Se Frida fosse vissuta oggi, sicuramente avrebbe affrontato il lockdown da covid-19 dipingendo, vivendo e amando Diego tra le mura domestiche. Forse le tre cose che lei sapeva fare meglio: vivere, amare, dipingere. Se fosse vissuta tra i Millennial avrebbe rinunciato ai filtri di Instagram e avrebbe postato foto di se stessa anche con il monosopraccio che tanto la rendeva singolare a mio avviso. Anche perché io non riesco a immaginare una Frida intenta a sfoltirsi le sopracciglia seguendo un tutorial di make-up su YouTube o Instagram. Nè tantomeno scaricarsi un’app per levigarsi il viso e apparire omologata a tutte le altre donne. Si sarebbe fatta vedere nella sua naturalezza. Non ho dubbi, soprattutto in un inverno triste come quello che la storia dell’umanità sta attraversando. Se Frida fosse nata in questi anni di televisione Barbara D’Urso l’avrebbe voluta ospite a tutti i costi in più puntate di Live, per raccontare come una telenovelas la sua storia travagliata con Diego, il marito fedifrago e bugiardo che se la faceva persino con sua sorella. Ma lei avrebbe desistito. Ne sono quasi certo. Sarebbe rimasta a casa a dipingere piuttosto che esporsi in un periodo così delicato, e se le avessero proposto un collegamento Skype avrebbe ringraziato gli autori dell’invito, ma sarebbe rimasta a casa. Frida era una donna debole fisicamente, fragile nel corpo, e qualche sventura le aveva cambiato la vita, eppure non si è mai arresa. Ha combattuto contro chi la voleva storpia, piegata in un letto a piangersi addosso. Ma nonostante ciò non ha rinunciato a vivere, a dipingere, non si è arresa all’amore.
Ha combattuto, ha amato, ha coltivato passioni.
Ed ancora ha combattuto, ha amato, ha coltivato le sue passioni. Ininterrottamente. Con una sequenza quasi armonica. Con una cadenza quasi militare. E’ come se la vedessi ora. Intenta a non perdere la sua ciclicità. A Frida non importava essere bella. Si teneva i suoi difetti e li esibiva con orgoglio, anche quando proiettava se stessa sulla tela in maniera imperfetta, seppur naturale. Avrebbe potuto rendersi più bella, in fondo aveva il pennello, un’arma invincibile che l’avrebbe immortalata e resa stupenda fino ai giorni nostri. Eppure questo Frida non lo ha voluto. La sua voce è partita dal Messico e ha raggiunto il resto del mondo in sordina, si è presentata con un turbante di fiori in testa, reso celebre persino da Vogue, e ci ha ricordato che per affrontare la vita basta avere del colore dentro. Ecco perché ha iniziato a dipingere, e se avesse pensato di dipingere anche la sua personale mascherina in un autoritratto, in tempi non sospetti avrebbe scelto di “accenderla” di colore, perché cosi non avrebbe fatto altro che accendere anche la speranza. Questa e molto altro è Frida Kalho.
Sir Flavio Iacones