Eleonora Magnifico su Rodrigo Alves:
” Chissà cosa porta un uomo a voler diventare, prima il Ken umano e poi cambiare rotta e diventare Jennifer, una specie di bambola di gomma che somiglia a tante altre facce di gomma, che purtroppo rispecchiano ahimè, il modello di bellezza attuale. Nulla di nuovo e di speciale se lo fa Rodrigo Alves, che molto probabilmente qualche problemino con se stesso ce l’ha e saranno pure cavoli suoi certamente, quello che io invece contesto e trovo avvilente e insopportabile, è che attraverso questo pittoresco personaggio, si possa far passare un messaggio semplicistico e fuorviante sull’ identità di genere. Mi spiego, non è che una persona che con legittime aspettative, mira a riappropriarsi della propria identità, si sveglia una mattina e si accorge di colpo, che non è collocata nel genere d’appartenenza e quindi corre subito dal chirurgo estetico, per avere in questo caso, un’ immagine super femminile, alterata tra l’altro e permettetemi, anche un po’ baraccona e ve lo dice una che baraccona ogni tanto lo è stata su vari fronti.
La tv in uno spot annuncia con voce suadente, enfatizzando clamorosamente la notizia che Rodrigo è diventato donna! Donna?! Un momento, cioè con troppa superficialità fanno passare al pubblico medio televisivo italiano, il concetto che per diventare donna, basta iniettarsi tanto silicone e inserirsi protesi giganti nei punti strategici e il gioco è fatto. Quanta fatuitá, quanta cattiva informazione, quante concezioni stereotipate in pochi minuti, quanta squallida spettacolarizzazione. Beh, io non ci sto, perché la questione mi tocca personalmente ed è importante. Quello che per molti potrà sembrare un predicozzo, non vale solo per il Ken umano, ma per tutti quelli che credono che oggi, diventare donna, sia solo una questione di tette giganti, culi prorompenti, zigomi esplosivi e labbra ipertrofiche. Sempre più frequentemente, assisto a cambiamenti improvvisi di persone che evidentemente, credono che la transizione sia una questione di chirurgia estetica. Il percorso di transizione, non è così semplice e la consapevolezza, che sta alla base di tutto, non arriva in una notte e comunque non può arrivare solo, dopo la femminilizzazione di un individuo, al massimo cerca di andare di pari passo. È sbagliato ed ingannevole invece quello che arriva, attraverso una maschera costruita, pure male proprio in quei dettagli, che di femminile, hanno ben poco. Ho già detto e continuo a pensare, che noi altre, non siamo nate in corpi sbagliati come sostengono tesi assolute varie, piuttosto il nostro corpo si evolve e va aiutato a evolversi, con la consapevolezza di quello che sappiamo è il nostro genere di riferimento e d’appartenenza da sempre. Quindi trovo questo fuorviante messaggio, irrispettoso nei confronti di chi vive, da anni non senza fatica, quel percorso di vita, per riappropriarsi della propria identità, con confronti psicologici, terapie ormonali e anche con battaglie interiori, fatte di lotte e rinunce, di dubbi e rimandi e non ultimo, fatto anche di vari interventi estetici e chirurgici, che non possono essere affrontati con leggerezza. Con questo lungi da me, voler dare un’immagine patetica del personale percorso di vita delle persone transessuali, perché ognuno vive questo cammino a modo suo, quindi, chi con naturalezza e chi invece con sofferenza, ma meritiamo tutte uguale rispetto, perché ogni storia è vissuta con uguale dignità e lontano dai clamori dei salotti televisivi. Rodrigo o Jennifer, non è diventata donna come dicono i media, come non lo sono diventati, manco quelli che credono che un tagliando dal chirurgo risolva per sempre la questione, perché chi ha questa idea deve ammettere a se stesso che, rimarrà un uomo che si traveste da donna, ai quali va uguale rispetto comunque, ma cambiare sesso o collocarsi nel genere dove si rispecchia la propria identità, non è un capriccio, non è una moda, non è replicare modelli innaturali, ma è “essere” e merita rispetto e più attenzione, proprio per chi dopo una lunga consapevolezza fa ancora i conti col proprio nome, col proprio io e con la propria coscienza.”