La metodologia del Servizio Sociale rappresenta un insieme strutturato di principi, modelli teorici e procedure operative che guidano l’azione professionale dell’assistente sociale nell’osservazione, analisi e intervento sui bisogni individuali, familiari e comunitari.
Essa si configura come uno schema di riferimento concettuale che orienta in modo scientifico e razionale l’intervento, garantendo una pratica professionale coerente, efficace e valutabile.
Modelli teorici e paradigmi del Servizio Sociale
I modelli teorici sono fondamentali per indirizzare l’osservazione e l’interpretazione dei fenomeni sociali e per guidare l’intervento. Essi si basano su principi e valori specifici, teorie della pratica e contesti temporali e spaziali. I primi modelli storici che hanno influenzato lo sviluppo del Servizio Sociale sono:
- Case-work: intervento focalizzato sull’individuo e la sua situazione personale;
- Group-work: lavoro con gruppi per favorire dinamiche di supporto e crescita collettiva;
- Community work: intervento a livello comunitario per promuovere cambiamenti sociali e inclusione.
Questi modelli si sono evoluti integrando approcci più recenti come quelli basati sui diritti umani, sulla giustizia sociale, sulla persona e sulla comunità, che pongono l’accento sulla partecipazione attiva e sull’empowerment delle persone e dei gruppi.
Il procedimento metodologico
Il procedimento metodologico è il percorso logico e razionale che guida l’azione dell’assistente sociale, articolato in fasi che si susseguono in modo unitario e circolare, anche se nella pratica possono sovrapporsi. Le fasi principali sono:
- Individuazione e definizione del problema: analisi approfondita della situazione e dei bisogni, compresa la valutazione preliminare e l’identificazione delle risorse disponibili;
- Pianificazione: progettazione dell’intervento, definizione degli obiettivi generali e specifici, elaborazione del progetto e stipula del contratto con l’utente;
- Attuazione: realizzazione degli interventi diretti o indiretti, mobilitando risorse personali, sociali e istituzionali;
- Valutazione: monitoraggio e verifica dei risultati raggiunti, con eventuale revisione e adattamento dell’intervento.
Questa metodologia è caratterizzata da processualità, unitarietà e circolarità, e si applica in modo coerente sia all’intervento individuale sia a quello comunitario o organizzativo, variando solo strumenti, conoscenze e risorse.
Dimensioni distintive e riflessività
La metodologia del Servizio Sociale non è solo un insieme di tecniche, ma include una dimensione etica, valoriale e riflessiva. L’assistente sociale deve bilanciare la rigorosità metodologica con la valorizzazione della dimensione umana del processo, promuovendo inclusione, solidarietà e autodeterminazione degli utenti. La riflessività professionale consente di adattare l’intervento alle specificità del contesto e delle persone, integrando ricerca e valutazione come componenti essenziali della pratica.
In sintesi, la metodologia del Servizio Sociale è un sistema articolato di modelli teorici e fasi operative che orientano l’assistente sociale nel suo lavoro di aiuto e supporto, garantendo un intervento professionale, etico e centrato sui bisogni reali delle persone e delle comunità.