Sono iniziate da poco le riprese del film ‘La Dea Beffata’, ma ha già riscosso una grande attenzione da parte dei blog, testate giornalistiche e followers sui social network. Grande fervore, grande attesa, in molti già chiedono quando sarà la prima proiezione del film. Raffaele La Rocca produttore del film, ha deciso di spostare l’interesse verso il mondo del sociale. L’incasso della prima proiezione assegnata al cinema di Catanzaro, sarà devoluto ad una comunità. Raffaele La Rocca è diventato un punto di riferimento per gli artisti calabresi, i quali avevano la necessità di una figura manageriale che credesse nelle loro capacità. Ecco perché ormai è stato adottato dai calabresi, che lo coccolano e lo amano. Questa di cui vi parlo, non è la prima iniziativa che lancia a carattere sociale. Raffaele La Rocca ha già creato un marchio di gioielli, la cui denominazione ‘Papele’ ricorda il suo personaggio interpretato nel film ‘Ignoti Autori del Delitto’, la cui uscita è prevista nell’autunno 2016. La trama del film tratta da una storia vera, è molto drammatica, parla delle morti innocenti causate della mafia. La linea di gioielli maschile e femminile, nasce con l’intento di ricordare appunto quelle vittime che hanno perso la vita ingiustamente, i gioielli sono stati indossati in due note serie televisive. Raffaele La Rocca svolge il suo lavoro proprio come una missione da compiere, ossia quella di veicolare alcuni messaggi fortia carattere sociale, attraverso il cinema. Ecco perché i film che produce, affrontano temi importanti. Alcune scene del film la Dea Beffata, sono state girate nella comunità ‘Centri calabrese’ di don Mimmo Battaglia, ed è proprio a questa struttura che verranno devoluti i soldi di cui vi ho parlato nell’articolo. Nella Dea Beffata si intrecciano alcune storie, tra cui quella importante di alcuni ragazzi che dopo aver trovato rifugio nella comunità, rischiano di ritrovarsi soli e abbandonati, poiché non vi sono più finanziamenti per sostenere le spese. Tema purtroppo molto attuale nella realtà sociale in cui verte tutta l’Italia. Troppo spesso ragazze madri, tossicodipendenti, diversamente abili, il cui destino è stato beffardo, devono vivere ulteriori disagi , ansie, è proprio vero la vita è una continua battaglia. Ci vorrebbero tanti uomini come Raffaele La Rocca che, vertono la loro attenzione nei confronti di persone spesso dimenticate, ed inoltre ci rimembrano che ancora le montagne da scalare sono tante. Porgiamo a Raffaele i migliori auguri per la sua carriera.
A cura di Maria Vittoria Corasaniti