbiamo ricordare l’intervento di tantissimi giovani universitari che si sono affermati in questo percorso professionale animati dagli stessi valori e spirito di convivenza . Un ringraziamento sentito e doveroso anche alle autorità del Campidoglio tra cui l’Onorevole Giovanni Quarzo e l’avv Donato Iannone. Lo spirito cristiano è nei cuori di ognuno di noi , dobbiamo essere portatori di buon esempio e seminare anche laddove ci sono le difficoltà più ampie . La Sapienza è fonte di miglioramenti e di virtù ! Come del resto lo fa attivamente il nostro Giudice del Tribunale di Sorveglianza di Roma , Dott. Leonardo Circelli che si impegna attivamente nel suo lavoro con una vocazione dedicata agli ultimi .
Avv.Patrizia Valeri – Patrocinante in Cassazione – Giurisdizioni Superiori