Se vi dicessi lingerie… Quali immagini vi frullano per la testa? Seducenti push up, perizoma al limite dell’inesistente, irresistibili autoreggenti o sensuali baby doll? Una piccola parolina in grado di evocare immagini proibite!
Donne, uomini, tutti impazziscono per questi indumenti apparentemente nascosti, ma forti del loro potere di seduzione. Tempo fa, non ricordo su quale rivista, lessi un’osservazione davvero interessante. Si sosteneva che, a prescindere da come vestiva (tuta, jeans, minigonna), una donna, se sotto portava dell’intimo sexy, era in grado di emanare incondizionatamente la sua sensualità. Il nascosto che colpisce. Sono sexy e lo so. Se mi spogli te lo dimostro! Un uomo perspicace è in grado di cogliere certe sfumature, non affidatevi a dilettanti, o perlomeno evitate per loro il pezzo forte nell’armadio.
Sta di fatto che la lingerie ci rende forti, padrone indiscusse fuori e dentro le lenzuola. Basta posto per rendere felice un uomo, e non avete idea della sicurezza che è in grado di dare un coordinato sexy indossato anche sotto degli abiti da cucina. Siamo in grado di muoverci con grazia e sensualità, abbracciate dal nostro push up o dal perizoma. Ripeto, piccole sfumature che regalano tanto.
Quand’è che le donne hanno scoperto il forte potere di questi magnifici capi? Esiste un inizio? Pensando ad Adamo ed Eva, non credo che all’epoca esistesse tanta malizia, anche il gioco del vedo non vedo non era un granché! Erano in due, completamente soli, in un mondo in cui il pudore, il desiderio o la vergogna non esistevano. Effettivamente due foglie di fico mi sembrano più che sufficienti, se non altro per il rispetto dei posteri.
Volendo datare l’inizio della passione femminile per la lingerie, consapevoli dell’enorme carica erotica che può dare, bisogna attendere gli inizi del XX secolo. La storia della biancheria intima altro non è che il frutto della liberazione femminile.
Prima di tale data abbiamo delle testimonianze, ma nessuna di queste ha a che vedere, o poco, con il concetto di lingerie presente oggi. Le prime donzelle ad utilizzare qualcosa sotto le vesti furono le antiche egiziane, solite a portare delle vere e proprie tuniche sotto gli abiti neri, se lo facessero per voluttà non ci è dato saperlo. Tuniche che per i greci divennero delle camicie in lino lunghe fino ai piedi. Solo con i romani possiamo iniziare a parlare di intimo nel senso più comune del termine. Compaiono i “mammillari”, oggi noti come reggiseni. Fasce di cuoio che più che esaltare il seno lo schiacciavano (non oso immaginare il dolore nei giorni del premestruo o del mestruo). Non si sa per quale crudele motivo, all’epoca, le forme andavano nascoste, piuttosto che esibite. Poi c’erano i “cestus”, sorta di busti che costringevano il girovita ed infine le “mutandae”, primo esempio di slip, dal latino “mutare”, dovuto al fatto che andavano lavate con una certa frequenza. Almeno avevano chiaro il concetto di igiene personale. In ogni caso la storia ci racconta di accessori vari atti a costringere o nascondere la bellezza femminile fino al Rinascimento. Solo nel tardo Medioevo compare qualcosa di simile all’idea di intimo che abbiamo noi donne contemporanee. Finalmente si parla di calze in seta. Nel Seicento arriva la famosa giarrettiera e con lei diversi capi atti ad enfatizzare e non più nascondere le doti femminili, dal seno al lato b. Con il 1800 si ha la guepiere, la moda lancia il bellissimo vitino da vespa, ma come al solito si estremizza, in questo periodo sono noti diversi casi di distorsione della colonna vertebrale causata da questi bustini stretti fino all’inverosimile.
Sta di fatto che la vera rivoluzione l’abbiamo agli inizi del 1900. Finalmente le femminucce fanno propria l’idea di un intimo quale strumento di seduzione e non costrizione. L’emancipazione femminile segna l’inizio di una nuova epoca in materia di lingerie. Basta indumenti che nascondono e costringono, bustini super stretti o mutandoni più simili a pantaloncini. La donna ha voglia di scoprirsi e sedurre ed ha voglia di farlo con le armi che madre Natura le ha donato. Quindi perché celare? È giunto il momento di mostrarsi al mondo intero, soprattutto maschile. E allora via a tessuti trasparenti e minimal, si parla di culotte e slip, non più mutande. Arriva l’elasticizzato e con lui i collant. I reggiseni non appiattiscono ma esaltano, regalando spesso qualcosina in più. Anche se con le due guerre si ha un momento nostalgico, con il rigoroso ritorno al bustino, l’intento rimane sempre e solo quello di esaltare e sedurre.
Oggi abbiamo scoperto il push up, per la gioia delle prime o dei culetti non proprio a mandolino. I baby doll, che ci hanno fatto riporre nell’ultimo cassetto dell’armadio gli ingombranti pigiamoni, perlomeno nelle occasioni particolari (mi auguro!). E chi più ne ha più ne metta, perizoma, autoreggenti, calze a rete, coordinati al limite del sadomaso, vestaglie talmente morbide da sembrare una seconda pelle. L’importante e scoprirsi e scoprire, senza mai dimenticare l’eccitante gioco del vedo e non vedo. E chissà che il futuro non abbia in serbo per noi qualche altra magnifica sorpresa.
Se a tutto questo ci abbinate un bel tacco dodici il gioco è fatto! Riuscite ad immaginare la scena?

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