Come liberarsi di un narcisista?
Il tuo amore mi fa male, devo lasciarti andare…
Chi giunge al punto di chiedersi come disinnamorarsi di un narcisista, sa già con quale disturbo patologico abbiamo a che fare. Probabilmente infinite ricerche su web, consumate nella speranza di trovare qualche elemento che confutasse la realtà di essere in una relazione con un narcisista, sono risultate vane. Eh sì, perché uno dei passaggi più dolorosi da compiere è proprio questo. Non tanto la presa di coscienza di essere davanti a un narcisista, ma accettare che di essere finiti nella sua.
Chi è il narcisista?
Difficile capire veramente con chi si ha a che fare finché non si finisce nella sua squallida rete. La rabbia, il senso di impotenza e vuoto, che il narcisista lascia, logorano l’anima. Fino a rapirla completamente.
Qualcuno il cui equilibrio personale si basa sul distruggere quello di chi lo ama. Eccolo qui, in poche parole, l’identikit del nostro carnefice.
Come può esistere qualcuno che “trae nutrimento emotivo” dal mortificare e umiliare chi vorrebbe solo essere amato? Ahimé, per chi si trova in questo genere di relazione e, per motivi diametralmente opposti a quelli del narcisista, è fortemente empatico, l’accettare e il comprendere che possa esistere qualcuno che vive e si comporta così non è facile, né scontato.
Per una persona fortemente empatica, per chi ha una spiccata intelligenza emotiva, comprendere realmente l’incapacità di amare è impresa ardua. Oserei dire impossibile. Talmente incredibile, da preferire un malato “è colpa mia“, “non riesco a farmi amare“, ad un “sono caduta nella trappola di un fottuto narcisista“.
Per tutelarci nella vita di tutti i giorni, conviene imparare a riconoscere un narcisista, così da evitarlo. Incantatori, seduttori e affidabili. Così si mostrano le persone narcisiste in un primo momento. La loro vera intenzione, però, è far sentire inferiori gli altri.
“Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita“. Oscar Wilde, probabilmente, nella sua grandiosità, è il più grande narcisista di tutti i tempi.
Secondo il “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” dell’American Psychiatric Association, il narcisismo come patologia può essere rilevato attraverso nove segnali.
Come riconoscere un narcisista?
Dunque sarebbero nove i segnali per riconoscere una personalità narcisistica. Quali?
In primis la grandiosità. I narcisisti tendono a parlare e agire come se fossero le persone più importanti del pianeta. Una caratteristica strettamente legata alla seconda. Ovvero, la preoccupazione per il successo e il potere.
E ancora, la convinzione di essere unici. I narcisisti si ritengono unici, insostituibili e ineguagliabili. I narcisisti amano essere trattati in maniera speciale. Esigono privilegi e ritengono di dover essere trattati nel migliore dei modi. Tutto questo perché sono speciali e come tali devono essere trattati. Per questo stesso motivo, il narcisista non permette a nessuno di dargli torto o criticarlo.
Il narcisista è una persona invidiosa. Invidia verso le persone che si rivelano migliori di loro, sotto uno o più aspetti. Inoltre, sono convinti che gli altri invidino loro. Per le loro capacità e i traguardi raggiunti.
Ma, probabilmente, l’aspetto che più caratterizza il narcisista è la mancanza di empatia. Il narcisista è incapace di identificarsi con i sentimenti e i bisogni altrui. Ciò lo porta a sentirsi incapace di amare, a non provare rimorsi, né sensi di colpa, per le sue azioni sbagliate.
I narcisisti sono persone arroganti e dominatrici nei confronti di chi sta loro intorno. Un narcisista ritiene di aver ragione in tutto quello che fa o dice. Senza dubbio alcuno. Atteggiamento che lo porta a imporre le proprie idee sugli altri.
Infine, il narcisista si approfitta spesso degli altri al fine di raggiungere i suoi obiettivi personali. A tale scopo, manipola e priva di risorse, idee, tempo e contatto per trarne beneficio.
I narcisisti sono dunque persone che amano avere tutto sotto controllo, manipolando qualsiasi situazione o persona a proprio favore, senza badare alle conseguenze.
Attenzione amiche mie, parliamo di persone narcisiste. Non solo di uomini. Spesso anche i rapporti di amicizia sono ugualmente tossici. Una relazione, che sia di coppia o amicizia, se si ha a che fare con una personalità narcisistica va tagliata. Immediatamente, per quanto possa sembrare impossibile. Per quanto dolore la rottura possa procurare.
Dopo, a dolore consumato, la nostra anima ne uscirà più forte di prima. Rigenerata.
Ed ora veniamo al dunque…
Come liberarsi di un narcisista?
Il fatto che se ne parli tranquillamente in questa mia rubrica, non vuol dire sia semplice. Tutt’altro, probabilmente verrà ricordata come una delle esperienze più traumatiche. In tanti ricorrono al sostegno di un professionista per uscirne “quasi illesi”.
Ma non è impossibile. Come ripeto sempre, soprattutto a me stessa, c’è sempre una via d’uscita. Toccato il fondo non si può che risalire. Purtroppo, spesso è proprio il fondo che fa scattare il bisogno di tornare in superficie. Di rivedere la luce.
Il primo passo è accettare che si è davanti a una persona che presenta un disturbo conclamato di personalità o comunque dei tratti di tale disturbo.
Il secondo passo è rinunciare categoricamente all’idea che si possa far qualcosa per guarire il narcisista. Non spetta a noi. Qualunque sia il tipo di legame che ci vincola in questa situazione, bisogna esclusivamente pensare a come sottrarsi. Abbandonare subito l’idea di cercare cure miracolose per chi ci fa soffrire. Non è egoismo, ma è accettare che, se esiste una qualche soluzione curativa per il narcisista, di certo non è nelle nostre mani.
Forse l’unico modo per aiutare un narcisista è proprio lasciarlo. Metterlo davanti all’evidenza che intorno ha solo inaridito il terreno in cui vive. Ha fatto terra bruciata di qualsiasi cosa potesse ancora tenerci intrappolate in questa relazione tossica.
Perché è proprio di questo che si parla. Una relazione profondamente tossica, in grado di toglierci tutto, in primis il nostro amor proprio.
Il narcisista è come un crudele vampiro, in grado di succhiarci tutto. Facilissimo innamorarsi di lui. Dipendere da lui. Credere che accanto a lui la vita non possa che splendere. Ma è un’illusione, un gioco di cui crediamo di essere protagoniste, ma in fondo siamo semplicemente le vittime.
I narcisisti trovano sempre nuove fonti di approvvigionamento. La loro completa mancanza di autocritica li spinge a perseverare nei loro comportamenti, indipendentemente da chi si trovano di fronte. Indipendentemente dall’amore che si nutre per loro. Ti diranno, se interrogati sul perché procurino tanta sofferenza, che loro sono fatti così, che fanno il massimo per farti stare bene. Che non c’è malevola intenzione dietro i loro comportamenti. Probabilmente, in un certo senso, è vero. Questa è la loro natura. Come potrebbero fare altrimenti?
Veniamo al terzo passo della nostra impresa. Rinunciare a qualsiasi forma di rivalsa o vendetta cercando di capire come ferire un narcisista. Credere che abbiamo diritto di avere giustizia riconquistando l’amore e le attenzioni che avevamo una volta o che abbiamo solo intravisto, per poi lasciare e abbandonare noi il narcisista, è una trappola mentale. È un autoinganno. Sappiamo benissimo che il corteggiamento (love bombing) iniziale era solo funzionale, da parte del narcisista, per farci desistere e iniziare a trarre approvvigionamento energetico da noi.
Non c’è modo di essere o comportarsi come loro e ottenere il compiacimento di farli stare male come loro hanno fatto star male noi. È una bugia che ci raccontiamo per rimanere all’interno della relazione tossica, perché, ormai, abbiamo sviluppato una dipendenza affettiva.
Il quarto passo è riconoscere e fare i conti con questa dipendenza affettiva. Il narcisista e la sua vittima presentano “ferite” speculari. Ferite che li portano ad essere attirati gli uni verso gli altri. Individuare le nostre ferite significa individuare quella calamita che ci trascina verso questo tipo di partner. Quasi sempre, per riuscire a farlo, è necessario rivolgersi a un professionista preparato, uno psicoterapeuta.
Sono ferite antiche, vive, che continuano ad autoinfettarsi a livelli molto profondi del nostro inconscio. Individuarle, comprenderle e desensibilizzarle sono passi fondamentali per riuscire ad uscire dalla dipendenza affettiva.
Il “No contact”
Individuate e analizzate le nostre ferite. Accettata la nostra dipendenza affettiva. Elaborata e concretizzata la volontà di uscirne, potremmo passare all’ultimo passo. Il più difficile? Non saprei, credo che una volta scavato nella nostra anima, sviscerato ciò che più ci legava a questa persona tossica. Una volta guardati in faccia i propri fantasmi, probabilmente il peggio è passato.
Quinto passo il “no contact”. Psicoterapeuti e esperti a ogni livello lo suggeriscono come unico modo per disintossicarsi dalla relazione da cui si è deciso di scappare e come modo più efficace per liberarsi dal rapporto. Interrompere qualsiasi tipo di contatto con il narcisista. Sperando sia possibile, ovvero che il narcisista in questione non viva o lavori con noi o non si abbiano figli insieme. Stop a contatti telefonici o virtuali (Facebook, Instagram, Whatsapp…). Evitare luoghi o situazioni in cui lo si possa incontrare.
Funziona? Solo se lo si attua bene. Non lo stai facendo bene se, ogni tanto, lo sblocchi per vedere se ha cambiato foto o stato. Non lo stai facendo bene se ti interroghi sull’effetto che questo blocco può causare in lui. Ricorda non lo stai facendo per lui ma lo stai facendo per te. Non lo stai facendo bene se hai già messo in conto che sarà un no contact a tempo limitato. Non lo stai facendo bene se pensi che sia un modo per vendicarti del dolore subito. Il punto da cui partire e a cui arrivare sei tu, la tua vita e la tua salute, mentale e fisica.
Quando avrai compreso che sei tu ad essere importante. Che sei tu che devi salvarti e stare bene e non ridurti a “cibo energetico” o piedistallo per l’ego altrui, allora e solo allora, ti renderai conto che non ci sono altri passi da fare. Perché, finalmente, sarai libera. E questo, credetemi, non ha prezzo.