Il Centro di Ricerca e Innovazione Teatrale Itinerante. Sulle orme di Peter Brook” prosegue in direzione Umbria

 

Il grande maestro Mamadou Dioume sarà ospite nella città di Amelia con workshop e conferenze dall’1 al 3 dicembre

 

Dopo la tappa piemontese, il Centro di Ricerca e Innovazione Teatrale Itinerante “Sulle orme di Peter Brook” continua il suo itinerario con nuovi imperdibili appuntamenti in programma dall’1 al 3 dicembre in un’altra regione Italiana. È la volta dell’Umbria che per tre giorni ospiterà, ad Amelia, il progetto nazionale, ideato da Teatro Hamlet e organizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura. Un workshop e ben due conferenze vedranno protagonista il grande maestro Mamadou Dioume, attore e storico collaboratore di Peter Brook.

“Le Emozioni Fluide” è il titolo del workshop che dalle 19 alle 23 dell’1, 2 e 3 dicembre avrà luogo presso il Chiostro Sant’Agostino (Via Cavour – Amelia) con lo scopo di condurre i partecipanti alla scoperta del proprio universo emotivo fatto di sentimenti profondi, emozioni ataviche, impulsi creativi ma anche di paure inibitorie, sovrastrutture sociali e demoni personali.

La Sala dello Zodiaco (Palazzo Petrignani –  Via del Duomo, 3), nella stessa città, sarà teatro, invece, della conferenza “Innovazione in Italia: Giorgio Strehler e Carmelo Bene”, il 2 dicembre alle ore 16. Due grandi personalità del Teatro Italiano. Controversi, un po’ folli, sempre provocatori i due artisti sono stati esplosioni artistiche isolate in un panorama teatrale sempre fedele a se stesso.

Il giorno seguente, 3 dicembre, presso la medesima location è in programma una seconda conferenza, dal titolo “Peter Brook et moi, la mia esperienza nel teatro di ricerca”, alle ore 16. Il Maestro Dioume ripercorrerà i tratti salienti della sua esperienza accanto a Peter Brook raccontandoci un sodalizio artistico durato anni fra teatro e cinema nonché le idee alla base di un lavoro teatrale nuovo che hanno cambiato il modo stesso di concepire l’arte scenica.

Con la mission di portare il Teatro di Ricerca e d’Innovazione fuori dal concetto di ‘nicchia’, l’itinerario ideato dal Teatro Hamlet si snoda attraverso otto regioni diverse, incoraggiando anche gli artisti e il pubblico a partecipare a questa sorta di nomadismo culturale come nuova modalità di incontro e sviluppo personale.

Entrambe le conferenze in programma ad Amelia sono ad ingresso libero, mentre il workshop prevede una quota di partecipazione.

L’iscrizione al workshop è disponibile al seguente link: https://store6726401.company.site/FORMAZIONE-Centro-di-Ricerca-e-Innovazione-Teatrale-Itinerante-p586826473

Maggiori info sul sito www.teatrohamlet.it o via mail a info@teatrohamlet.it

 

Come nasce il progetto del Centro di Ricerca Itinerante e quanto lavoro c’è dietro?

Gestisco un Centro di Ricerca e Innovazione Teatrale stabile a Roma dal 2014 presso Teatro Hamlet. La voglia di diffondere il nostro lavoro in contesti differenti è stato lo step successivo per portare una nuova modalità teatrale al di fuori di una realtà già formata e consolidata. Abbiamo sempre più necessità di una dimensione aperta, che si sposta, cresce e vive in diversi territori incontrando un numero sempre maggiore di persone per una divulgazione più ampia ed efficace. Questo è stato possibile grazie al sostegno del Ministero della Cultura e ai tantissimi professionisti impegnati in questo progetto.

Cosa si prova nel portare in tutta Italia tematiche come queste?

Il Centro di Ricerca itinerante si snoda in otto regioni italiane (Lazio, Piemonte, Umbria, Marche, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia) evitando il più possibile le grandi città, che per loro natura hanno un più facile accesso a momenti formativi teatrali. Al contrario sono stati scelti centri più piccoli con meno opportunità; è interessantissimo notare i differenti approcci al Teatro di Ricerca nelle varie realtà ma la comune voglia di abbracciare il lavoro e mettersi in gioco. E’ uno scambio umano e professionale importante.

Credi che si possano sensibilizzare in modo più netto le persone di fronte ai temi trattati o è già stato fatto abbastanza?

Assolutamente la sensibilizzazione è fondamentale; l’educazione teatrale deve iniziare dai bambini e ragazzi e proseguire a tutte le età e a tutti i livelli sia per quanto riguarda gli spettatori che i professionisti del settore. Il Teatro è un organismo vivo che striscia attraverso i tempi, cambia, si trasforma ma resta universale perché tratta dell’essere umano.

Qual è il punto di forza di Mamadou Dioume negli eventi del Centro di Ricerca?

Il Maestro Mamadou Dioume è un grandissimo professionista che si trova sulle pagine di storia del teatro e non solo per la sua incredibile collaborazione con uno dei più grandi registi del ‘900 Peter Brook, scomparso l’anno scorso. Il centro di Ricerca itinerante dà la possibilità a giovani (e meno giovani) attori di fare un’esperienza formativa senza precedenti con un Maestro internazionale di alto profilo.

Se dovessi descrivere lo spettacolo  “Il Quarto vuoto” in 3 aggettivi quali useresti e perché?

“Feroce” perché non dà scampo né all’attore né allo spettatore: entrambi sono costretti ad affrontare emozioni estreme; “Viscerale” perché si tratta di un’esplorazione intensa, profonda e sofferta; “Umano” perché porta fuori tutte le debolezze ma anche il lato oscuro dell’animo.

Quale il messaggio da trasmettere?

“Il Quarto Vuoto” è un viaggio. Un viaggio nel deserto interiore dell’animo umano, in quella parte più nascosta e desolata di noi stessi. Confrontarsi con se stessi è un difficile e complesso percorso di ricerca: è necessario andare oltre le proprie paure e le proprie difese per intraprendere un cammino oltrepassando i confini del conosciuto e del consapevole. E’ fondamentale per ognuno di noi esplorare questa dimensione

 

Cosa le persone devono imparare attraverso le iniziative del Centro di Ricerca Itinerante?

Il Centro di Ricerca e Innovazione Teatrale Itinerante vuole mostrare sia agli spettatori che agli allievi come il Teatro debba sempre perseguire nuovi approcci, nuove metodiche e nuovi linguaggi espressivi. Il teatro è uno e molteplice: il racconto drammatico può seguire strade sempre diverse e trasformarsi sia nella forma che nei contenuti.

Come nasce lo spettacolo “Il Quarto vuoto”?

Il “Quarto Vuoto” è il nome di un deserto che si trova nella penisola arabica. Il meraviglioso viaggio che ho fatto in quelle terre mi è stato di ispirazione per scrivere il testo e ideare le partiture fisiche su musica che compongono lo spettacolo.  E’ stata fin da subito chiara nella mia mente la traduzione dell’immagine in parola e emozione.

Dove ti vedi te e questo progetto di qui ai prossimi 5 anni?

In giro per palcoscenici.. non importa dove.. non importa come..

Cosa rende unico il Centro di Ricerca e le sue iniziative?

Tre fattori rendono unico il Centro di Ricerca Itinerante: il nomadismo culturale, la dimensione integrata di formazione-divulgazione-spettacolo e la presenza eccezionale del Maestro Mamadou Dioume. Si tratta di un’occasione unica per avere “a domicilio” non un workshop o uno spettacolo ma un’intera e completa esperienza teatrale.

Al termine del tour per l’Italia, quale sarà il futuro del Centro di Ricerca Itinerante?

Di sicuro al termine del tour torneremo al Centro di Ricerca stabile a Roma per riprendere il lavoro e la formazione permanente e portare a termine la produzione di due nuovi spettacoli rimasti in cantiere. Speriamo di poter riproporre una seconda edizione della versione itinerante l’anno prossimo con il coinvolgimento di nuove regioni.

Gina Merulla: cosa diresti a chi ti incontra oggi per la prima volta, come ti presenteresti?

Scappa! Scappa finché sei in tempo!

La scelta di colori e dei modelli dei costumi quanto è determinante nei tuoi lavori?

La scelta dei costumi è determinante in uno spettacolo teatrale e deve avere un valore drammaturgico ossia avere il potere di raccontare. Il costume ci racconta del personaggio che lo indossa, la sua vita, il periodo storico cui appartiene, la sua provenienza geografica, la sua estrazione sociale e culturale, i suoi gusti, la sua psicologia, il suo carattere. Sia per quanto riguarda i colori e i modelli la scelta deve essere attenta, oculata e ragionata.

Pensi che il teatro subisca in questo le tendenze della moda?

No assolutamente: il teatro trascende la moda nel senso di tendenza del momento; al contrario abbraccia tutte le mode nel senso storico, geografico, sociale e culturale.

Se dovessi voltarti indietro guardando alla tua carriera ci sono cose che non faresti? e tra quelle che rifaresti cambieresti qualcosa?

In realtà mi sento molto fortunata perché professionalmente ho amato fare tutto quello che ho fatto. Credo molto nei progetti che intraprendo e ci metto tutta me stessa. Allo stesso tempo se avessi la possibilità di cambiare qualcosa rifarei ogni singolo progetto per esplorare nuove possibilità.

 

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