SHAILA E E MIKAELA SUPERANO ELISABETTA E MADDALENA
Shaila e Mikaela il 12 giugno finiranno il loro mandato a Striscia la notizia segnando il record storico di 903 puntate in quattro edizioni.
Domani, lunedì 24 maggio, Shaila Gatta e Mikaela Neaze Silva diventano ufficialmente le Veline più longeve di Striscia: con 886 puntate all’attivo superano le precedenti tenutarie del titolo, Federica Nargi e Costanza Caracciolo (885 puntate). Medaglia di bronzo al duo Ludovica Frasca e Irene Cioni (866 puntate).
Shaila e Mikaela sono, inoltre, le uniche Veline nella storia ad aver condotto Paperissima Sprint in coppia rimanendo ancora le Veline in carica.
In questi quattro anni si sono esibite in stacchetti sott’acqua in apnea, facendo evoluzioni sospese nel vuoto in studio, si sono scambiate i volti con una mossa grazie alla tecnologia del deepfake. Sono state le prime a essere trasformate in avatar 3D ballando in diverse dimensioni/mondi. Addirittura, si sono moltiplicate in 12 Veline che hanno danzato contemporaneamente sul bancone del tg satirico.
E, infine, sono state le sole ad aver cantato con la propria voce durante uno stacchetto.
Tre i Tapiri d’oro social consegnati dalle ragazze: a Wanda Nara, Barbara D’Urso e Pierdavide Carone con i Dear Jack.
«All’inizio non è stato facile, in tanti mi hanno ricoperta di insulti», dice la bionda Mikaela, 27 anni, nata a Mosca da papà angolano e mamma afghana e cresciuta a Genova. «L’Italia oggi è sempre più multiculturale. Viviamo un momento delicato, come le proteste di Black Lives Matter insegnano. Spero di vedere molte altre ragazze di colore in tivù. Mi piacerebbe essere stata di ispirazione per tutte quelle bambine che non trovavano quasi mai qualcuno come loro sullo schermo e che pensavano di dover cambiare, stirarsi i capelli, essere diverse».
«Vengo da Secondigliano, lo sottolineo sempre. Un quartiere “scomodo” di Napoli», dice Shaila, 24 anni, «ma i talenti nascono ovunque. E Napoli non è solo disagio, anzi. Tornerei volentieri a casa, se non fosse che nel mio settore non ci sono possibilità. Io voglio continuare a fare tivù, il mio sogno è diventare una conduttrice: i miei modelli Heather Parisi e Lorella Cuccarini. Striscia mi ha insegnato tanto, è una vera famiglia. Mi ha aiutata a non sentirmi sola nel periodo terribile del Covid, mentre ero qui, a Milano, senza nessuno e lontana dai miei genitori».
LA (NON) GENESI
“Vestali della verità” le definì Beppe Giulietti, allora deputato dei DS-L’Ulivo. Per la mostra dei vent’anni di Striscia alla Triennale di Milano, all’ingresso c’erano due enormi Tapiri. Uno con la scritta “La verità ha bisogno del velo del varietà?”, l’altro “Il velo preserva da una visione diretta che spaura?”. Ognuno può intendere le Veline come vuole, comunque non le ho inventate, con un artificio metonimico, le ho solo nomate. Le ballerine sono sempre esistite nei varietà e la bionda e la bruna c’erano già dai tempi di Pippo Baudo.
(Antonio Ricci, Me Tapiro, 2017)