Il pluripremiato attore Gianni Sallustro annovera numerosissimi Premi che ne hanno sancito la professionalità. Sallustro nel corso degli anni si è distinto anche in qualità di regista e doppiatore, ed è maestro internazionale di Commedia dell’Arte, ed anche Direttore Artistico dell’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema dalla sua fondazione (2007).
Gianni l’abbiamo vista distinguersi sul set di fiction televisive di successo targate Rai e Mediaset, ma oltre a questo cosa la rende particolarmente soddisfatto del suo lavoro?
Oltre a fiction come “La squadra”,” Un posto al sole “, “Carabinieri” e “Sette Vite”, mi piace dedicarmi agli allestimenti di opere dei più grandi autori del teatro moderno e contemporaneo.
Cosa contraddistingue l’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema?
L’offerta formativa del nostro centro di formazione è molto ampia, variegata e completa; siamo anche un centro di produzione e nel giro di quasi 15 anni noi abbiamo prodotto all’incirca 140/150 spettacoli teatrali, e parlo di produzioni e non di repliche. Abbiamo avuto tantissimi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale ad esempio abbiamo avuto il “Premio legalità” dalla Polizia di Stato come migliore scuola d’Italia; abbiamo avuto a livello internazionale il premio e la medaglia d’oro ricevuta dalla Norman Academy; siamo stati vincitori di 2 edizioni di Pulcinella mente creato da Dario Fò; siamo entrati a far parte della biblioteca digitale contro le mafie con lo spettacolo Camorra dell’Università degli studi di Napoli Federico II; abbiamo vinto il Fringe art festival con due premi molto importanti con un altro spettacolo scritto e diretto da me; abbiamo vinto tantissimi festival con un film chiamato L’eredità scritto e diretto da Raffaele Ceriello interpretato da me e Massimiliano Rossi (candidato ai David di Donatello), Luciana de Falco, Laura Borelli e da alcuni allievi dell’Accademia. Abbiamo prodotto un altro film “Ricordi in bianco e nero” scritto da Gemma tisci diretto dagli allievi dell’Accademia e interpretato da ma dove io interpreto Raffaele cutolo, un film che abbiamo già distribuito nei vari festival abbiamo avuto una bellissima vittoria a “Vesuvius internazional team festival” come miglior best social short. Nel corso degli anni abbiamo avuto tantissimi riconoscimenti stiamo producendo tantissimo, ci sono tanti dei nostri allievi che sono stati inseriti in varie produzioni teatrali e cinematografiche.
Con tutti questi attestati di stima ricevuti nel corso degli anni cosa pensa ci sia ancora da aggiungere per alimentare i vostri successi?
C’è ancora molto da fare perché abbiamo ancora tanta voglia di fare,vogliamo migliorarci sempre di più e cerchiamo di coinvolgere tanti di quegli artisti che possono accompagnare i nostri allievi nella loro formazione ma soprattutto anche in tutto quello che è la loro produzione. Anche durante il covid non ci siamo mai fermati oltre alla distribuzione di diversi film che teniamo in vari festival, siamo stati in seminifinale al David di Donatello.
Con altri 2 pilastri dell’Accademia che sono l’architetto Marcello radano con il quale abbiamo fondato “la talentum production” e con la giornalista scrittrice e attrice Roberta D’Agostino abbiamo creato il premio “Talentum”.
Siamo già alla 5 edizione ed abbiamo premiato personaggi nazionali e internazionali come Enzo Moscatoe tanti altri artisti.
Inoltre durante il covid abbiamo creato un contest aperto a tutti “Monologhi e colori” dove premiamo i migliori monologhi.
Che rapporto hanno i giovani con il teatro?
I ragazzi dai 7 ai 15 anni non sanno neanche cosa sia il teatro conoscono il cinema perché tramite la scuola ci sono andati qualche volta. Però conoscono bene Netflix, Sky, YouTube e il web in generale. Non dico che YouTube o comunque il web sia deleterio ma ci deve essere un buon uso di questi strumenti. Dobbiamo educarli a quello che è il teatro in presenza e dobbiamo portarli al cinema perché altrimenti rischiamo di diventare tutti quanti assuefatti e di non educarci all’intelligenza emotiva. MA questo è un aspetto che riguarda anche quelli della mia generazione che ormai sembrano quasi non provare più emozioni, non c’è più l’intelligenza emotiva nemmeno in loro. Io sono uno che ama molto l’arte in generale e almeno una o due volte all’anno vado a Firenze ad ammirare e a contemplare quell’arte che ormai è sconosciuta a molte persone. Se il mondo fosse nelle mani di artisti il tutto sarebbe migliore.
Dopo altri sette mesi di chiusure dovute al covid pare che la situazione artistica italiana stia riprendendo forma….
C’è un immenso desiderio di rinascita ecco perchè con l’Accademia abbiamo in cantiere tantissimi progetti. Io come attore ho preso parte ultimamente ad un film “Il peso esatto del vuoto” diretto dal regista Vincenzo Pinotti della Maxima a cui ha partecipato nella produzione anche la Talentum production di Marcello Uragano. Sono stato uno degli attori protagonisti del film insieme a Servillo e Cristina Donadio, poi ci sono stati degli attori molto bravi come Pina Di Gennaro, Marianna Robustelli e poi sono stati presi 25 attori dell’Accademia.Un film su cui noi puntiamo veramente tanto anche perché sicuramente se si riuscirà a ultimare la produzione il montaggio sarà presentato al festival di Venezia a settembre 2021.
C’è un artista che apprezza notevolmente?
Faccio un nome fra tanti: ho collaborato con lui per più di vent’anni e oggi vengo considerato come l’erede artistico di Michele Del Grosso, uno dei padri nobili dell’avanguardia teatrale partenopea. Porto avanti i suoi spettacoli nel cuore del centro storico di Napoli, nel glorioso TIN-Teatro Instabile Napoli “Michele Del Grosso”, ulteriore sede operativa dell’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema -la cui sede principale è ad Ottaviano (Na). Con Michele che difficilmente veniva finanziato, ci inventavamo degli spettacoli dal niente, erano degli spettacoli di una creatività e di un ingegno che suscitavano meraviglia tra gli addetti ai lavori tanto che spesso venivano lì col taccuino a rubare le idee. Non faccio nomi perché sono tanti, ma hanno vinto per esempio il David di Donatello grazie alle idee che abbiamo messo su io e Michele Del Grosso.
Qual è lo spettacolo realizzato con Del Grosso con il quale ha ottenuto maggiore consensi?
“Mater camorra e i suoi figli”con il quale siamo stati candidati al Premio Ubu anni fa. E’ stato il primo spettacolo che ha parlato di camorra prima ancora di fiction televisive.
Com’è nata la sua collaborazione con Piero Chiambretti?
E’ stato tutto per caso: Piero Chiambretti cercava degli attori perché voleva dare voce a questo progetto che negli anni era stato messo su dalla madre che è scomparsa l’anno scorso per covid ,quindi io ho inviato alcuni miei provini e da lì è nata una collaborazione. Abbiamo già creato delle video-poesie e Piero attraverso i social le pubblica per farle conoscere. Io ritengo un vero e proprio testamento che la madre di Piero ha lasciato al figlio, sono delle poesie particolari e hanno un linguaggio molto ricercato in alcuni momenti anche molto ermetico, e quando mi trovo a recitarle mi emoziono sempre.
Qual è il mantra che agevola il lavoro di un’artista?
Io ritengo che un attore debba sempre mettersi in discussione, deve allenarsi continuamente e come dico ai miei allievi bisogna lavorare su quattro settori: voce, corpo, mente e cuore.